
NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini














































































Appunti di viaggio
TERRANOVA & LABRADOR
East Canada
PREMESSA
in questa estate torrida e asfissiante, non e’ facile per me sopravvivere; il nuovo lavoro, il nuovo stile di vita che ho scelto, nuove abitudini, nuovi orari, nuovi luoghi, nuove persone e nuove giornate fanno bene al morale … ma molte cose di primo acchito risultano complicate; e’ tutto nuovo, tutto da imparare, ricordare, e la tensione per dover gestire il cambiamento non aiuta; il caldo poi e’ la “mazzata” finale; meno male che l’attivita’ fisica (bicicletta e canoa in questa lunga estate), mi aiutano a stare bene fisicamente; certo pero’ che alla sera crollo dalla stanchezza come un bimbo!!.
Con una nuova attivita’ imprenditoriale autonoma non e’ certo semplice pensare di potersene staccare appena avviata per … andare in ferie …! infatti non avevo grandi progetti per questa estate … poi la mia indole da girovago mi hanno spinto a considerare l’idea di staccare un po’ anche in previsione del mese di settembre, certamente impegnativo per il ritmo lavorativo serrato e le tante cose nuove da gestire; ecco allora che cerco nei miei appunti una delle mete che mi ero segnato nella mia personalissima lista di “sogni di viaggio”; inizialmente pensavo a un viaggio trekking a Reunion ma i prezzi esorbitanti dei voli estivi mi fanno desistere dal scegliere questa meta (che riprendero’ certamente in altro periodo); “estraggo” cosi’ dall’elenco un altro progetto: il Newfoundland e Labrador (costa est del Canada); nomi di due razze canine?? si, … anche … e spieghero’ piu’ avanti il motivo. Ci tengo anche a scrivere che Newfoundland (leggi Terranova) e’ anche il cognome di un mio professore dell’università del corso di laurea in Geografia a Genova; precisamente Prof. Remo Terranova, con il quale sostenni il bellissimo esame di geografia fisica; presi uno striminzito 24, pagando cosi’ l’inesperienza e il dazio di non aver seguito i corsi (ai tempi lavoravo per pagarmi l’universita’ e non mi era possibile frequentare le lezioni; era uno studio molto … personale!) ma ricordo con piacere l’esame e la serenita’ con la quale il professore mi faceva le domande cercando di capire non tanto il mio grado di preparazione; sembrava stesse cercando in me l’esistenza di una sincera passione e interesse per la materia. Ho davvero apprezzato le parole con le quali mi ha congedato al termine dell’esame (durato ben 50 minuti!).
Prof. Terranova non c’e’ piu’, e un simpatico pensiero e’ andato a lui visitando la terra canadese e soprattutto camminando lungo i sentieri del Terranova National Park
Ecco il mio viaggio!
30 luglio
volo di andata – Milano Malpensa (MXP) – Zurich (ZRH) – St. John’s (YYT)
volo Milano – Zurigo con … Fiammetta Cicogna!
sveglia alle 4:30; mio padre, come sempre complice delle mie partenze per le mie ormai numerose destinazioni, mi lascia in aeroporto a Malpensa; in un attimo il mio zaino infagottato nel sacco da trasporto sparisce scorrendo sul nastro trasportatore per essere imbarcato; rimango con la fotocamera digitale a tracolla … mani in tasca; esco di nuovo dal terminal a salutare papa’ e lo guardo allontanarsi sulla rampa che scende dal settore partenze dell’aeroporto della nostra brughiera; sono da poco passate le 5 del mattino; il sole inizia a fare capolino ad est e le vetrate dell’aeroporto lasciano entrare i primi raggi di luce; il terminal sembra svegliarsi; io sono sereno come sempre alla partenza del viaggio;
dopo le normali attese e formalita’ per l’imbarco, salgo sul pullman che ci porta sotto l’aereo; per ultima sale una bella ragazza che arriva un po’ di fretta; occhialoni a coprire abbondantemente il viso, abiti comodi ma ben curati … si nota un bel fisico; decisamente una bella ragazza tantoche’ un operatore aeroportuale si gira ad osservarne anche il “lato b” senza troppi problemi (dallo sguardo mi pare abbia anche fatto un commento … piu’ che positivo!)
e’ ancora mattina presto e il mio sguardo si perde in giro osservando qua e la sguardi di persone, figure che si muovono sotto gli aerei, sniffando odore di benzina avio e gustando i momenti pre-partenza; siamo quasi tutti seduti ai posti assegnati sull’aereo e il posto di fianco al mio e’ libero …; la bella ragazza del bus arriva dal corridoio, con lo sguardo cerca il numerino del suo posto, si ferma, controlla ancora il numero, saluta e si siede … .
dice di essere molto stanca, controlla rapidamente il suo cellulare, estrae una sciarpa profumata e colorata … scambiamo solo qualche frase di circostanza …. si scusa per le poche parole ma dice di essere “in coma”; poche frasi qua e la volando nei cieli della Svizzera centrale ma, grazie ad alcune parole riguardo il suo lavoro, ottengo sufficienti indizi per capire chi è; Fiammetta Cicogna ….. aaaahhhh! Ecco chi e’! SI! L’avevo gia’ vista da qualche parte ….
ovviamente il mio abbigliamento e modo di fare non proprio signorili non devono averla colpita particolarmente …
atterrati a Zurigo scendiamo insieme; e’ attesa da un taxi; ci salutiamo; il suo viaggio termina qui; le lascio il biglietto del mio sito web; chissa’; forse leggera’ questo scritto (o forse ha gettato il bigliettino nel primo cestino dell’aeroporto)
il secondo volo da Zurigo a London parte in ritardo e io sono seduto in coda; per paura di perdere la connection mi faccio spostare in avanti prima dell’atterraggio; atterrato a Heathrow, riesco tuttavia a cambiare aereo senza correre; il volo per Saint John’s trascorre guardando un paio di film (senza auricolare … cosi’ … solo per vedere e capire la trama) e sottolineando qualche frase del mio programma di viaggio e prendendo quattro appunti. Dopo circa 5 ore di volo atterro sull’isola di Terranova in un grigio e piovoso pomeriggio estivo. Ritiro il mio fardello e mi fermo nel terminal per organizzare il nuovo assetto del mio bagaglio; via la sacca di protezione, il mio zaino e’ pronto per essere trasportato; infilo gli spallacci sotto lo sguardo di alcuni viaggiatori che sicuramente si stanno chiedendo cosa contenga quella cosa enorme che mi porto sulle spalle (e soprattutto come diavolo io faccia a portarla); il cielo e’ grigio e una pioggerellina fastidiosa abbinata al vento mi accolgono in territorio canadese; il centro cittadino non deve essere lontano; Saint John’s e’ una localita’ a misura d’uomo; decido di avviarmi a piedi; non faccio in tempo ad uscire dai parcheggi del terminal che un’auto, subito dopo avermi superato, accosta sulla destra; una ragazza alla guida e un ragazzo come passeggero mi chiedono se voglio un passaggio in citta’; accetto volentieri e ci mettiamo a chiacchierare in auto; mi danno cosi’ il benvenuto in terra canadese! si offrono di portarmi in centro per un veloce giro di perlustrazione e si fermano addirittura ad aspettarmi fuori dalla banca per cambiare la valuta; mi indicano alcuni posti che mi possono servire (il gas per fornello, una birreria, una libreria); mi offrono ospitalita’ presso la loro abitazione; posiziono la tenda nel giardinetto sul retro; lui mi accompagna per una breve visita in casa mostrandomi i locali che posso utilizzare se mi interessa lavarmi, farmi da mangiare o vedere la tv; lasciati i miei averi al sicuro in tenda ecco che mi faccio due passi da solo in centro citta’; serata grigia e freschina; c’e’ musica in una strada del centro; gironzolo un po’ ma il genere di musica e’ rock duro, troppo urlato; non mi piace; continuo la perlustrazione dei luoghi senza una meta precisa; mi soffermo vicino al porto nei giardinetti caratterizzati dalla presenza di due sculture a dimensioni naturali dei due bellissimi cani che hanno le loro origini da qui; il Terranova e il Labrador
cerco di tirar tardi per mettermi in linea con il nuovo orario canadese (4,5 ore indietro rispetto all’Italia)
all’imbrunire (verso le 21) riguadagno la via della casa dei miei gentili amici … e della mia tenda; ora piove in modo piu’ insistente; entro in casa dalla porta secondaria e cerco i miei amici per chiacchierare un po? ma non trovo nessuno in giro; decido di andare in tenda … inizio a sentire i primi cenni di sonnolenza; meglio coricarsi presto! E’ la mia prima notte del viaggio.
31 luglio
St John’s – Poach Cove (East Coast Trail)
(2 passaggi)
e’ ancora mattino presto quando mi sveglio; sempre molto grigio ma non piove; fa freschino; entro in casa ma non voglio svegliare gli amici; lascio un biglietto di ringraziamento con un saluto e un invito a consultare il mio sito web dopo il mio ritorno; troveranno un cenno al nostro incontro e questa relazione di viaggio.
con la mia attrezzatura sulle spalle mi incammino verso il porto e cerco di capire la direzione per andare a intersecare la tappa dell’ East Coast Trail a nord; oggi vorrei iniziare da li
percorro strade cittadine e poi fuori citta’
chiedo indicazioni a residenti e passanti
inizio autostop su una strada che giudico adeguata per traffico, direzione e visibilita’; dopo una buona mezz’oretta di attesa ottengo un passaggio da un tizio su auto sportiva che va veloce; non conosce dove io voglio andare ma si offre di portarmici; sbagliamo un paio di volte e facciamo inversione; si ferma da benzinaio e chiede informazioni; uno strano aggeggio in auto inizia a suonare; lui soffia in un tubicino; mi spiega che e’ stato arrestato dalla polizia per guida in stato di ebbrezza e ora deve fare il test a cadenze prestabilite quando è alla guida e questo e’ l’avviso del test da effettuare … Ok, un ubriacone al volante come primo passaggio della giornata ed inizio del viaggio in autostop … iniziamo bene!
Ci fermiamo in uno store e mi offre un pacchetto di patatine; proseguiamo qualche km e mi deposita felice all’inizio del mio trek; lo guardo che se ne torna indietro rombando sulla macchina sportiva.
Dopo aver organizzato il mio zaino sul tavolo della picnic area, inizio il cammino che lascia le ultime fattorie per inerpicarsi sulla scogliera; la giornata e’ grigia ma sembra migliorare …
dopo il primo quarto d’ora su agevole sentiero, probabilmente sbaglio una svolta e mi ritrovo a cercare di procedere immerso in alti rododendri bagnati; dopo 2 minuti sono completamente bagnato da meta’ coscia in giù; il sentiero c’e’, si vede fra i cespugli ma e’ evidente che e’ poco utilizzato oppure c’e’ stata una ricrescita eccessiva durante l’estate; piu’ volte torno indietro perche’ mi viene il dubbio di essermi perso. Pur essendo consapevole che non sono lontano dal sentiero ufficiale mi ostino a proseguire e, non senza piccoli problemi di progressione, eccomi di nuovo giungere sul sentiero principale; mi devo essere perso una svolta distratto dall’osservazione della scogliera; strano … il dubbio persiste ma non mi faccio troppi problemi; lieto di essere di nuovo sulla strada maestra proseguo verso il capo; vengo raggiunto da un uomo con un bel cane e una giovane ragazza; vado piano con il mio grosso carico; faccio un po’ fatica. Ogni tanto mi fermo ad ammirare il panorama; a volte le nubi grigie paiono diradarsi ed il colpo d’occhio regala begli scorci della selvaggia costa; altre volte si chiude ulteriormente e la giornata si fa piu’ buia e triste; arrivo sulla strada nei pressi della localita’ vicino al faro; abbandono lo zaino e proseguo; al faro mi accorgo che il trek non finisce qui; hanno aggiunto alcune sezioni lungo la costa; ero convinto che finisse qui
torno indietro e decido di aspettare un passaggio per tornare e mi addormento abbracciato allo zaino; arriva un furgone con un anziano che mi sveglia; mi fa vedere tutte le sue proprieta’ e poi mi accompagna in paese (il paese da dove sono partito), tornando indietro lungo la strada forestale lunga circa 6 km (molto meno del sentiero che ho percorso nel pomeriggio); mi lascia in strada e io proseguo; cammino per mezz’oretta e poi mi viene sonno; è pomeriggio inoltrato e decido di fermarmi; non facile trovare un buon posto; c’e’ un lago vicino alla strada; ok; c’e’ anche un praticello me e’ troppo in vista; poco lontano, nascosto fra i cespugli trovo un posto e monto la tenda; stanco della prima giornata intera in Canada con un tempo un po’ triste; il morale e’ comunque alto e la curiosita’ di proseguire e’ tanta!.
