
NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini






























Cycling Australia – Darwin to Perth
Partenza 26 giugno 2012
Ritorno 15 agosto
Il deserto interno australiano mi ha affascinato quando nel 2007 l’ho “vissuto” percorrendolo grazie all’aiuto di passaggi occasionali (chiamasi autostop o hitchiking) per 9000 km, trovando anche il modo e il tempo di “perdermi” in una avventura solitaria di 12 giorni seguendo le piste degli aborigeni attraverso le pieghe delle montagne McDonnell situate non lontane dal mitico Uluru (Ayers Rock) per riemergere nella civilta’ turistica di Alice Springs e continuare poi il mio lungo viaggio verso Est; fu cosi’ che 5 anni fa mi riusci’ di attraversare questo sterminato continente da Ovest (Perth) a Est (Brisbane).
In quel viaggio, percorrendo lentamente il lungo sentiero ed aspettando passaggi di fortuna ai margini della strada per interminabili ore , la mia mente cercava di immaginarsi quali fossero le sensazioni e i sentimenti dei primi scopritori di questi spazi sconfinati, inospitali, potenzialmente mortali; nei tempi moderni di certo si avverte un piacevole senso di protezione quando ci si ritrova a percorrere questi luoghi al riparo e nella comodita’ della propria automobile; il paesaggio, quello aspro, rude, quasi cattivo … resta fuori, scorre veloce al di la dei finestrini; si resta comodi, protetti, al sicuro in auto! ….. Tutt’altra storia e’ affrontare questo ambiente “face to face”.
E’ nata quindi in me la voglia di saggiare una nuova condizione; non piu’ quella dell’escursionista, bensi’ quella del viaggiatore “da strada” in questi spazi infiniti.
Ecco quindi il mio progetto che piano piano sta diventando realtà; percorrere quel lungo nastro di asfalto e terra battuta che collega 2 zone diversissime climaticamente l’una dall’altra; vorrei essere io il road-train che viaggia per lunghi giorni in mezzo al nulla … con il solo aiuto delle mie gambe!
pedalando la bicicletta da nord a sud
una sfida personale molto dura; non di certo un viaggio caratterizzato da grandi varieta’ di paesaggi, se confrontato con altri viaggi che ho affrontato in precedenza.
Ormai tutto è quasi pronto; l’allenamento in bicicletta va bene; devo “mettere su” qualche chilo; devo impratichirmi ancora con la manutenzione ordinaria (spero non straordinaria!) della mia compagna di viaggio, una bella bicicletta Kona “Sutra” da cicloturismo allestita per l’occasione con 4 borse laterali a cui va aggiunta la borsa sul manubrio; la tenda troverà posto sul portapacchi sopra la ruota posteriore; 20 kg di peso solo di bici a cui dovrò aggiungere sicuramente almeno altri 10-12 kg per il vestiario, le attrezzature ….. dimenticavo …. cibo e acqua … tanta acqua!!
Questa volta (e per la prima volta!) niente zaino sulle spalle!! … ma questo dettaglio non mi dovrebbe affatto rallegrare se solo guardassi il percorso da me evidenziato sulla carta stradale!
… la mia nuova sfida sta per avere inizio; questa volta ho mirato un po’ in alto per un “montagnino” come me, decisamente poco ciclista!
Mi aspettano circa 45 giorni di pedalata solitaria per coprire i 4200 km che separano Darwin (Northern Territory) da Perth (Western Australia), che arriveranno ad essere circa 5000 km comprendendo alcune deviazioni imperdibili lungo il percorso.
Dal celeberrimo Kakadu National Park dichiarato Patrimonio dell’Umanità con le sue scarpate rocciose, le lussureggianti zone acquatiche, savane erbose e cascate. Kakadu deve inoltre la fama internazionale alle sue meraviglie naturali e culturali, possedendo una delle maggiori concentrazioni di siti di arte rupestre aborigena del mondo.
Il Litchfield National Park, contraddistinto dalla tipica vegetazione di questa parte del Top End australiano, e cioè da tratti di foresta monsonica, da insolite formazioni rocciose, da piane erbose di savana su cui svettano giganteschi termitai, da bellissime cascate e da meravigliose piscine naturali d’acqua cristallina.