1 agosto
Pouch Cove – Deer Lake
(2 passaggi verso la TCH + 1 camion per lungo passaggio verso est)
la notte trascorre bene; di primo mattino, non sapendo bene che ora sia, avverto le prime auto passare nella strada poco distante, decido di mettermi in moto; dopo aver preparato lo zaino eccomi di nuovo in strada; non passa molto che una auto si ferma per me; mi porta fino alla junction per la TCH (Trans Canada Highway); il tempo e’ grigio e piove; la giornata si preannuncia triste; lasciato in superstrada dal secondo passaggio della giornata grazie a un gentile signore che mi ha dato uno strappo di una ventina di km, mi incammino ai margini della strada; il traffico e’ veloce, il fruscio delle auto e dei mezzi pesanti che scorrono sulla strada avvolta dal pulviscolo si fa monotono e fastidioso; qui la faccenda si fa triste!; il posto non mi piace molto; le auto sfrecciano rumorosamente; non mi sembra un buon posto per fare autostop; mi guardo in giro per cercare un posto alternativo quando, un camion che si stava immettendo in strada si ferma di fronte a me; mi fa cenno; corro verso di lui e mi invita a salire a bordo; passo con uno sforzo il mio zaino nell’abitacolo molto in alto e mi siedo al posto del passeggero; il camion riparte cambiando continuamente marce; normalmente trasporta latte ma ora e’ vuoto. Il conducente e’ molto simpatico; il suo inglese e’ comprensibilissimo; parliamo di tante cose e mi fornisce anche consigli e indicazioni riguardo alcuni luoghi da non perdere; ci fermiamo per colazione verso le 9; mi offre la colazione e ripartiamo; continuiamo a chiacchierare piacevolmente sfrecciando a oltre 100 km orari e superando anche diverse automobili; il paesaggio che scorre dall’alto dell’enorme truck e’ molto bello, boschi, cale e calette, bracci di mare, colline, salite e discese, boschi, boschi, boschi, boschi ,boschi …..; parliamo del mio progetto di visita nella regione; constatato il brutto tempo lungo la costa, mi consiglia di spingermi dapprima verso ovest e visitare la sezione della costa atlantica per ultima (se avro’ voglia e tempo e in base al meteo); pare che questa estate sia infatti una non-estate per i canadesi della costa atlantica; molta pioggia, brutto tempo e freddo; l’esatto opposto dell’estate italiana del 2015!; acconsento a proseguire in direzione dell’interno dell’isola di Terranova lasciandomi alle spalle il brutto tempo; in pratica mi ha offerto di stare con lui lungo tutto il tragitto che lo riportera’ a casa; sente la moglie al telefono e mi invita a passare la giornata con lui e mi comunica che la moglie ci aspetta a casa per cena!; la nostra meta e’ Deer Lake … circa 600 km a ovest; arrivati a destinazione, sganciamo il rimorchio e lo lasciamo di fianco al capannone dell’azienda dove lavora il mio amico; fa manovra con la motrice e parcheggia poco distante; ora fa caldo e la giornata e’ bella; il grigiore della costa atlantica e’ solo un ricordo (ma siamo sempre sulla medesima isola!); cambiamo mezzo di trasporto e salgo sul pick-up di grandi dimensioni; in un attimo siamo a casa; splendida casa sulla riva del fiume con darsena privata costruita tutta in legno; scendiamo al fiume e faccio un bagno rilassante e una nuotata in mezzo al fiume; qualche moto d’acqua in giro; e’ domenica e c’e’ gente a pesca e in barca; poco piu’ a sud il fiume si immette nell’enorme Deer Lake; una jeep è finita in acqua tentando di caricare il motoscafo; il fatto curioso attira non pochi spettatori; compresi noi che nuotavamo dall’altra parte della riva; visito la casa e facciamo una stupenda cena a base di catfish poi facciamo un giro in auto per mostrarmi la cittadina; il centro non ha davvero nulla di particolare; il posto migliore e’ decisamente la zona del lago con splendide ville dai giardini ben curati e spiaggetta direttamente a lago;
tardo pomeriggio e sera li trascorriamo nel capanno di fianco alla casa; arrivano anche due coppie di amici e la serata famigliare diventa un piccolo ritrovo fra vicini nel quale vengo coinvolto anche io; ecco una stupenda seratina in taverna con amici e vicini di casa; anche un po di karaoke; arriva la mezzanotte; insistono perche’ io dorma nella stanza del figlio che e’ militare di carriera in Quebec; bella cameretta ordinata e pulita al piano inferiore; mi addormento in un attimo!
2 agosto
Deer Lake –bivio 430-431 – trekking Lomond Cove – Woody Point – trekking Table Lands
il mattino verso le 6 sveglia per andare a riprendere il camion; colazione da Tim Horton e poi in strada verso nord; la giornata e’ bella ma salendo le colline ci inoltriamo nella nebbia; 30 km più a ovest l’enorme camion sul quale viaggiavo in compagnia del mio amico accosta e si ferma presso una piccola road house da cui parte una strada secondaria; il mio tragitto “da camionista” finisce qui; il mio amico prosegue verso nord; io invece decido di andare verso la costa e visitare alcune località vivamente consigliate; le nostre strade si dividono;
scendo dal camion e guardo il mio amico allontanarsi lungo la Viking Trail (la strada principale, e unica, che porta verso nord lungo la costa ovest di Terranova che guarda lo stretto di Belle Isle).
È domenica mattina; una bella giornata di sole ma la temperatura è fresca; pochissime auto transitano lungo la direzione principale est-ovest; quasi nessuna prende la mia direzione e mi tocca aspettare un paio d’ore, decido di lasciare lo zaino in vista e vado a fare colazione al bar della gas station proprio di fronte a me, dall’altra parte della strada; evviva la colazione con uova bacon e fette tostate imburrate!!! … e al diavolo se nel frattempo qualche possibilità di passaggio viene persa per la mia mancata presenza in strada; sono scelte; ogni tanto viene fame anche a me ed è difficile rinunciare alla colazione; rifocillato mi metto di nuovo in postazione e non tardo ad ottenere un passaggio da un signore che si reca al villaggio di Rocky Point; chiacchierando decide di fare una deviazione ed accompagnarmi verso la baia che intendo visitare; mi lascia e torna a riprendere la sua direzione; io gironzolo un po nei pressi del punto di informazioni del parco (una semplice capanna in legno con tabelloni colorati con spiegazioni naturalistiche, una buona cartografia e alcune belle foto della zona e le immancabili regole di comportamento da tenere nell’area protetta
Decido di partire per una corta escursione di un paio d’ore che mi conduce dalla parte opposta della baia scavalcando una bella collina passando attraverso un colle non molto più in alto (circa 200 metri di dislivello); lascio il mio pesante zaino incustodito nei pressi della casetta di legno adibita anche ad area picnic; poco dopo l’inizio del cammino, lungo il sentiero trovo un posto dove prendere (o lasciare) alcuni bastoni da trekking (walking stick) ricavati ovviamente da alcuni rami di alberi del luogo; ne prendo volentieri uno per facilitare il cammino e per avere qualcosa in mano da tenere; (da quando faccio sci alpinismo mi piace sempre avere un “attrezzo” che mi aiuti nel gesto tecnico del camminare sia in salita che in pianura che in discesa); velocemente arrivo al colle ma il panorama è occultato dalla fitta vegetazione del bel bosco tutto intorno a me; scendo veloce nell’altro versante e raggiungo la splendida spiaggia; fa sorridere il fatto di arrivare sulla spiaggia isolata e trovare 2 belle sdraio in legno di colore rosso piazzate li proprio per la contemplazione dei luoghi; ovviamente nessuno in giro; bellissima giornata; cielo azzurro, acqua del lago limpida e invitante; qualche rumore proveniente dall’altra parte del lago; guardo sulla carta; quella di fronte a me è ancora la Viking Trail che io ho lasciato quella stessa mattina; la conformazione dei luoghi è molto contorta e non è facile capire le distanze e le direzioni; quello che sembra un lago invece è un braccio di mare, un’insenatura oppure semplicemente un lago diverso da quello che ti aspetti, semplicemente li vicino ….
ritorno velocemente sui miei passi e riprendo di nuovo il mio zaino dopo un paio d’ore di cammino; indugio sulla panchina dell’area pic-nic mangiando una mele e poi mi incammino di nuovo lungo la strada che dal campeggio porta sulla strada principale che dista 5 km; spero di non percorrerla a piedi; si ferma poco dopo un ragazzo che torna da un giro in canoa; mi lascia alla junction e ci salutiamo; aspetto una decina di minuti e una famigliola si ferma per me; sono diretti in un paesino lungo la strada; vanno a fare alcuni lavori nella casa del nonno della moglie morto pochi giorni prima; la mia intenzione è quella di proseguire lungo la mia strada e chiedo informazioni per fare una escursione nel pomeriggio; il marito, molto gentilmente, non si limita a fornirmi una sacco di informazioni ma si offre di portarmi al punto di partenza di Table Land; sono molto fortunato o piu’ semplicemente le persone sono molto ospitali …..
il parcheggio è pieno di auto; il cammino è molto molto popolare; l’ambiente quasi lunare; da un lato della valle terreno rosso con pietre e privo di alberi; dalla parte opposta della valle invece si trovano prati verdi e pendici caratterizzate dalla presenza di alberi di media altezza; bello e particolare questo gioco di colori ed ambienti naturali; nascondo il mio zaino lontano dalla zona parcheggio avendo cura che sia fuori dalla vista e mi incammino con il mio bastone di legno una barretta energetica e la borraccia con un po di acqua e sali naturali; il cammino fino al view point è davvero semplice e banale; largo, in leggera salita e attrezzato anche per i portatori di handicap; si arriva ad un terrazzo in legno che regala una bella vista della valle che si perde nelle pieghe della montagna piatta di fronte a me; si alza un vento insistente e a tratti fastidioso proveniente dalla costa; non mi accontento di fermarmi qui; individuo alcuni ometti di pietra che proseguono oltre il sentiero ufficiale e (turistico) che si ferma qui (come la stragrande maggioranza dei visitatori); io proseguo lungo la valle inoltrandomi nel cuore della montagna; seguo i cairns e ogni tanto mi distraggo e li perdo per poi ritrovarli; navigo a tratti a vista ma è ben chiara la direzione da prendere; il vento è sempre forte ma almeno non fa sentire la potenza del sole; proseguo e mi trovo ad inerpicarmi lungo il tratto finale del vallone davvero lunghissimo e largo; ogni tanto mi volto; sono almeno 2 ore che cammino da quando ho lasciato il sentiero ufficiale; là in fondo più in basso mi sembra di intravvedere la terrazza panoramica dove si fermano tutti; guardo in su e salgo, salgo , salgo lungo pendici pietrose dissestate e giungo persino a pestare un po di neve!
Arrivo in cima e mi si apre un paesaggio insperato e inspiegabile; un vero regalo per l’escursionista che si spinge fin quassu’
la montagna piatta in cima non è più rossa come le sue pendici; è verde e disseminata di laghetti, pozze d’acqua, erba, sassi sagomati e arrotondati; bellissimo e rilassante!
Il tempo si sta guastando velocemente; sul vastissimo altipiano della Table Land si aggirano altri 4 escursionisti come me; un rapido saluto e poi mi dirigo nuovamente giù; con passo veloce e sicuro scendo facendo rotolare sassi e sassolini; ogni tanto mi volto e vedo gli altri escursionisti che scendono come me ma sono molto più lenti; si attardano e li vedo sempre più lontani sopra di me sulla montagna; il maltempo ha ormai avvolto la montagna ma non sembra minaccioso; si sta semplicemente chiudendo ma a nord sembra ancora bello; chissà come si evolverà??
arrivo di nuovo al punto di partenza dopo una bella escursione che era iniziata in modo molto semplice e sono riuscito a trasformare in una signora gita da mezza giornata con almeno 4 ore di marcia (più altre 2 di stamattina)
vento frontale e gocce di pioggia mi attendono non appena mi avvicino al mio fidato zaino; devo essere rapido; ormai sono le 20; è ancora chiaro ma voglio evitare di montare la tenda mentre piove; decido di sfruttare un praticello vicino al parcheggio del sentiero; ormai le ultime auto se ne stanno andando; salto nel torrente per un bagno veloce e poi subito in tenda per proteggermi dal vento; pulito e rilassato dopo una giornata in strada con una escursione corta e una media; non male come inizio; i panorami e la giornata sono stati meravigliosi non è difficile addormentarsi dopo una giornata così piena!