Quindi il Gregory National Park e la mitica regione del Kimberley che attraverserò percorrendo la pista sterrata chiamata Gibb River Road lunga 700 km; qui mi dovro’ destreggiare anche con alcuni guadi di fiumi infestati da coccodrilli; sembra che per fortuna il più largo sia “solo” di circa 50 metri ma solamente quando mi apprestero’ a guadare i fiumi capiro’ quali saranno le mie sensazioni nel mettere il piede in quelle acque potenzialmente pericolose; se la paura e/o l’incertezza la faranno da padrone probabilmente aspettero’ il sopraggiungere di qualche jeep o road-train al quale chiedero’ di darmi un passaggio dall’altra parte (a me e alla mia bici); probabilmente invece sara’ sufficiente farsi controllare a vista da qualche altro guidatore mentre io percorrero’ a piedi il tratto di fiume
Procedendo verso sud attraversero’ una sezione del Grande Deserto Sabbioso non lontano dalla costa; lunghe giornate di vuoto assoluto mi aspettano in queste lande desolate; unica compagnia … il ritmo della mia pedalata e qualche road train che mi sorpasserà a 100 km orari buttandosi dalla parte opposta del nastro di asfalto per non farmi cadere e suonando per un saluto!
La regione di Pilbara con lo splendido Karijini National Park, la Peron Peninsula e Coral Bay e il Kalbarri National Park; quindi, Monkey Mia e giu’ … giu’ fino a Perth.
Per molti aspetti sara’ anche monotono … ma ormai l’idea mi e’ entrata in testa …
Pedalare tutto il giorno, tutti i giorni; muoversi il mattino presto approfittando della temperatura fresca/fredda che poi andra’ aumentando nel corso della giornata (siamo infatti nell’inverno australe e prevedo escursioni termiche che vanno da pochi gradi sopra lo zero termico durante la notte nel deserto a più di 30 gradi durante il giorno); lungo la costa trovero’ probabilmente anche venti contrari o trasversali che metteranno a dura prova le gambe, la pazienza e soprattutto la … testa
Gia’ … perche’ ci si puo’ allenare per la fatica … ma l’allenamento per l’Australia lo si sperimenta sul campo!
In base alla mia velocità media giornaliera prevedero’ almeno 1-2 pause durante la giornata durante le quali cercherò di sgranchirmi le gambe facendo anche qualche passeggiata e un po’ di stretching, giusto per non stare sempre in sella; ci saranno interminabili giorni di “nulla” dove dovrò pensare solo ad avanzare lungo la strada infinita che mi si porrà davanti; altre giornate invece saranno allietate dalla visita di bellezze naturali quali foreste, gole, canyon e curiose formazioni rocciose; ogni 3-4 giorni dovrei riuscire a raggiungere la civiltà fermandomi nelle mitiche road house (le stazioni di servizio che assolvono a funzioni di punti nevralgici all’interno di questo “nulla desertico”)
Spero di avere la fortuna di conoscere gente nelle road house; qui si trova spesso gente simpatica e socievole con cui scambiare quattro parole soprattutto visto il fatto che io sono straniero e percorendo la strada con un mezzo quanto meno inusuale, suscitero’ sicuramente curiosita’ negli avventori; camionisti, gente dei ranch vicini, turisti, viaggiatori … insomma tutti quanti percorrono La Strada si fermano quasi sempre in questi posti per fare il pieno di benzina … di birra … e di gente!; se avro’ fortuna (come mi e’ gia’ successo) mi vedro’ offrire la possibilita’ di unirmi a qualche turista per condividere qualche mezza giornata in auto per fare le deviazioni piu’ lunghe e scomode che sarebbe assurdo percorrere in bici; lascerei quindi riposare la bici al sicuro alla stazione di servizio per riprenderla e proseguire lungo la mia strada nel tardo pomeriggio dopo aver trascorso la giornata con i nuovi “amici occasionali”.
… ma tutto questo e’ solo quello che mi aspetto di trovare … la verita’ e l’epilogo della mia “strana” avventura ve lo raccontero’ al mio ritorno!