3 agosto
Table Lands – Trout River – Garden Trail
risveglio piacevole in tenda ma con vento forte durante tutta la notte; la mattina il cielo è azzurro; dopo la colazione eccomi subito in strada; non una macchina in giro; cammino in mezzo alla strada nella valle in direzione del mare e ogni tanto mi volto per controllare se arriva qualcuno che può darmi un passaggio; le poche auto non si fermano e sfrecciano via scomparendo all’orizzonte; non perdo la speranza e continuo a camminare; ecco che una macchina si ferma; mi da un passaggio dritto verso la mai prima meta in programma; arrivo a Trout River, località di mare molto carina e ordinata ma di per se un semplice villaggio di pescatori; sembra essere meta turistica nei week end per i local ma ora, lunedi mattina, non c’è nessuno in giro; cerco un posto dove fare colazione ma non trovo altro che un minimarket e un baretto sfigatissimo; mi faccio un caffè e faccio un giro esplorativo poi decido di tornare sui miei passi per andare a fare una escursione in programma; mi incammino di nuovo sulla strada e mi fermo al bivio fuori dal paese; un’auto transita non si ferma e poi torna indietro; scendono in 4 e una donna mi chiede gentilmente se può fare una foto con il mio zaino …. ha sempre sognato di muoversi come sto facendo io in giro per il mondo ed è orgogliosa di fare finta di essere una globetrotter facendosi fotografare dai suoi amici assumendo varie pose vicino al mio zaino e addirittura mettendoselo in spalla (aiutata dal sottoscritto per caricarlo); impressionata dalle dimensioni e dal peso giura di non essere in grado di fare un solo giorno di quella vita ma di invidiarmi un sacco; mi offrono un passaggio per i pochi km che mi separano dall’inizio del mio trekking. Dopo aver nuovamente depositato il mio pesante zaino a terra, li saluto nei pressi del parcheggio del trial head e subito dopo vado a cercare un posto dove abbandonare il mio zaino per il trekking della giornata; ho scelto di camminare lungo il Green Garden Trail che partendo dalle colline raggiunge la splendida costa per poi seguirla per numerosi chilometri attraverso boschi e splendidi prati a strapiombo sul mare; l’escursione e’ di circa 17 km; parto molto leggero solo con un po’ d’acqua e 2 barrette energetiche; la giornata è quanto di meglio un escursionista potrebbe sperare di avere; cielo blu, non una nuvola in giro e temperatura gradevole; parto solo senza il pesante zaino appositamente nascosto nella bassa vegetazione non lontano dal car park; mi soffermo a fare alcune foto e mi raggiunge una bella ragazza canadese dell’Alberta in vacanza con il fratello (che non ha voluto seguirla per la giornata), proseguiamo insieme e chiacchieriamo piacevolmente; decido di scendere la scogliera molto ripida per andare a toccare l’acqua del mare; lei però decide di proseguire da sola non seguendomi e non aspettandomi; avrei invece scommesso che avremmo condiviso la giornata …. mi sbagliavo! Dicendo di volere tornare presto e di non avere nulla contro la mia compagnia, ha preferito proseguire sola … li per li ci sono rimasto un po’ … ma …. si sa …. i viaggiatori solitari sono indipendenti! Non ci sono limiti ne’ vincoli; nessuno ci costringe o ci trattiene; semplicemente e’ andata cosi’ … punto e basta!;
vado per la mia strada, raggiungo la spiaggia alla base della ripida discesa e vado ad una fonte di acqua fresca; mi rilasso un po’ e poi ritorno sui miei passi per proseguire lungo il sentiero principale; piacevole passeggiare leggeri lungo il single track ben segnalato che offre splendide vedute lungo la costa; intuisco il posto dove devo iniziare la discesa che mi dovrebbe portare ad attraversare un torrente per poi allontanarmi nuovamente dalla costa nel mezzo della foresta ma … il sentiero invece di scendere …. sale … sale …. e mi trovo di nuovo sull’altopiano; poi il sentiero sparisce e mi trovo a seguire delle tracce (numerose tracce) che hanno calpestato l’erba alta …. per poi fermarsi nel nulla; non mi convince; dalla cartografia sono certo di dover scendere alle mie spalle ma pare proprio che il sentiero principale passi di qui … per poi interrompersi bruscamente … pare che io non sia il primo ad averlo seguito! Ci sono diverse tracce in giro ma … dove sono andati tutti??
percorro e ripercorro la stessa zona per cercare di capire ma poi mi decido a seguire il mio istinto; scendo il ripido pendio e ritrovo un sentiero (inizialmente molto più piccolo di quello che sembrava il principale) che scende lungo i fianchi della collina; perdo quota velocemente e mi ritrovo esattamente all confluenza del torrente che avevo notato sulla carta; tutto ok; mi spoglio e mi tuffo nell’acqua dolce e fresca del torrente; proseguo poi lungo il sentiero che si allontana definitivamente dal mare e risale le colline; il sentiero ogni tanto è fangoso; mi fermo a mangiare mirtilli e a guardarmi intorno; lo scarso traffico che scorre lungo la strada si sente non troppo lontano; arrivo nuovamente al parcheggio dopo una bella giornata di cammino; riprendo il mio zaino e vado a cercare un posto per la tenda; e’ ancora chiaro ma sono gia’ le 7 di sera; ho voglia di rilassarmi in tenda; pensero’ domattina a muovermi da qui; ora voglio solo fare una doccia e mangiare qualcosa in tenda; trovo un piacevole posto vicino ad un lago stretto e lungo (Long Pond); pianto la tenda nell’erba alta avendo cura di schiacciarla prima con i piedi per verificare l’assenza di umidità; tutto ok; questo e’ il mio posto per la notte!
4 agosto
Garden Trail – Gros Morne National Park – Rocky Harbour
dopo una meritata e rilassante notte in tenda (anche se un po’ ventosa) ecco che riguadagno di buon mattino la vicina strada per ritornare verso la strada principale e portarmi di nuovo in direzione nord lungo la Viking Trail; il primo passaggio non tarda ad arrivare (sarà la terza auto che transita questa mattina); il personaggio non è particolarmente loquace e non riesco a capire bene cosa mi dice; non so se sia dovuto al forte accento o a un evidente difetto di pronuncia. Mi porta fino a un paesino non lontano da Rocky Point; qui mi lascia in strada e parcheggia un po piu’ avanti; si mette a parlare con una sua conoscente; questa mi dice di volermi offrire un passaggio fino alla junction sulla strada principale; e’ diretta a Deer Lake per fare compere; fa la ranger nel parco ed e’ il suo giorno libero; molto piacevole parlare con lei; trascorro una bella mezz’ora in auto parlando di Canada, Italia, stili di vita, ambienti naturali , problemi e aspettative di vita, viaggi ….; eccomi di nuovo nel luogo dove mi aveva lasciato 2 giorni fa il mio amico camionista; ora vorrei dirigermi verso nord
aspetto un po’; il traffico non è mai abbondante ma non ricevo un passaggio subito; tocca pazientare un po …; poi si ferma un tizio piacevole con il quale chiacchiero piacevolmente per tutta la durata del tragitto ; mi racconta storie di orsi al parco nord del Canada; ha fatto il ricercatore per il parco e conosce bene gli ambienti naturali del nord canadese; mi illustra chiaramente le zone che stiamo attraversando dandomi consigli su dove andare e come fare per arrivarci; parliamo anche della lunga stagione invernale in questi posti lontani da tutto; mi lascia nei pressi del parcheggio (già molto affollato di auto, camper e furgoni) per il trekking del Gros Morne; la giornata è bellissima e non si vede una nuvola in giro;
appoggio il mio pesante zaino all’inizio del sentiero; mi siedo e guardo passare un sacco di gente che si incammina per l’escursione; decido di inoltrarmi nella foresta e cercare un posto dove lasciare nascosto il mio zaino; arrivo dopo 300 metri nei pressi di un ponticello che attraversa un torrente; decido di lasciare il sentiero, seguire il torrente per qualche decina di metri e trovare un posto nascosto alla vista dal sentiero dove abbandonare momentaneamente lo zaino; detto fatto!; eccomi leggero camminare in direzione Gros Morne; il sentiero è un continuo saliscendi nella foresta; dopo un’ora abbondante di cammino arrivo a un view point dove si capisce bene la strada che si deve seguire; raggiungo altri gruppi in pausa e vede alcune persone inerpicarsi su per il ripido ghiaione (un ampio canalone) che conduce direttamente e senza tregua sul plateau sommitale; si sentono chiaramente le voci ma le stesse persone saranno almeno mezz’ora di cammino davanti a me; fino ad ora il sentiero è stato davvero semplice; da ora, quando inizio ad attaccare le pendici della montagna piu’ ripida inizio a sentirmi meglio la fiacchezza se ne va e lascia il posto al lavoro ritmato e ampio delle gambe; il respiro si sincronizza con l’andatura e mi ritrovo a procedere con soddisfazione sempre più in alto in un gioco di equilibrio fra i vari sassi; supero in un lampo alcuni escursionisti che patiscono evidentemente il tratto ripido; molti sono fermi a rifiatare; io non mi fermo mai e mi ritrovo in cima dopo penso una ventina di minuti dall’attacco; sotto di me diverse persone ancora impegnate nella salita; in cima, sui pendii erbosi … un regalo bellissimo! …. un moose che bruca erba incurante della mia presenza; diversi altri moose in giro sul vastissimo plateau sommitale; nei pressi della cima (un cairn ad indicare il punto di massima elevazione altrimenti indistinguibile data la vastità del plateau) mi tolgo le scarpe e resto mezz’oretta a sonnecchiare sdraiato sull’erbetta; la giornata è sempre bella ma dal mare vedo arrivare nuvole scure e minacciose. Decido di non trattenermi oltre qui in cima; intanto altri gruppi arrivano alla spicciolata in cima per la foto di rito; riprendo il cammino iniziando la discesa dal plateau seguendo un percorso diverso da quello di salita; la parte fino ad ora non visibile della montagna mi regala uno splendido panorama su un bel lago esattamente posto ai miei piedi; il colpo d’occhio che si ha a quassu’ vale veramente la sfacchinata; con passo sicuro proseguo la mia discesa chiacchierando con le persone che incontro e supero; il sentiero è ben marcato ma percorre un ampio giro per scendere le pendici della montagna; il tempo ora si e’ guastato; il cielo e’ grigio e sono quasi certo di non poter evitare almeno uno scrosci di pioggia; cosi’ accade; a 15 minuti dal termine dell’escursione un forte temporale con tuoni e lampi si abbatte su di me e sugli altri escursionisti che, stanchi, stiamo percorrendo la via del ritorno; in più io devo anche andare a riprendere il mio zaino e sono preoccupato di non aver lasciato il telo anti-pioggia su di esso; non vorrei trovarlo completamente bagnato; inoltre l’ho lasciato vicino al torrente; spero non si manifestino episodi di flash flood come gia’ sperimentato in Utah, dove per poco venivo portato via assieme alla mia attrezzatura; arrivo di corsa al mio zaino, verifico che è tutto ok e non è bagnato; ne approfitto per fare un bel tuffo in acqua e lavarmi e cambiarmi; ormai il temporale è lontano; pulito e profumato raggiungo in 5 minuti il car park; fra i sorrisi e gli sguardi divertiti dei turisti che hanno capito in che modi io stia viaggiando; ora splende di nuovo il sole ma purtroppo si ripresentano anche i moschini!!
mi piazzo poco oltre il parcheggio per fare autostop; aspetto mezz’oretta e si ferma un pullmino con la guida di ritorno dall’escursione; mi lasciano pochi km piu’ avanti nei pressi del visitor center sempre sulla highway; qui aspetto un passaggio che tarda ad arrivare; Rocky Harbour non è lontana; 2 ragazzi in bici mi dicono che la posso fare a piedi, non ho molto voglia di camminare, sono pulito e non mi va piu’ di sudare per oggi; mi incammino lentamente e dopo circa 10 minuti approfitto di una strettoia sulla strada per lavori in corso dove le auto sono costrette a fermarsi; un ranger del parco si ferma e mi porta alla junction per Rocky Harbour; ottimo!
Scendo a piedi lungo la strada e in 10 minuti sono in paese; splendido paesino con baia pittoresca; gironzolo un po; compro la carta telefonica e qualcosa da bere allo store e noto che li vicino c’e’ un bar ristorante davvero affollato con bella musica country; dopo aver passeggiato lungo la staccionata che separa la falesia dalla strada faccio ritorno e chiedo se posso mangiare li; c’e da aspettare ma la cameriera e’ davvero carina; aspetto volentieri e decido per una bistecca di moose; non sono fiero della scelta ma la curiosità c’era ed andava soddisfatta; durante la cena mi si avvicina una persona che mi fa i complimenti per il pomeriggio; pare mi abbia visto mentre salivo tutto di un fiato in cima alla montagna senza fermarmi mentre gli altri gruppi procedevano a fatica!
Ormai è buio; mi piacerebbe stare li seduto con 2 birre Iceberg e sentire un po di musica; ne approfitto per un po’ ma poi la stanchezza ha il sopravvento; riprendo il mio zaino e mi incammino verso un posticino (area pic-nic) che avevo visto scendendo; li vado a installare la tenda per la notte); si alza il vento e si avvicinano tuoni e fulmini; rapidamente monto la tenda e mi organizzo all’interno per la notte; grosse gocce di pioggia non tardano a iniziare a ticchettare sulla tenda; buonanotte ….