Gianluca Zarini
PlaneTrekking GEOadventures
piano voli:
ANDATA
martedi 26 giugno ore 1900
volo BA 567 AIRBUS INDUSTRIE A321
MALPENSA LONDON HEATHROW
martedi 26 giugno ore 2230
volo BA 7310 AIRBUS INDUSTRIE A380-800
LONDON HEATHROW SINGAPORE
mercoledi 27 giugno ore 2210
volo QF 278 AIRBUS INDUSTRIE A321
SINGAPORE DARWIN
RITORNO
martedi 14 agosto ore 1535
volo BA 7375 AIRBUS INDUSTRIE A330-300
PERTH SINGAPORE
martedi 14 agosto ore 2359
volo BA 7311 AIRBUS INDUSTRIE A380-800
SINGAPORE LONDON
mercoledi 15 agosto ore 1440
volo BA 566 AIRBUS INDUSTRIE A321
LONDON HEATHROW MALPENSA
atterraggio alle 1740
Appunti di viaggio
CYCLING AUSTRALIA
DARWIN to PERTH
… quando troppe cose vanno storte …
Ogni 5-6 anni io purtroppo “buco” un viaggio …
Partito “carico” (in tutti i sensi!) e super-motivato da Malpensa con l’aiuto logistico del caro amico Luca che ha pazientemente trasportato il sottoscritto e la fedele bicicletta fino in aeroporto utilizzando il furgone della ditta; il lungo viaggio trascorre molto bene; sono abbastanza abituato a fare lunghe ore di volo; in piu’, ora sto cercando di godermi queste ultime ore di “dolce far niente” seduto in aereo sapendo che fra poco iniziera’ la grande incognita “Australia”!;
volo sull’enorme Airbus A380 Qantas da Londra a Singapore; da qui, con altre 5 ore di volo atterro a Darwin alle 5 del mattino.
28 giugno
Darwin
Subito ho un tuffo al cuore quando, presso il nastro del ritiro bagagli, noto che il mio scatolone, contenente tutto, ma proprio tutto il necessario per la mia avventura, e’ squarciato su un lato; a cedere e’ stata la parte che io ritenevo la piu’ solida dell’intero imballaggio; quella, per intenderci, imballata e chiusa con le grosse graffe che affrancano il cartone; tutto il resto era stato abbondantemente nastrato dal sottoscritto! dopo un controllo sommario mi tranquillizzo; fortunatamente nulla e’ andato perso; (mi viene il dubbio che lo scatolone sia stato aperto volutamente per ispezioni doganali, ma di questo non ne avro’ la conferma)
i controlli in dogana si protraggono oltre il normale; il mio scatolone da 32 kg viene addocchiato da due zelanti ufficiali che “fanno le pulci” alla mia bici; addirittura esaminano attentamente il grasso annidato fra i denti della corona e sulla catena, temendo possa “infettare” il prezioso ecosistema australiano (lasciando magari passare senza controlli il salamino piccante che ho tranquillamente in tasca!)
Dopo una serie di spiegazioni e rassicurazioni riguardo le mie intenzioni sportive nella terra dei canguri vengo finalmente rilasciato; scambio due parole con un fotografo italiano che attende un amico anch’egli rapito dai fiscalissimi doganieri aeroportuali; e’ incuriosito dall’avventura che sto per iniziare; assiste piuttosto divertito al montaggio della mia bici nella hall dell’aeroporto; sono le 5;30 di mattino; non faccio in tempo ad iniziare le operazioni di montaggio che vengo subito redarguito da un poliziotto; mi devo spostare fuori dall’aeroporto per fare il mio lavoro. Poco male; l’aria e’ fresca e inizia ad albeggiare.
Non ci sono intoppi nel montaggio della Kona Sutra; mi accorgo di essere un tantino imbambolato nelle operazioni di fissaggio, avvitamento e controllo della sella, dei pedali e delle borse laterali; d’altronde le lunghe ore di volo e il fuso si fanno sentire; l’euforia e’ tanta e sono elettrizzato all’idea di essere gia’ qui!!
alle 7 del mattino spingo le mie prime pedalate in terra australiana; OCCHIO CHE SI GUIDA A SINISTRA!!
l’aria e’ fresca, profumata, la prima terra rossa scorre ai bordi della strada; il traffico e’ molto tranquillo; interseco una strada piu’ grande che va in direzione del centro; chiedo la prima informazione sulla direzione per avere conferma e subito mi immetto sulla pista ciclopedonale di fianco alla strada principale; velocita’ di crociera … 20 km/h!
15 km mi separano dal centro cittadino di Darwin che raggiungo un’oretta piu’ tardi; Darwin e’ una cittadina “di frontiera”; lontana da qualsiasi altra cosa in Australia; la sensazione di isolamento si tocca con mano; la, dietro le prime colline rosse disseminate di alberi dal tronco bianco (albero della gomma) e alcuni eucalipti, si capisce che non c’e’ piu’ nulla … per centinaia di chilometri … e dopo quelle centinaia di chilometri si incontrera’ una cittadina nel mezzo del nulla, superata quella … ancora il vuoto piu’ assoluto per altre centinaia di chilometri!
questo e’ cio’ che mi attende …. BENVENUTO IN AUSTRALIA!!
mi aggiro per le vie del centro; e’ ancora mattino presto e il movimento non e’ particolarmente frenetico (penso che in questo posto non sia mai frenetico!); i bar lungo la strada principale servono le colazioni, i negozi sono ancora chiusi, gli uffici aprono proprio ora …; un paio di giri fra gli isolati per capire come e’ strutturato il centro cittadino; non e’ molto attraente da un punto di vista architettonico; bello l’isolato degli edifici ministeriali; ben curati i giardini, le palizzate e le facciate degli edifici piu’ importanti; non faccio fatica ad individuare il visitor center; dopo avere parcheggiato con cura la mia super-bicicletta carica di tutta la mia attrezzatura (che desta sguardi incuriositi dai pochi passanti mattinieri) entro per chiedere informazioni riguardo la citta’ e un possibile alloggio; chiacchiero con alcune persone che si fermano a chiedermi quali sono i miei progetti; un ragazzo un po’ esuberante mi intrattiene almeno mezz’ora descrivendomi lo scenario che andro’ a incontrare durante la mia avventura; non capisco tutto perfettamente (si e’ dimenticato che sono straniero, e’ visibilmente alticcio, e parla a ruota libera di un sacco di cose); soddisfatto di avermi spiegato tutto per filo e per segno mi saluta con grandi strette di mano e sorrisi; lo vedo che si allontana con andatura incerta sul marciapiede … cerco di immaginarmelo in mezzo al deserto (come lui sosteneva di avere fatto); riprendo la bici e faccio un’altro giretto per le vie attorno; mi serve fare girare un po’ le gambe, rilassarmi senza fare fatica ma iniziare ad attivare la muscolatura in preparazione del mio viaggio; trovo un supermarket a prezzi popolari dove faccio la spesa (che viene riposta con cura nelle borse laterali) e gironzolo senza meta; nel primo pomeriggio con la mia brava bici mi decido a fare una sgambata verso nord, lungo la costa, arrivando al porto turistico di Darwin (Cullen Bay Marina); sto cercando di sforzarmi ad entrare nello spirito del viaggio; mi rilasso in bicicletta ma mi sento molto fiacco; un buon “iced coffe” e’ quello che ci vuole!; lo sorseggio sdraiato su una panchina sul waterfront di Darwin leggendo (o meglio, rileggendo) le prime pagine de “Il Signore degli Anelli”; ogni tanto sonnecchio un po’, poi riprendo la bici e torno al visitor center; cerco un negozio per rifornirmi del materiale che mi servira’ per la lunga traversata in programma; sali minerali, fruttosio, cibo, bomboletta di gas per cucinare …; ne trovo uno ben fornito con tutta l’attrezzatura per l’outback; la ragazza del bancone, dopo che le ho comunicato il mio progetto, consegnandomi la carta topografica del Kimberly mi sorride augurandomi buona fortuna con aria stupefatta e allo stesso tempo interrogativa!
Bene, penso di avere tutto quello che mi serve; dovrei essere piu’ rilassato ora … ma le sensazioni non sono ottimali; non penso che sia dovuto al fuso (e qui mi sbaglio)
Gironzolo con fatica sempre crescente; il caldo non mi aiuta. Decido di fermarmi ancora sulla panchina del waterfront in mezzo a un curato parco urbano con vista sulla baia; sto un po’ al sole e un po’ all’ombra; leggo … ma spesso mi appisolo; ogni tanto qualcuno viene a chiedermi dove sono diretto; chiacchiero un po’ con tutti; mi sdraio e dormo di nuovo sulla panchina; la bici e’ sempre qui di fianco a me; e’ pronta … LEI … e io??