5 agosto
Rocky Harbour – Western Brook (Gros Morne N.P.) – Snug Harbour Trail – St. Paul’s
dopo una notte sotto forti temporali con vento e pioggia forte ma ben al riparo chiuso nella mia tenda riemergo il mattino presto che non è ancora chiaro; saranno le 5:30 del mattino; ritorno in paese e vado a fare colazione nello stesso baretto della sera precedente; è ancora chiuso e devo aspettare l’apertura; ne approfitto e mi reco nella hall di un resort dove so di trovare un telefono pubblico; cerco di chiamare casa; non trovo nessuno e chiamo zia Sandra che , contenta, mi riferisce che i miei sono andato a Expo2015 a Milano Fiera.
contento per aver sentito casa mi reco a fare colazione e poi di nuovo su in strada
autostop nella primissima mattinata; è tutto bagnato in giro e i pochi automezzi che passano e non si fermano mi avvolgono in un a nuvola di pulviscolo, dopo un po una coppia di pensionati tedeschi in uscita dal paesino mi da un passaggio ; vanno a fare la crociera nel Western Brook; non era nei miei programmi ma mi incuriosisce; così una volta lasciato in strada miei presi del parcheggio, anziche’ proseguire con altri tentativi di autostop lascio il mio zaino sotto una tettoia di legon e mi incammino verso il fiordo/lago
il posto e’ davvero magnifico; lo raggiungo dopo un’oretta di agile camminata lungo un ampio sentiero sterrato
simile ad un fiordo norvegese o al Milford Sound neozelandese (ma meno imponente)
è un posto turistico; una barca attende i turisti per portarli a fare il giro nel fiordo; c’è un vento fastidioso; io attendo che la barca carica di gitanti se ne vada e opto per una deviazione; ho notato sulla carta che esiste un trek da fare che porta all’imbocco del fiordo nei pressi di una caletta molto pittoresca; e’ un sentiero in disuso; poco frequentato; me ne accorgo subito per la folta vegetazione, le scarsissime segnalazioni e il fatto che per attraversare un fiume esiste solo la corda per tenersi; in mutande, scarponi in mano e marsupio a tracolla ecco che cerco di non scivolare nell’acqua fredda per guadagnare la sponda opposta. Da qui, seguendo tracce id sentiero e sponda del lago, con una lunga camminata infestata dallo sferzare del vento giungo a destinazione; di fatto non particolarmente attraente come escursione; gli scenari più attraenti li avrei certamente avuto acquistando i biglietto e facendo la crociera turistica sul battello … ma … si sa … non amo queste cose (por sapendo che qualche volta mi perdo qualcosa …)
l’ideale sarebbe stato proseguire e inerpicarsi sul plateau sommitale e seguire il fiordo fino in fondo (pare sia fattibile in senso inverso facendosi lasciare in fondo al fiordo dal battello e ritornando indietro facendo un trek di un paio di giorni) tuttavia, pur essendo il posto molto bello… qualcosa non mi attrae in modo particolare e, come altre volte, decido di passare oltre; ripasserò da qui lungo la mia strada di ritorno … magari … se sarò più ispirato farò un altra escursione.
Cosi me ne torno sui miei passi e ritorno al parcheggio sulla strada principale; un forte scroscio di pioggia mi coglie appena in tempo per ripararmi sotto la casetta in legno insieme ad un messicano in giro in bicicletta per un paio di giorni; dopo aver chiacchierato e diviso uno snack in due ognuno per la propria strada
è già pomeriggio. Cerco di proseguire ma non mi è facile ottenere un passaggio; la temperatura e’ fresca e mi copro; dopo un po ecco che si ferma un ragazzo che lavora la servizio battello del il fiordo; sta tornando a casa e mi offre un passaggio sul suo pick up che trasporta un quad; parliamo tranquillamente per 10 minuti poi mi lascia nei pressi di casa sua; io vado allo store a comperare qualcosa da mangiare
la giornata si fa grigia e io attendo inutilmente per un’oretta un passaggio nel parcheggio sterrato di fronte allo store in cima alla collina; ho la visuale su un ampio tratto di strada in modo da poter vedere da lontano quali mezzi sono in arrivo; il traffico va via via diminuendo; mi riprometto di cambiare posto se alla ventesima auto che non si ferma; passato il numero ecco che mi sposto lungo la strada attraversando il piccolo abitato; ormai penso sia tardi ma none’ ancora scuro; oltrepassato un ponte oltre l’abitato scorgo un’area sosta che farebbe al caso mio se volessi passare li la notte; insisto in strada ancora per un po’ ma all’imbrunire decido di desistere e piantare la tenda; in un attimo sono dentro e poco dopo si fa buoi; notte tranquilla vicino al ponte di Saint Paul’s.
6 agosto
St. Paul’s – St. Barbe – ferry – Grand Sablon (Quebec) – Forteau (Labrador)
di buon mattino smonto velocemente la tenda non appena sento le prime auto e camion che percorrono l’unica strada (non lontano dalla mia tenda)
la giornata non è bellissima; un po grigia ma si intuisce che potrebbe esserci un miglioramento in quanto il grigio arriva dal mare e penso che con l’alzarsi del sole e l’aumento della temperatura si possa avere una giornata migliore.
Aspetto il primo passaggio che non tarda ad arrivare.
Mi porta avanti per circa 20 km poi l’autista deve deviare per una strada secondaria e vengo lasciato al bivio
ci salutiamo e lo vedo scomparire in direzione laterale rispetto alla strada principale; va a prendere la figlia per riportarla in paese; farà tempo a tornare indietro trovandomi ancora dove mi ha lasciato in attesa del mio prossimo passaggio
difficile dire quanto tempo io aspetti per tutti i passaggi che ho chiesto (mi ricordo chiaramente le attese piu’ lunghette le altre le metto nella normale vita dell’autostoppista); non meno di 20 minuto dopo però di ferma un signore su un pick-up
gli dico la mia direzione e conferma che mi può portare molto vicino al ferry dove devo andare io
ha un attività di asfaltatura e possiede diversi camion e macchinari; ha una seconda società in Alberta e fa la spola fra il lavoro qui e dall’altra parte del Canada
è simpatico e si chiacchiera molto volentieri; peccato che lui parla molto di soldi; fra un argomento e l’altro intervallato da qualche telefonata di lavoro percorriamo la Viking Trail a 100 km all’ora sul suo enorme pick-up; d’improvviso una telefonata annuncia un problema; pare che un mezzo meccanico si sua dotazione si sia rotto e necessita un intervento rapido per non fermare il lavoro; vengo cosi’ coinvolto anche io nel clima lavorativo;
organizza la sostituzione del pezzo; chiama ufficio per fermare la consegna del materiale in eccesso ; avvisa il meccanico di recarsi sul posto
dopo qualche telefonata un po’ concitata pare che il problema si sia risolto; tutto ok; senza che io chieda nulla, il conducente (gli sto evidentemente simpatico) si offre di allungare la sua strada e portarmi direttamente al ferry; per lui è una deviazione di una ventina di km!; non me lo sarei aspettato; troppo gentile
durante questo lungo passaggio di oltre 200 km il clima e cambiato piu volte ora pioggia, ora grigio ,ora un occhio di sole ma le montagne che si ergono dal lato opposto della costa restano sempre celate dietro una spessa coltre i nubi
Sant Barbe, ovvero il posto dove si prende il traghetto per il Quebec e del Labrador, è un paesino insignificante; a dire il vero la grigia giornata probabilmente non lo valorizza; il simpatico amico mi lascia proprio al ufficio del ferry dicendomi con un sorriso che dovrei essere in tempo per traghettare subito nel primo pomeriggio
mi affretto a chiedere info al desk e faccio il biglietto
non mi sanno dire orario di partenza; il ferry deve ancora arrivare; ne approfitto per pranzare in un ristorantino vicino e bere un paio di lunghi caffè; poi mi dirigo verso il punto di attracco della imbarcazione; alcuni grossi camion sono già parcheggiati in attesa di entrare nella pancia del batello; altri mezzi, fra cui auto, pick-up, caravan camper e qualche moto si accodano
io osservo il traffico che si intensifica nell’area portuale sotto una cappa di dense nubi; qualche goccia di pioggia mi fa desistere dal tentativo di aprire il mio libro e leggere qualche pagina; trovo un posto coperto e li al riparo mi metto a leggere
la nave sbuca dalla nebbia e seguo le operazioni dia attracco; vedo sfilare tutte le vetture trasportate poi inizia il bnostr imbarco; io mi incammino a piedi e salgo al piano adibito ai passeggeri; prendo posto vicino al finestrino e continuo a legger il mio libro; qualche occhiata e qualche sorriso alla gente che incrocio e che i appresta a pranzare sulla nave poi …. quasi non mi accorgo che siamo partiti … mi addormento
la traversata dovrebbe durare 1 ora e poco più ma ci mettiamo circa 2 ore; pare che sia in funzione solo uno dei due motori
continuo a restare seduto al mio posto senza scarpe sulla moquette della sala ristorazione e ogni tanto do uno sguardo alla guida del labrador presa al centro info della nave
in vista della costa inizio i preparativi di sistemazione dello zaino
scendo i ripidi gradini che mi conducono nel vano di carico delle auto e esco per primo dalla bocca della nave dopo un cenno di assenso da parte del personale
anche da questa parte della costa il cielo e grigio e fresco; oltrepasso la zona portuale e proseguo lungo la strada; in breve mi trovo sulle pendici di una collina nel mezzo del nulla; la in fondo alla baia qualche casetta bianca a di indicare l’abitato di Grand Sablon; un passaggio inaspettato mi porta alla junction distante solo 1 km; guidatore va in direzione opposta alla mia e mi lascia andare verso la mia destinazione; attraverso l’abitato e faccio di nuovo segno
una donna su fuoristrada si ferma per me; è di origini slovacche e chiacchieriamo un po’ e un’addetta portuale e torna a casa sua dopo la giornata di lavoro; mi lascia a Forteau vicino casa sua; ne approfitto per fare rifornimento viveri poi esco e mi incammino in strada; molti moschini in questa serata durante la quale la luce in cielo sembra migliorare
proseguo il mio cammino il traffico eè scarsi e nessuno i ferma ; valito i posti dove poter mettere la tenda; di fatto percorro un ampio semicerchio trovandomi dall’altra parte della baia; nel paesino prendo una deviazione avendo individuato un posto tenda vicino ad un faro; sembra carino; vado, monto la tenda e torno sui miei passi per are una doccia nel torrente che avevo visto prima del paese; una ragazza alla guida del furgone con la madre e il cane si fermano per darmi un passaggio divertite dal mio strano modo di andare in giro
dopo una veloce doccia ristoratrice torno in tenda; ormai sta tramontando il sole e il buio arriverà presto
metto i rinforzi della tenda perche’ intuisco che questo puo’ essere un posto ventoso
non mi sbaglio
oltre al vento mi sorprende anche un forte scroscio di pioggia (che fa desistere anche gli ultimi pescatori dall’attardarsi in mare)
leggo qualche pagina del libro e non tardo ad addormentarmi
7 agosto
Forteau – Red Bay -Port Hope Simpson – bivio 510-516 per Cartwright
le prime luci dell’alba mi colgono ancora rannicchiato nel mio sacco a pelo dopo una notte funestata da forti raffiche di vento e alcuni acquazzoni; si può immaginare la faccia di chi riemerge dalla tenda dopo una nottata cosi’ …..
Colazione, ricerca di un posticino per rinfrescarsi e poi subito in strada; trovo un buon posto non lontano dall’ingresso del trekking Pioneer Labrador Trail (chiuso per manutenzione in questa sezione); attendo un po e poi causa la temperatura un po fresca decido di incamminarmi lungo la strada anche per allontanarmi dalle ultima case dell’abitato dove ci sono alcuni cani che continuano ad abbaiare segnalando la mia presenza
quando sento il rumore di un mezzo in arrivo mi volto e faccio segno; dopo alcune auto che incuranti proseguono la loro strada un ragazzo alla guida di un fuoristrada si ferma per me; mi porta solo in cima alla collina; lui deve svoltare in una strada secondaria sterrata per andare al lavoro; lo saluto e se ne va traballando con la sua auto; continuo a piedi e penso passi una buona mezz’ora di strada e di cammino prima che un’auto si fermi; a bordo 2 pescatori di ritorno dalla nottata in mare; mi sistemo sul sedile posteriore del pickup e chiacchieriamo un po; un po’ di musica, loro chiacchierano fra di loro e io cerco di capire mala velocità della parlata e l’accento molto marcato mi rende difficile capire i loro argomenti; è ancora mattino presto
io sono ancora ben coperto in auto causa la temperatura esterna piu che fresca (sicuramente sotto i 10 gradi); loro hanno il riscaldamento acceso e io sono costretto a spogliarmi; orecchie in ebollizione, testa che è un pallone grazie alla nottataccia ,,, insomma … non certo un buon inizio; ma i passaggi della mattina mi danno fiducia; arriviamo a casa di uno dei due pescatori; per ravvivare la conversazione faccio domande circa il loro lavoro e loro mi invitano orgogliosi a fotografare i loro bottino di pesca estraendolo dalle casse freezer sistemate sul pick up
uno dei due pescatori deve proseguire lungo la strada e dopo il trasbordo delle casse si offre di portarmi con lui avanti per circa 30 km; accetto di buon grado e viaggio con lui sulla stretta e unica strada della costa atlantica del Labrador; la mattina continua ad essere grigia e io cerco degli spunti fotografici guardando il panorama scorrere fuori dal finestrino; il vento si fa insistente; un piccolo iceberg galleggia non tropo lontano dalla baia; superiamo il suo paese natale con la sua casa sistemata proprio vicino al porticciolo; si offre di portarmi in cima alla collina per proseguire; scaricato il mio zaino dal cassone lo vedo fare inversione e tornare a casa sua; mi saluta con un cenno della mano e scompare in discesa giu’ per la collina
sono di nuovo solo in strada; il traffico è davvero scarso e il vento fastidioso e incessante; attendo in piedi ma poco dopo inizio ad innervosirmi per il vento e la sabbia che mi frusta la faccia; decido di incamminarmi verso la mia direzione
a volte sembra davvero stupido decidere di incamminarsi …. per dove??? lo sai bene che la tua meta non è raggiungibile a piedi e forse faresti meglio a fermarti dove i trovi ma … tante’ … ogni tant vengo colto dalla frenesia di proseguire e, pur rendendomi conto della stupidità del gesto, conto sempre sulla desolazione del paesaggio che mi circonda e l’assoluta mancanza di traffico per ottenere un inaspettato passaggio dalla prima auto o camion che si trovi ad incrociarmi in strada
cammino cammino cammino cammino
forse + auto in direzione opposta che non verso l’interno del Labrador
un dubbio
sono davvero sicuro di volermi infilare in un posto così lontano?? se non ci va nessuno un motivo ci sarà!
Mi autoconvinco che è solo una “giornata cosi’” e che tutto andrà meglio
mi godo la passeggiata e ogni tanto mi giro per vedere se arriva qualcuno
ai margini di una radura, oltre un ponticello e un torrente mi sembra che il vento mi dia una tregua
decido di fermarmi qui; il posto sembra ok; sono visibile da lontano, riparato dal vento, pochi moschini e c’è una staccionata dove posso sedermi quando sono stanco di stare in peidi e leggere qualche pagina del mio libro
non so proprio dire quanto sto li ma no troppo; attorno alle 13 si ferma un ragazzo su un pick-up; viaggia solo ed è diretto a Cartwright; inizialmente non capisco bene la sua destinazione ma, accertatomi che è un buon passaggio per me accetto di buon grado la sua ospitalità sul mezzo; è un pescatore che torna dal lavoro sula costa più a sud per tornare a casa ed uscire in barca per 4 giorni più a nord; torna in famiglia per 2 giorni e poi riparte
chiacchieriamo piacevolmente dei rispettivi lavori e io spesso interrompo facendo domande riguardanti il paesaggio che stiamo attraversando; ci lasciamo alle spalle la grigia costa per addentrarci nelle sterminate lande del Labrador interno; poco oltre l’abitato di Red Bay (ancora sulla costa) la Trans Labrador Highway si fa sterrata … per 700 chilometri!
Ci infiliamo nel mezzo di un forte temporale che rabbuia il pomeriggio per sbucare dall’altra parte dove pare on a ver piovuto; la strada, larga ed agevole anche se sterrata è molto piacevole da percorrere; la giornata e’ comunque un po grigia, il paesaggio tutto intorno fatto di colline dolci radi alberi, laghetti e pozze d’acqua, erba ,,,, e nulla piu’
il mio compagno di viaggio e’ simpatico, chiacchieriamo un po’ poi ogni tanto sentiamo musica; procedendo a 100 km ora sulla strada sterrata per parlare bisogna urlare un po e ogni tanto facciam o un break con un po di musica; il suo passaggio sarà veramente lungo perche’ mi porterà circa 400 km all’interno del labrador; a metà pomeriggio ci fermiamo per un caffe’ e uno snack a Port Hope Simpson, nulla piu’ che una stazione di servizio con market ben attrezzato lungo la strada verso il nulla piu’ assoluto.
Ripartiamo per i restanti 230 km che ci separano dal bivio per Cartwright; giornata a dir poco sedentaria per me nel senso che davvero ho camminato poco sulla strada ma ho fatto circa 500 km sfruttando 1 ottimo passaggio e altri 2 passaggi piu’ direi locali,
è orma i tardo pomeriggio quando arriviamo al bivio per Cartwright; qui le nostre strade si separano; lui prende una strada secondaria che lo porterà a casa percorrendo ancora solo 90 km; a me restano altri 300 km prima di arrivare a Happy Valley
ci salutiamo allegramente e mi lascia con la quasi certezza che otterro’ un passaggio già in serata
io non ci bado piu’ di tanto ma in cuor mio ne sono quasi sicuro; sono nel mezzo del nulla; solo boschi intorno a me; la prima casa è a 250 km alle mie spalle e altrettanti davanti a me; sono posizionato nell’unico punto strategico che ci possa essere; un bivio in mezzo alla foresta
chi passa non può non pensare vedendomi che mi serva un passaggio
nonostante questo e lo scarsissimo traffico, i pochissimi mezzi che transitano non si fermano; come sempre, per assurdo, sembra ci sia maggior traffico diretto verso la costa, esattamente in direzione opposta a dove voglio andare io
molto bello e rilassante il posto; il sole inizia a calare cosi come la temperatura; i moschini iniziano a farsi insistenti; mi copro e metto anche il cappellino anti-zanzare (quello con la retina che copre totalmente la testa); nonostante questo nuvole di moschini ronzano attorno al cappello; mi sto innervosendo; agitare le braccia è peggio; penso che dovo mantenere la calma; no agitarsi, muoversi il meno possibile; aspettare; impossibile leggere il libro; i moschini si depositano sulle pagine e il loro ronzare e volare tutto intorno distrae e innervosisce; percorro avanti e indietro la rossa strada e ho fremiti di speranza quando sento e vedo in avvicinamento qualche mezzo … ma nessuno si ferma; qualcuno gira nell’unica direzione che non mi serve
inizio seriamente a pensare che passero qui la notte …
dove??
mi guardo in giro e cerco un posto per la tenda non lontano dalla strada ma nemmeno troppo vicino per paura dei grossi camion e soprattutto o di eventuali sassate che possono partire dalle grosse ruote dei mezzi che sfrecciano a 90 km sulla strada sterrata
cerco di avere speranza e pazienza e continuo a gironzolare lungo il bordo della strada; mi sdraio anche in mezzo tanto non passa nessuno ….
faccio il mio solito giochetto
stabilisco un limite, diciamo 10 mezzi; se al decimo mezzo transitato e che non si ferma sono ancora li allora e segno che devo rimanere e sono “autorizzato” a desistere e mettere la tenda
non so quanto tempo impiego a esaurire il limite dei 10 mezzi perchè davvero il traffico e’ inesistente …. ma arriva e passa anche l’auto o il camion numero 10 e, un po deluso, ho la prova che devo rimanere li
installo la tenda (solo la zanzariera)per la verità per ripararmi dalle odiosi moschini (che entrano in tenda ma per fortuna cercano la luce e quindi se ne stanno buoi buoni attaccati al telo interno)
ho ancora speranza di ottenere un passaggio quindi quando senti rumori di motore in avvicinamento mi precipito fuori dalla tenda facendo segno; succede poche volte però e nemmeno in questo caso si ferma il conducente; ormai è quasi buoi e davvero non ha più senso aspettare
mi rassegno e monto la tenda quasi sotto l’insegna con l’indicazione stradale “prossima area di servizio a 294 km; controllare la benzina!); la temperatura si abbassa notevolmente e il buio pesto avvolge la foresta; sol qualche rumore sinistro proviene dai boschi intorno a me; mi copro bene; buonanotte ….
8 agosto
bivio per Cartwright – Happy Valley-Goose Bay – North West River – Happy Valley-Goose Bay
è ancora buio quando sento transitare qualche mezzo fuori dalla tenda
pigro, all’inizio non me la prendo piu’ di tanto
qualcuno si fermerà ; ho tutto il giorno
è ancora buio e fa un freddo cane; mi faccio violenza; fuori dal sacco; mi preparo e esco dalla tenda; almeno i moschini ancora non ci sono; inizio a piegare la tenda; la brina si è condensata sul telo e ha formato un sottile strato di ghiaccetto; accidenti; allora faceva davvero freddo!
Preparo il mio zaino per la giornata e lo sistemo appoggiandolo vicino all’insegna dove ho dormito; non mi guardo allo specchio da diversi giorni; chissa’ che faccia ho; forse è per questo che nessuno si è fermato ieri pomeriggio …
la luce si rischiara e gradualmente ecco il sole alzarsi oltre le cime degli alberi e con lui anche gli odiosi moschini; quando inizio ad imprecare aspettandomi una giornata litigando con gli stupidi insetti ecco che si ferma un pick-up con un uomo che mi fa cenno di salire
mi darà un passaggio fino alla mia destinazione del giorno; Happy Valley; va a prendere la figlia per riportarla a casa in giornata; praticamente uno spostamenti di circa 700 km … così .. andata e ritorno; per loro e normale; certo che le distanze canadesi non sono minimamente paragonabili alle nostre; lo faccio presente al mio compagno di viaggio e ridiamo delle differenze di stili di vita, ambienti e usi fra “noi” e “loro”
nelle pause fra vari argomenti ascoltiamo musica country locale sfrecciando a 90 km ora sulla remota ed unica strada del Labrador; ogni tanto la strada e molto dissestata e l’auto perde trazione saltellando sui buchi; alcuni lavori in corso di risistemazione ci fanno rallentare; e in corso un progetto di asfaltata di tutta la highway grazie ad un importante progetto di costruzione di una enorme diga e conseguente linea elettrica che verrà utilizzata da Terranova e Nova Scotia (Quebec)
dopo quasi 300 km di monotona strada sterrata nel le pieghe delle colline boscose (+ i 400 km di ieri!) la strada si fa di nuovo asfaltata; dopo un grande ponte ecco un bivio che porta a Labrador City (distanza 500 km) e Happy Valley; seguo il conducente a Goose Bay che dista solo 15 km; mi scarica non lontano dal centro; centro?? quale centro?? avamposto delle forze armate americane ora sottoutilizzato questo paese non ha un vero centro ma una strada che allinea tutti principali servizi della zona; per il resto solo villini, villette e case di nuova costruzione
vedo un insegna di information e mi dirigo verso questa ma non capisco che posto sia; chiedo info a un signore su in pick up che si offre di portarmi in giro per la citttadina; simpatico, gentile dopo un tour in giro (nulla di davvero interessante qui) si offre di portarmi a casa sua a mangiare non prima di aver fatto sosta da May (fast food locale a base di pollo); arriviamo a casa sua e mangiamo con e le mani assieme a 3 cani; la moglie è indaffarata con alcune cose domestiche; dopo pranzo mi accompagna per altro tour in giro e facciamo visita a amico che ha problemi con la pompa dell’acqua a casa della madre; passiamo almeno due ore (e almeno 3 birre a testa) prima di risolvere il problema; ormai è fine pomeriggio; risaliamo sul pick up e mi portano a vedere un posto splendido lontano circa 30 km da Happy Valley–Goose Bay. villaggio di indiani nativi con vista sul lago sterminato in mezzo a foreste sconfinate; tour del villaggio e ritorno in serata; arriviamo a casa sua ormai e’ buio; incontriamo tutta la famiglia all’aperto fuori casa davanti al fuoco; fa fresco; mi viene offerto di dormire nel caravan parcheggiato in giardino; accetto di buon grado di dormire in un letto; altra giornata lunga terminata nel migliore dei modi; davvero insperato e piacevole!
Buonanotte!
9 agosto
Happy Valley-Goose Bay – Labrador City
risveglio nel caravan con il mio amico che russa rumorosamente (da solo) nella stanza matrimoniale; fuori e’ gia’ chiaro; mi metto a leggere un po’ di appunti e faccio il punto della situazione e i progetti per i giorni successivi; si sveglia anche lui; ha dormito vestito; scalzo si presenta da me e mi dice che non mi lascia proseguire per la mia strada se prima non mi cucina la colazione; cosa posso mangiare per colazione in Labrador essendo ospitato da un ex pescatore ora lavoratore in miniera?? pesce ovviamente; ???quale??? salmone!; si; al mattino alle 9!
cucinato in modo delizioso da mani esperte, mi prometto di mangiarne due forchettate ma chiacchierando tranquillamente mi accorgo che … ho finito il piatto! Buonissimo!; soddisfatto per i complimenti, mi aiuta a caricare il mio zaino sul pick up e mi riporta alla junction che ho oltrepassato il giorno prima; 1 km prima di lasciarmi in strada vediamo un orso bruno a spasso lungo la highway!
Sono ormai le 10:30 e lui dice essere un ottimo orario per ottenere un passaggio; ci salutiamo ai bordi della strada; lui fa manovra e rientra in città; sono di nuovo solo sulle strade del Canada; alle mie spalle la prossima meta; Labrador City; circa 500 km più a ovest; sbirciando sulla carta, fra me e la mia meta … una sola località in mezzo, a 250 km di distanza … nulla piu’…. .
Il traffico in questi posto come al solito e’ scarso, ma, proprio per questo, sono sempre positivo, pensando di non avere difficolta’ a trovare opportunita’ per procedere; tuttavia le poche auto e camion sfrecciano incuranti di me e mi lasciano in strada, le guardo spaire all’orizzonte accompagnate dall’attenuarsi del loro rumore; alcune invece svoltano per imboccare la strada sterrata dalla quale sono arrivato io il pomeriggio precedente e che forse mi vedra’ tornare il giorno successivo sulla via del ritorno verso Saint John’s s distante oltre 2000 km da qui.
Passano un paio d’ore e alle 13 circa ho un passaggio per Labrador City; si ferma un ragazzone dallo sguardo simpatico che e’ felice di avere compagnia per tutto il lungo viaggio; la strada asfaltata scorre veloce sotto le ruote dell’auto; viaggiamo a oltre 100 km orari attraverso foreste, laghi, acquitrini, paludi, pendii erbosi e colline che si perdono all’orizzonte; arriviamo a Churchill Falls; cittadina anonima nata per ospitare i lavoratori dell’enorme diga creata per generare energia elettrica sfruttando l’omonima cascata; poco lontano dalla strada si incontra un’enorme centrale elettrica che per la verita’ e’ solo la punta dell’iceberg; pare infatti che l’estensione maggiore di questo impianto si estenda sotto terra per chilometri e chilometri; qua fuori solo boschi e colline ….
proseguiamo lungo i restanti 200 km sempre sulla strada agevole; arriviamo a Labrador City attraversando una sezione di lavori in corso caotici dove riusciamo a fare persino una coda di circa 10 auto!!
il mio compagno guidatore e’ atteso da due amiche per la riparazione di un macchinario quindi ci affrettiamo con i saluti e poco dopo vengo lasciato solo nel mezzo di un parcheggio sterrato ai margini della cittadina; poco lontano i rumori fastidiosi dei lavori stradali in corso.
E’ ormai tardo pomeriggio e mi trovo a camminare avvicinandomi a quello che intuisco essere il centro; citta’ mineraria cresciuta con la gemella Washburn (nata per ospitare un’altra societa’ di estrazione mineraria) non ha davvero molto da offrire; mi soffermo per leggere le notizie storiche su un pannello esplicativo appena fuori la chiesa; lunghi e freddi inverni; una tormenta disastrosa negli anni 60… non molta storia
perche’ arrivare fin qui?? cosi’! … anche solo per il gusto di esserci; da buon geografo-cartografo immagino i luoghi da visitare a casa, poi vado a verificare; poco importa se sul posto non mi piacciono piu’ di tanto; la soddisfazione della scoperta e’ sempre gratificante; i bilanci, come sempre, si fanno alla fine; se Labrador City in se non ha nulla da offrire, e’ stata comunque una bella avventura arrivare fin qui e soprattutto come ci sono arrivato!
Bene!
Rilassato, gironzolo per le quattro vie attorno alla chiesa, iniziando a cercare un posto carino e tranquillo dove posizionare la tenda; come al solito mi serve l’acqua; cerco un ruscello, un torrente, un laghetto; ritorno nella zona di transito principale caratterizzata da qualche capannone e centri commerciali; questa sera per cena McDonald; mi devo affrettare, voglio trovare il posto prima che arrivi il buio; intuisco la presenta di un lago non lontano dalla cittadina; per una strada residenziale arrivo in un ampio spiazzo un po’ appartato; trovo il giusto posto per la tenda e la preparo; poi decido di farmi una meritata doccia; mi avvicino alla riva e studio dove sia il posto migliore; non facile perche’ c’e’ parecchia melma e non e’ piacevole camminare a piedi nudi nella fanghiglia non vedendo dove metti i piedi!; percorro una sezione della spiaggia e trovo una spiaggetta comoda vicino all’attracco di due idrovolanti; spiaggetta sabbiosa, pulita; ok; questo il mio posto; nudo, sapone in mano; immersione, emersione e insaponata; immersione, nuova emersione, risciacquo finale; cambio vestiti; pulito e profumato mi dirigo rilassato verso la tenda dove stendo i panni; poco dopo mi dirigo a cena da McDonald’s dove carico il cellulare, e le pile, guardo qualche notizia locale e mi soffermo a guardare gli avventori di questo posto sperso in mezzo al nulla del Canada Orientale.
La stanchezza non tarda ad arrivare; ormai e’ buio,saranno le 9:30; torno con passo sonnolento alla mia tenda e con piacere apro la zip; entro e mi infilo nel sacco gia’ steso ad aspettarmi; leggo qualche pagina del libro ma crollo poco dopo.
10 agosto
Labrador City – stop a 30 km da Happy Valley
notte tranquilla
verso le 6 sono già in piedi; esco dalla tenda e preparo il mio bagaglio; per colazione ritorno da McDonald’s e approfitto per telefonare a casa dicendo con orgoglio che sono a Labrador City; da ora comincia il mio viaggio di ritorno verso Saint John’s e il volo per casa; non ho fretta; incurante del traffico della strada principale mi metto in cammino sapendo gia’ dove devo mettermi per cercare di tornare sui miei passi; il giorno prima infatti avevo intuito il posto migliore che sto andando a ritrovare ora; e’ lo svincolo di entrata della Trans Labrador Highway che permette alle due cittadine gemelle di Labrador City e Washburn di connettersi con la strada principale; e’ evidente che il traffico transita da qui; giunto alla postazione scelta, non mi resta che aspettare pazientemente; qui davvero incamminarsi non avrebbe proprio alcun senso!; sono tranquillo e sereno; penso non ci siano problemi per un passaggio; male che vada potrebbe fermarsi il tizio del giorno precedente che so dover tornare indietro oggi; faccio segno a auto e camion che lasciano la strada di collegamento fra le due cittadine per immettersi nella direzione a me utile; alcuni non si fermano; altri si scusano per essere gia’ carichi; si ferma un tizio gentile ma va poco lontano; insieme valutiamo che sia piu’ conveniente per me aspettare qui; sorrido e saluto ringraziando per la gentilezza. L’ombra del palo segnaletico sull’asfalto si e’ mossa parecchi da quando sono li; saranno passate un paio d’ore ma sembra ancora presto; d’altronde io sono in piedi dal primissimo mattino quindi le mie giornate sono lunghissime; quando inizio a sperare davvero che sia l’ora che si fermi qualcuno, ecco che come per magia si ferma un camion!; mi arrampico nell’abitacolo subito dopo aver passato il mio zaino; il camionista e’ molto simpatico e parla un inglese molto comprensibile; chiacchieriamo piacevolmente lungo il percorso di ritorno verso Happy Valley-Goose Bay; il tempo e’ bello e il camionista mi illustra le bellezze della zona e mi racconta del grosso incendio che ha bruciato diverse case nei boschi non lontano da li; si vede infatti il segno lasciato dal fuoco
la strada e’ lunga; lampi e tuoni, un temporale (da qui possono partire i pericolosi incendi di cui parlava)
si mette a piovere; poi ancora asciutto; si continua a parlare e ogni tanto sentiamo un po di musica; si ferma per me a una fonte per farmi assaporare l’acqua (a suo dire purissima); in effetti e’ fresca e dissetante; dice che e’ utilizzabile anche in pieno inverno; mi parla di giornate invernali lunghe e buie in mezzo a muri di neve nella tormenta alla guida del suo camion; anni fa e’ anche rimasto bloccato per due giorni in mezzo al nulla per una tormenta di neve; difficile immaginarlo ora che tutto intorno a me ci sono solo alberi, bei prati verdi e laghi azzurri. Giunti a Churchill Falls ci rechiamo nella centrale elettrica per scaricare dal camion alcuni pezzi metallici; io resto sul camion; non ho l’autorizzazione per scendere non avendo nemmeno il caschetto e il giubbino obbligatorio; dopo un rapido stop nella rest area per un caffe’ eccoci di nuovo in strada; mi invita a passare la serata con lui e un suo amico che lo aspetta a casa sua a circa 30 km da Happy Valley; per l’occasione ci fermiamo in strada per pescare un paio di trote per la serata; come esca utilizza qualche insetto appiccicato al radiatore del camion; piove abbastanza forte ma la temperatura e’ buona; purtroppo a disturbare l’atmosfera ci pensano i famosi e odiosi moschini; anche il mio socio impreca infastidito; ci rifugiamo a pescare sotto il ponte al riparo dalla pioggia; non faccio in tempo ad estrarre la macchina fotografica che lui ritrae la canna da pesca; la prima trota ha abboccato!; la seconda arriva dopo aver cambiato piu’ volte postazione sempre vicino al ponte; lo seguo come un’ombra mentre si sposta cercando i posti migliori per pescare; decide di proseguire qualche chilometri; sostiene di avere un posto migliore pochi km piu’ avanti; ripartiamo e ci fermiamo di nuovo; un camion in mezzo alla foresta sulla strada asfaltata con due scemi con una lenza in mano a caccia di pesci; situazione che accade sono a girare per il mondo in questo modo!; il solo ripensarci mi fa sorridere.
Non piove piu’ ma la giornata e’ sempre grigia; il temporale si e’ allontanato ma sembra che se ne stia avvicinando un altro; ecco i lampi laggiu’ in fondo appena sopra gli alberi; scrutando le cime degli alberi ecco un’aquila che plana sul suo nido posto proprio in cima; uno spettacolo! Continuiamo; la strada e’ ancora lunga; ormai siamo a fine pomeriggio; eccoci arrivare dal suo amico; parcheggia il camion sempre in strada e andiamo a bussare alla porta della casetta in legno poco lontano; da fuori sembra un po baraccata ma entrando scopro essere molto bella e ordinata; l’arredamento non e’ di mio gusto ma non mi sarei aspettato una sistemazione cosi’ vedendo la da fuori!
Il suo amico e’ contento che io sia stato invitato (era stato avvisato con una telefonata durante la giornata dal camionista)
dopo un doppio aperitivo con Coca Cola e rhum in veranda con zanzariere ) ci spostiamo in sala da pranzo per trota, pollo e patatine fritte; che cenetta!!; alla salute! Dopo cena riceviamo la visita dei vicini che arrivano e si piazzano in veranda; sembrano abbastanza anziani e non e’ sempre facile capire tutto perche’ parlano veloce ma spesso riesco a capire il senso dei discorsi; con l’amico camionista e il proprietario di casa invece non c’e’ problema. Ormai e’ buio; abbiamo chiacchierato, cenato e bevuto; e’ ora di andare a nanna!; chiedo di poter piazzare la tenda nello spiazzo vicino a casa; dove voglio! Non c’e’ problema!; … attento agli orsi!
Con lo stomaco pieno e leggermene ubriaco mi infilo in tenda; il mio amico barcollando sale sul camion per dormire
Buonanotte
11 agosto
Happy Valley-Goose Bay – L’Anse au Loup
con un colpo di clacson (come da accordi della sera precedente) mi avvisa di essersi svegliato; non mi sorprende perche’ io ero gia’ pronto; la tenda gia’ arrotolata sullo zaino e io gia’ vestito e pronto; accende il motore del bestione sempre parcheggiato in strada e dopo 5 minuti ripartiamo in direzione Happy Valley-Goose Bay; dopo mezz’oretta ecco che arriviamo al famoso incrocio che io ormai conosco bene; non entro in citta’; lui ha appuntamento per colazione con un amico e poi va a scaricare il camion; mi lascia al bivio e io mi ritrovo di nuovo solo; saranno le 7 del mattino; poco traffico in giro per ora; ho tutta la giornata avanti a me e non mi preoccupo; inizia il traffico dei lavoratori della strada e della diga; il traffico si intensifica ma capisco che e’ traffico di lavoratori; grossi camion carichi di ghiaia terra e sassi fanno la spola fra il deposito e l’area di lavoro; alcuni ormai lo riconosco; avanti indietro, avanti indietro; chissa’ cosa penseranno dell’autostoppista che aspetta ormai da ore; inizia a fare caldo mi riparo un po’ all’ombra; bevo, leggo un po’ il mio libro; molto traffico ma nessuno si ferma; inizio a diventare un un po impaziente ….; il camionista che il giorno prima ha condiviso con me la giornata e mi ha scaricato la mattina sempre li, sta ritornando verso Labrador City; mi vede ancora li; mi suona e si ferma e mi chiede come va; tanto traffico ma tutto locale! Lui annuisce; mi lascia con un sorriso e dice di non disperare; pochi minuti dopo un enorme camion si ferma per me; e’ un suo amico!; e’ stato avvisato via radio da lui invitandolo a caricarmi qualora mi avesse visto in strada; e’ diretto a L’Anse au Loup, sulla costa; uno strappo di ben 700 km!; ecco che dopo lunga attesa ho risolto anche questa giornata con un “salto” inaspettato ma tanto atteso!; la vita dell’autostoppista va anche cosi’.
Dopo 2 km per’ ci fermiamo per lasciare il rimorchio vuoto e agganciare un altro carico.
tutto ok; camionista canadese per un giorno!; entriamo nell’enorme piazzale in mezzo alla foresta disseminato di tubi in ferro e altro materiale ben ordinato pronto per essere caricato e portato nei vari cantieri; noi andiamo alla ricerca del carico destinato alla motrice; sembra sia tutto ok quando si accorge che qualcosa non va; il rimorchio ha due ganci tranciati!; non si puo’ viaggiare cosi’! necessita un trasbordo su altro rimorchio; perdiamo almeno due ore in attesa che venga allestito il nuovo carico; finalmente siamo pronti per affrontare la lunghissima strada sterrata che ci riporta versol la costa atlantica; si parte! (non prima che il camionista abbia sniffato una pista di haschish!!); parliamo piacevolmente e sentiamo un po di musica; ci fermiamo dopo un paio d’ore per controllare i tiranti del carico; una gomma sembra bucata; torniamo indietro circa 15 km presso un cantiere nei pressi della strada; qui ci cambiano la gomma e dopo mezz’oretta siamo di nuovo in strada; la giornata e’ lunghissima ma anche i km da percorrere sono molti; tardo pomeriggio, crepuscolo poi … buio; solo i fari ad illuminare il nastro di strada sterrata che si perde nel nero della foresta; ci fermano a Port Hope Simpson per un coffee alle 22:30 poi di nuovo in strada; alle 0:30 il mio camionista si ferma e va nell’abitacolo dietro a dormire un’oretta; il motore e’ sempre acceso per mantenere in pressione l’olio; mi dice di svegliarlo alla 1; riprendiamo nel buoi della notte e alle 2 arriviamo a L’Anse, localita’ che io riconosco al buio perche’ ho sostato qualche giorno fa per andare verso nord; insonnolito, cerco un posto per la tenda ; trovo un praticello non lontano da alcune case private; ok per questo posto; sono le 2:30 di notte; schiaccio erba e verifico che non sia zona umida o bagnata; ok; cosi’ in un attimo installo la tenda e mi infilo dentro a dormire. Buonanotte
12 agosto
L’Anse au Loup – L’Anse au Clair – Grand Sablon – ferry – St. Barbe – Flower’s Cove
ho dormito poche ore ma sto bene; il mattino e’ grigio qui sulla costa; in un attimo risalgo la riva erbosa e sono di nuovo in strada; eccomi camminare in direzione sud; poco fuori il paese, in cima a una collinetta con salita ripida, raggiungo con sorpresa e soddisfazione una bakery; qui mi fermo abbandonando in strada il mio carico; colazione meritata con cioccolata e due paste, poi riparto; mi allontano dall’abitato e faccio segno alle poche auto che vengono nella mia direzione; un vecchietto mi porta ben oltre la sua destinazione e mi lascia in cima a una collina per non farmi fare la salita!; tutto contento e sorridente fa inversione a u e torna indietro a casa sua; proseguo a piedi e con un altro passaggio guadagno ancora una decina di km; proseguo sempre e su un altopiano le auto sfrecciano incuranti di me ; faccio segno a una pattuglia della polizia (non sapevo che fossero loro); non si ferma … ; la macchina immediatamente dietro invece si; ….. e’ un altra auto della polizia! Mi portano al confine fra Labrador e Quebec; sta andando a portare l’auto a riparare e quello che lo precedeva era il suo collega; mi lasciano nei pressi dell’officina; ringrazio e saluto; proseguo a piedi ormai e’ gia’ mattino … e i moschini ritornano a dare fastidio.
Un ultimo passaggio in terra Quebec mi porta direttamente al ferry terminal; qui lascio lo zaino e cerco informazioni per il battello; ho tempo per gironzolare; il mattino e’ sempre grigio; torno sui miei passi per almeno 2 km per fare colazione in un posticino che avevo notato durante l’ultimo passaggio della mattinata; mi merito un’ottima colazione anche se l’ho gia’ fatta; ritorno al ferry terminal e chiacchiero con una coppia motociclista in giro per vacanza. Arriva il traghetto e aspetto che scarichi il contenuto; salgo e trovo posto sui tavoli del ristorante. Vorrei leggere un po’ ma resisto davvero poco; mi addormento con la testa sulla cartina e con il mio libro aperto; la traversata di ritorno quasi non la vedo; mi sveglio quando la costa di Terranova e’ gia’ vicina.
Rapidamente scendo le scale ed esco dalla stiva della nave; mi allontano e ho un attimo di indecisione proseguendo lungo la strada; non sono certo di seguire la giusta direzione ma il mio fiuto poi mi dice di si; raggiungo la strada principale e mi posiziono cercando di proseguire verso nord; non passa molto che trovo un passaggio; la costa e’ bella; pochi alberi, molto verde alcuni laghi e laghettini, alcuni minuscoli villaggi lungo la strada e poco lontano da questa; la strada e’ moderatamente trafficata; con una sequenza di altri tre passaggi raggiungo una localita’ non lontano dal mare; qui cerco ancora di andare a nord ma poi capisco che il tempo sta peggiorando; non vorrei installare la mia tenda sotto un forte scroscio d’acqua, inoltre ormai sembra essere un po’ tardi; trovo un laghetto dove fare un meritato bagno poi, pulito, mi avvio dall’altra parte della strada in un ampio parcheggio vicino alla stazione dei pompieri del paese; riesco a montare la tenda poco prima che uno scroscio d’acqua decreti la giusta decisione di fermarmi per la notte; installo la tenda su una pedana in legno fissando i tiranti perche’ prevedo una notte di vento e acqua … e cosi sara’ …!
13 agosto
Flower’s Cove – St. Anthony – L’Anse aux Meadows – bivio 430-435
sento le prime auto sfrecciare sulla strada ancora bagnata; esco dalla tenda e organizzo lo zaino; sono subito in strada nel punto esatto dove ieri sera mi sono fermato ma subito mi metto a camminare verso nord; voglio uscire dall’abitato perche’ vedo che la in fondo sembra esserci un grosso incrocio e devo sapere se e’ un buon posto per autostop; non passa molto; alle 8:45 circa un signore gentile che va a Saint Anthony (in ospedale a fare degli esami clinici) si ferma per me; e’ ok; vado con lui fino la; chiacchieriamo piacevolmente per tutto il tragitto; a Saint Anthony mi lascia presso Tim Hortons e ci salutiamo; lascio lo zaino qui e, dopo colazione percorro tutta la baia a piedi e salgo il promontorio con vista sulla baia e sull’oceano Atlantico; peccato per la giornata grigia e umidiccia …; faccio un ampio giro e ritorno sui miei passi in paese; recupero lo zaino e mi metto di nuovo in strada oltre l’abitato; faccio autostop e inizia nuovamente a piovere; un signore gentile che abita li vicino, rientrando in auto nella sua proprieta’, mi dice che se piove forte e non riesco a trovare un passaggio mi posso riparare sotto la sua tettoia; non fa tempo a dirmelo che l’auto dietro di lui si ferma per me; un gentile signore che parla con ottimo accento mi accompagna per una ventina di km; immediatamente dopo, grazie ad un altro passaggio riesco a proseguire per il bivio che mi dovrebbe portare all’estremo nord dell’isola di Terranova; il guidatore sta andando nella sua casetta di campagna non lontano da li; ci salutiamo al bivio e lui scompare in una stradina secondaria. Ok, sono gia’ al bivio; io da qui cerco di andare alla punta estrema nord per visitare il sito Unesco di L’Anse au Meadow, primo sbarco dei vichinghi in terra nordamericana;
alla junction aspetto un passaggio valutando il da farli qualora nessuno si fermi per me; una auto fa manovra; scende un ragazzone che parla un ottimo inglese, chiacchieriamo un po; l’altro ragazzo aspetta in auto dall’altra parte della strada; stanno aspettando un gruppo di amici; se saro’ ancora li mi daranno un passaggio piu’ tardi.
sono piu’ veloce io; ricevo un passaggio da un tizio che abita in un villaggio in una baia poco lontano dal sito; mi porta dritto fin lassu’; il tempo e’ grigio, c’e’ vento; inizia a piovere; corro con il mio zaino nel visitor center; qui mi rifugio guardando e leggendo le spiegazioni e la storia del sito; entro e seguo le passerelle in legno che mi portano verso il sito vero e proprio; resti di insediamenti e una fedele ricostruzione delle capanne con figuranti che raccontano la storia; inizia a piovere forte; le capanne sono l’ideale; assieme ad altri turisti ci ritroviamo tutti dentro a queste capanne con il fuoco acceso; i figuranti in abito tradizionale iniziano a raccontare storie di Vichinghi ….; quando spiove esco e mi incammino verso la costa l’abitato minuscolo di L’Anse; dopo uno sguardo in giro al paesaggio molto bello ma grigio decido di tornare indietro. Avevo valutato l’ipotesi di fermarmi qui attorno per la notte ma un senso di irrequietezza mi pervade; voglio andare, voglio proseguire, voglio muovermi. Da qui in poi sara’ davvero il ritorno; non piu’ deviazioni; si torna a Saint John’s; mi incammino solo lungo la strada asfaltata deserta e ancora bagnata, spero solo non piova di nuovo ma ho poche speranze … .
faccio segno alle poche auto che passano
nessuno si ferma; incurante proseguo a piedi; si ferma un coppia ma vanno poco piu’ avanti; ringrazio ma proseguo a piedi poi ecco che si fermano una coppia di australiani con auto a noleggio; lui impallinato con i prezzi non fa altro che raccontarmi cosa paga per questo per altro e altro ancora; sono simpatici; con loro ritorno alla junction poi loro vanno a Saint Anthony; io dall’altra parte; non passa molto tempo e ricevo un altro passaggio; incredibile come riesco a proseguire anche senza troppa convinzione in questo pomeriggio grigio e un po’ triste; male che andasse pensavo di rimanere a L’Anse per la notte e invece, perseverando in strada si riesce a progredire bene!
L’ultimo passaggio mi lascia nei pressi di una deviazione dalla strada principale; ormai e’ grigio e tardo pomeriggio; cerco invano altri passaggi nello scarso traffico serale; pioviggina; decido di contare le auto; stabilisco come sempre 10 passaggi; se al decimo nessuno mi ha caricato e’ tempo di fermarmi; cosi’ succede; individuo un po’ di erba che sembra non essere paludosa, esco dalla strada e vado a verificare; ok, ormai sta arrivando il buoi; per oggi basta cosi’; tenda e a nanna.
14 agosto
bivio 430-435 – Deer Lake – Gander
la mattina inizia con tempo grigio e piovigginoso; non partiamo per nulla bene!; dopo aver riguadagnato la strada principale eccomi di buon mattino gia’ a fare autostop; il traffico e’ scarsissimo; sono piu’ numerose le poche auto che vanno in direzione opposta alla mia; le nuvole si alzano e si abbassano; ogni tanto ho la speranza che migliori intravvedendo un occhio di luce trasparire fra il grigiore mattutino; vengo subito deluso dal rapido abbassarsi delle nuvole che nascondono nuovamente le foreste tutte intorno a me; potrei essere nella pianura padana in una mattina di novembre ..; con pazienza aspetto che qualche buon anima si fermi; dopo almeno un’oretta di paziente attesa ecco fermarsi il ragazzone (David) conosciuto il pomeriggio precedente alla junction per L’Anse ……; e’ molto simpatico e si dimostra contento di avermi ritrovato lungo la strada; e’ originario di Corner Brook ma ha vissuto per anni Londra e poi si e’ trasferito a Vancouver dove ha trovato il compagno (di origini asiatiche); trascorriamo tutta la mattina in auto (mi sta dando un passaggio di oltre 300 km); parliamo davvero di tutto; dal lavoro ai problemi personali a … Papa Francesco!; il meteo muta varie volte nel corso della mattinata ma si fa via via sensibilmente piu’ caldo dirigendoci verso sud; dopo almeno due soste per altrettanti coffee e per un’occhiata alla costa arriviamo verso le 14 al grande bivio che ci separera’; lui procede verso sud; io mi dirigo verso est … non dopo aver condiviso un buon pranzo in un affollato autogrill; ci salutiamo e io mi incammino lungo la strada cercando un posto buono per un passaggio; non e’ piacevole camminare sotto il sole che scotta lungo una strada trafficata; sia per il caldo che per il rumore delle auto e dei camion che ti superano scomparendo all’orizzonte; trovo un posto che mi sembra ok; dopo poco pero’ capisco che devo allontanarmi ancora; un vecchietto su un fuoristrada immenso inverte la sua direzione e accosta; non mi da un passaggio; mi offre semplicemente una bottiglietta d’acqua fresca e dopo avermi chiesto chi sono e dove vado, soddisfatto e sorridente se ne va per la sua strada facendomi un saluto dal finestrino; amichevole! Sono nuovamente sulla TCH (Trans Canada Highway) ma questa volta sto facendo il viaggio a ritroso verso est, verso St John’s; un passaggio da un gentile signore che esce dall’aeroporto mi fa progredire di circa 30 km; da qui con un altro passaggio raggiungo un road house grazie ad un passaggio da una coppia che si ferma qui a mangiare per la serata; ormai sembra tardino; penso di fermarmi per la notte e chiedo indicazioni al bar per un posticino per me e la mia tenda .. magari vicino a un laghetto ; ottengo buone indicazioni … ma poi cambio idea; decido di rischiare! Fino a quando sara’ ragionevolmente chiaro per essere in strada vorrei provare ad andare avanti; mi fermo ancora aspettando un passaggio di fronte all’uscita dalla road house sperando un un passaggio da qualche truck driver che riparte dopo aver fatto fermata qui; passa ancora una mezz’oretta; mi do tempo ancora per 10 auto di passaggio … un grosso pick up che traina un caravan attrettanto enorme sfreccia lungo la strada per fermarsi 200 metri più avanti; non sono sicuro si sia fermato per me; indugio; un omino scende e mi fa cenno di raggiungerlo; woow! … che culo!!; mi affretto a prendere lo zaino e mi dirigo verso il mio prossimo compagno di viaggio; mi accoglie con un sorriso scusandosi per la lunga frenata; mi ha visto in ritardo e non e stato facile fermare il mezzo in poco spazio; e’ un simpatico iraniano con passaporto americando dagli anni ottanta; personaggio simpatico e curioso; ha piu’ di sessanta anni, una vita di vari lavori e ora sta semplicemente girando il Canada e deve consegnare il mezzo che sta guidando a Saint John’s; ha una compagna cinquantenne asiatica che lo chiama piu’ volte al cellulare da Toronto durante la nostra conversazione e della quale sembra essere innamorato; ha fatto un sacco di lavori e ora mi da l’impressione di essere un po’ hippy, un po’ girovago ma molto scaltro ed esperto; parla un inglese con forte accento asiatico ed e’ comprensibilissimo; parliamo un po di tutto ma dopo un po’ si fa buio e la stanchezza si fa sentire; cerchiamo un posto per dormire; lui consiglia di trovare il parcheggio di Wall Mart che sembra sia ufficiosamente adibito ai camper; lo troviamo in tarda serata a Gander; io mi allontano mentre lui fa manovrea e vado a installare la mia tenda in un praticello non lontano; sono stanco e non tardo ad addormentarmi; di notte si alza un venticello che diventa via via piu’ intenso senza essere troppo fastidioso.
15 agosto
Gander – Terranova National Park – Buckley Cove Trail –
il mattino successivo mi sveglio con la luce del primo sole; occhiata in giro; il parcheggio e’ semi deserto; solo qualche altro camper e caravan parcheggiato; un po’ di vento a scuotere il telo della mia tenda; qualche richiamo di uccello simile ad un gabbiano …; vorrei entrare nel centro commerciale a fare colazione ma apre alle 7:30; sono le 6; dopo aver chiuso la tenda mi faccio un girettino a piedi aspettando che anche il mio amico iraniano si svegli e scenda dal pick up; mi metto a leggere anche qualche pagina del libro seduto sul cordolo che delimita il parcheggio dalla zona incolta dove ho dormito; apre il centro commerciale e entro dopo pochi minuti; gironzolo senza interessi ne’ mete; aspetto ancora un po’ e mi dirigo da McDonald’s per la colazione poi vado in bagno; mi sciacquo bene per svegliarmi e gia’ mi sento meglio dopo la colazione e una sommaria ripulita; ecco il mio amico entrare in bagno; ci salutiamo e ci diamo appuntamento a fra poco vicino al camper; si accorge di aver rotto un cavetto del gancio traino; andiamo da Canadian Tires per cercare il pezzo da sostituire e poi, finalmente, verso le 9:30 ci mettiamo nuovamente in viaggio; mi offre di portarmi a Saint John’s con lui ma io sono (quasi) troppo in anticipo e ho altri programmi; ,mi faccio lasciare all’uscita per il Terranova National Park che raggiungo con una camminata di 20 minuti circa; dopo una visita la visitor center rimango nei pressi del parco per un po’; mi rilasso e mi guado in giro.
la giornata e’ davvero magnifica; caldo, cielo azzurro, posto incantevole con foreste e acqua marina che si incunea in ampi bracci di mare; non sembra mare ma lunghe insenature articolate; sembrano laghi; c’e’ una bella arietta che rende piacevole stare all’aria aperta;
decido di lasciare lo zaino al visitor center e mi incammino per un escursione pomeridiana con giro ad anello nella foresta e che arriva anche in una deliziosa spiaggetta; sono indietro dopo un paio d’ore con una fame da lupo; decido di sostare qui al baretto del parco con magnifica vista sulle acque gustandomi un buon panino e una birra, e’ meta’ pomeriggio; al baretto del visitor center alcune famigliole con bimbi piccoli schiamazzano e corrono in giro; le mamme che rincorroni i fil+gli, i padri dall’addome prominente non si muovono piu’ di tanto; sguardi incuriositi e sorrisi di circostanza in direzione dell’escursionista con l grosso zaino….; nella lista degli eventi del parco noto che la stessa sera ci sara’ un concerto all’aria aperta nel centro parco piu’ a sud; decido di raggiungerlo utilizzando un sentiero che corre lungo la sponda del braccio di mare; carico il mio pesante zaino e mi metto in cammino; e’ gia’ tardo pomeriggio e conto di raggiungerlo entro sera; arrivo verso le 20 e trovo un bel posto ad accogliermi; peccato che e’ ferragosto e il camping e’ stato preso d’assalto dai campeggiatori; non un posto libero in giro; curioso dove poter mettere la tenda ma non trovo un posto che mi piaccia; alla fine, un po’ per pigrizia, un po’ per necessita’ di stendere il mio materiale, decido di bivaccare nell’area picnic coperta nel centro del campeggio; inizialmente prevedo di dormire sui tavoli ma poi si alza aria; decido di mettere la tenda zanzariera per proteggermi; sara’ una pessima idea; la zanzariera viene notata da qualcuno che riferisce agli addetti alla vigilanza; poco dopo vengo invitato a trasferirmi in un’area campeggio che seppur prenotata non e’ stata utilizzata … che culo); gentilmente i ranger si offrono di aiutarmi a traslocare; ben oltre la mezzanotte sono tranquillo in tenda sperando di svegliarmi presto il mattino dopo mi aspetta una escursione facile ma lunga! (l’ultima del viaggio!)
16 agosto
Terranova National Park – Outport Trail
alle 5:30 sono in piedi; e’ gia’ chiaro ma il sole non e’ ancora salito oltre la linea degli alberi la in fondo; il campeggio e’ affollato ma tutti dormono rintanati nei lussuosi camper.
I canadesi (come gli americani) pare abbiano una autentica passione per la vita outdoor circondata pero’ dalle modernita’ e dai comfort dei loro enormi mezzi di locomozione; la natura viene vissuta solo nei pressi del parcheggio del loro caravan o poco piu’ in la; trasferiscono le abitudini di casa temporaneamente in una casa su ruote; ho notato gente fare visita a campeggiatori “vicini” utilizzando l’auto per lo spostamento …. all’interno del camping!!
attraverso di buon’ora il campeggio, me lo lascio alle spalle e scendo nella valle boscosa.
Piu’ volte mi sorge il dubbio di aver sbagliato strada perche’ il sentiero fa un ampio giro e mi ritrovo ad andare in una direzione non prevista; correggo la mia direzione tornando sui miei passi e trovando il sentiero (meno evidente di quello principale ) che si stacca da quest’ultimo e si perde nella foresta …. mi ero distratto un po’ non vedendo la deviazione; finalmente sono sicuro di essere sulla giusta strada; non mi resta che camminare; il primo tratto e’ ben segnato e largo ma poi intuisco che via via che ci sia allontana dalla zona “civilizzata” il terreno tutto attorno appare sempre meno frequentato; anche il sentiero a volte sparisce sotto ampi spazi di boscaglia non calpestata; navigo un po’ a vista e in qualche caso mi trovo a dover ragionare su dove andare; l’ambiente della foresta e’ sempre magnifico e la giornata mi e’ a favore; cammino senza zaino quindi sono leggero e rilassato … forse troppo rilassato visto che dopo meno di 2 ore mi assale una certa sonnolenza mista a calo di zucchero e fiacchezza; poco male; scendo in riva al mare e faccio un pediluvio approfittando per una pausa e un morso alla barretta energetica; non sono ancora a metà strada (dell’andata); proseguo determinato nella fitta vegetazione; a volte la foresta si fa meno densa e mi piace molto camminare e passare di fianco ad alberi maestosi su e giu’ per le pendici delle colline a tratti con vista sui laghi e laghetti circostanti a tratti con vista direttamente su ampi bracci di mare; gli ultimi 2 km di escursione si fanno leggermente piu’ ripidi e si intuisce che stiamo guadagnando quota arrivando sulla modesta collina piu’ alta del parco;
nulla di impegnativo ne’ di particolarmente soddisfacente ma quando si arriva in cima, lo splendido colpo d’occhio che si ha della zona circostante davvero da soddisfazione e un senso di pace e rilassamento generale pervade. Rimango in contemplazione in questo splendido posto per una buona mezz’ora … poi torno sui miei passi; m aspettano almeno altre 4 ore di cammino per arrivare di nuovo al camping dove ho lasciato la tenda.
Dopo aver organizzato lo zaino ed essermi concesso una doccia calda nei bagni del camping, pulito e profumato vado a mangiare e bere qualcosa al bar del camping e chiedo indicazioni per uscire; utilizzo la strada di servizio che taglia nella foresta anziche’ seguire la lunga strada principale che riporta sula highway
e’ meta’ pomeriggio di domenica; dovrebbe esserci il “rientro” dal week-end; in effetti sulla strada c’e’ abbastanza traffico ma il mio posto non e’ dei migliro per ottenere un passaggio; in mezzo ad un rettilineo in discesa, ben visibile, quello si, … ma chi si ferma per me qui in mezzo??; infatti auto e camion sfrecciano ad alta velocita’ … passo un paio d’ore ma ormai dispero di trovare un passaggio per oggi; scatta il piano B; ritorno sui miei passi di nuovo nel parco; cerco indicazioni riguardo un bus per l’indomani e ottengo le indicazioni; mi incammino questa volta sulla strada principale che connette il parco con la highway sperando di trovare qualcun oche esce in tarda serata dal camping; dopo pochi minuti un’auto con 2 ragazzi canadesi in giro in campeggio si ferma per me; mi fanno spazio e mi portano nell’ampio parcheggio della road house dove c’e’ anche la fermata del bus; domani, andasse male l’autostop, sono sicuro di poter prendere un bus fino a Saint John’s.
Proprio dietro la road house c’e’ un parco divertimenti acquatici con camping libero; quello e’ il mio posto per la notte!
Sistemo la tenda e mi rilasso; alcuni vicini mi invitano ad unirsi a loro per una grigliata; e’ gia’ scuro e sono stanchissimo; decido di rimanere a letto.
17 agosto
Terranova National Park – St. John’s
colazione nella road house e piazzo il mio zaino lungo la strada; il programma e’ semplice; non posso rischiare di arrivare tardi domattina a St. John’s quindi, male che vada, restando qui questa sera alle 18 passera’ un bus che arrivera’ per le 21 a destinazione; spero tuttavia di trovare un passaggio prima; ho tutto il giorno davanti e spero di non fare la muffa qui; aspetto un po’ il passaggio che finalmente arriva; e’ un ragazzo che lavora a Deer Lake come controllore di volo e fa avanti indietro da Gander tutti i giorni; 180 km!; dice che non gli pesa guidare e lo stipendio glielo permette; si parla amichevolmente di vari argomenti; ci fermiamo dove lui deve girare ma, dopo un caffe’ decide di portarmi 20 km avanti in un posto migliore dove secondo lui ricevero’ sicuramente un passaggio molto presto; ci salutiamo alla road house e vado in bagno e mi faccio un coffee; aspetto un po; almeno un paio di ore; a dire il vero qualcuno si ferma ma mi consigliano di stare li perche’ il loro passaggio e’ troppo corto; una coppia mi supera poi, senza che io me ne accorga torna indietro e fa un altra inversione; si ferma e mi fa salire; hanno voluto assicurarsi che fossi uno regolare …. ; belle persone; si chiacchiera piacevolmente lungo la strada principale; lei e’ ungherese, lui e’ un Nufy; mi portano fino a 80 km da Saint John’s ma poi decidono di portarmi in citta’ e visitare con me la cittadina; l’ultimo giorno in Terranova sono fortunato; a differenza dl primo giorno grigio e piovoso ,oggi e’ una magnifica giornata calda con il cielo blu! pranzetto con vista dalla terrazza panoramica (offerto dalla gentilissima coppia); visita al sito storico di Marconi dove e’ stato ricevuto per la prima volta il segnale telegrafico proveniente dal Regno Unito; scendiamo dalla collina dominante lo stretto che porta alla protetta baia di Saint’ John’s e qui ci salutiamo; sono di nuovo solo e gironzolo per le vie del centro godendomi la citta’ con la giusta luce ed i colori che mi sono stati negati al mio arrivo 3 settimane prima; birra Iceberg in un baretto del centro e poi chiedo indicazioni per il bus per aeroporto; aspettandolo, rimango a sentire una coppia di giovani fratelli che suonano il violìno sul marciapiede; ottima musica classica, mi piace moltissimo la scena e la situazione; mi avvicino e lascio qualche dollaro … la ragazzina mi sorride …. prima delle 21 sono in aeroporto per l’ultima notte.
18 agosto
St. John’s – volo di ritorno
dopo la notte in aeroporto decollo per NY Newark senza intoppi.
aspetto qui 6 ore gironzolando per il terminal.
Nonostante le lunghe ore di attesa trovo sempre interessante osservare le persone, singoli, famiglie, viaggiatori, uomini d’affari, equipaggi, insomma, il movimento che gira in questi “strani” non luoghi (sono tutti diversi ma tutti uguali gli aeroporti)
bello guardare le destinazioni sui tabelloni e i volti delle persone che aspettano il volo
cerchi di immaginare storie, situazioni, parentesi di vita
decollo da NY
la sera-notte trascorre guardando 3 film (senza audio) e sonnecchiando un po’ in preparazione al rientro alla normale vita quotidiana
19 agosto
arrivo a Malpensa
arrivo in Italia prima delle 9 del mattino; come sempre aspetto un po’ per il ritiro bagagli a Malpensa ma fortunatamente poi e’ davvero un attimo essere di nuovo nella mia bella casetta nei boschi a Vergiate.
Devo prepararmi perche’ nel pomeriggio sono di nuovo su a Varese; ormai ho un’attivita’ da gestire! Non e’ piu’ come il ritorno dai viaggi precedenti … qualcosa e’ cambiato … in modo sostanziale!
CONCLUSIONI
ci voleva proprio uno stacco come quello appena terminato!
un viaggio fisicamente non impegnativo; zaino in spalla per gironzolare senza meta precisa e solo 3 o 4 camminate da un giorno intero; niente traversate lunghissime e impegnative.
Il gusto di scoprire i luoghi stando in strada; esperienza gia’ fatta piu’ volte e sempre piacevole da ripetere.
Eccomi tornare rigenerato e pronto per continuare cio’ che avevo momentaneamente interrotto.
So che presto, prestissimo sentiro’ il bisogno di partire ancora … per altri luoghi … per tornare ancora … e ripartire …
Il prossimo viaggio sara’ pero’ nuovamente sportivo e fisico; si, perche’ mi piace scoprire posti “guadagnandomeli” facendo attivita’ sportiva, muovendomi con le mie forze e organizzandomi da solo; avete gia’ capito che probabilmente sara’ un altro tour in bici … uno dei miei!
Appuntamento alla prossima geoavventura allora!
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