Il crepuscolo non tarda ad arrivare e, con le luci della sera, si movimenta anche la placida vita notturna di Darwin; musica dal vivo dall’altra parte della strada!; piacevole da sentire (non fino alle 3 del mattino); io mi sono affezionato alla panchina; sono fiacchissimo e non mi muovo piu’ da li; estraggo il telo da bivacco e dormo con la bici di fianco a me confidando che, con il nuovo sole, mi “mettero’ a registro”
29 giugno
Darwin – Adelaide River (km 115)
durante la notte si alza un vento piuttosto fastidioso ma non freddo (per fortuna!); gia’ alle 5 di mattinoa, quando e’ ancora buio, molti abitanti della citta’ fanno jogging utilizzando le stradine del parco; alcuni sono addirittura organizzati in gruppi con tanto di personal trainer che guida e suggerisce i movimenti atletici da effettuare; dal tipo di corsa allo stretching; ci metto un po’ ad alzarmi dalla mia panchina; il mattino e’ piacevole; ancora non fa caldo, anzi, si sta decisamente bene!
con estrema calma ritiro le mie cose, controllo ancora la bicicletta, le borse e il bilanciamento dei pesi …; verso le 8 sono gia’ pronto; sono contento di essere qui; sto per iniziare la mia avventura per la quale mi sono preparato pedalando diversi mesi in Italia e continuando la mia normale attivita’ sportiva; tuttavia percepisco una sorta di timore … una insicurezza … una sorta di inquietudine … (piu’ che giustificato direi); quasi vorrei non essere in procinto di partire; vorrei essere gia’ partito, magari a meta’ viaggio, cosi’ da avere la sicurezza di essere gia’ inserito nell’avventura, sul mio cammino, nella giusta direzione.
Dopo una colazione abbondante e un giro “di saluto” alla tranquilla cittadina ancora addormentata, imbocco la Stuart HighWay che parte proprio ad un incrocio della citta’; mi volto per osservare un’ultima volta glie edifici della “civilta’”, quindi mi dirigo dapprima nella zona periferica di Darwin, per poi trovarmi, con stordente rapidita’ … nel “nulla” della zona semiarida dell’interno; il traffico locale si estende fino a 30 km circa di distanza dal centro dopodiche’ solo chi deve “viaggiare” si avventura nell’outback essendo consapevole di dover coprire distanze notevoli; costeggio (e saluto) gli ultimi cartelloni pubblicitari colorati che indicano la presenza di un centro urbano, mi lascio alle spalle le ultime casette che si affacciano sulla strada e raggiungo i cartelli che, posizionati ormai lontani dal centro urbano, indicano la velocita’ massima consentita … 130 km/h … beh … non e’ un mio problema … ma il pensiero che da qui in poi auto e camion mi frecceranno di fianco a tale velocita’ non mi fa stare molto tranquillo … mi ci devo abituare!
Il nastro di asfalto, da doppia corsia per senso di marcia, diviene ad una sola corsia; di fianco alla strada circa un metro di ghiaietto/terra rossa … piu’ in la … il nulla … per chilometri e chilometri …
Ok; sono partito!; non e’ piu’ un sogno; sto pedalando da Darwin verso sud!
La giornata scorre tranquilla; velocita’ di 20 km/h circa, rilassato mi guardo in giro oppure chino il capo sul manubrio tentando di non pensare a nulla, di dormire pedalando
In previsione mi attenderanno moltissimi giorni cosi’, tutti cosi’ … tutti uguali!
a 30 km circa da Darwin giungo ad un incrocio; sulla mia destra interseco la Harnhem Hwy, la strada che porta al Kakadu National Park, ben 300 km piu’ avanti
La tentazione di fare una deviazione ce l’avevo gia’ da casa; pero’ qui sono subito intimorito dalle distanze … e dal gran caldo!; fare una deviazione … non e’ come immaginarsela!; il mio timore mi mette fretta; voglio andare avanti, non perdere tempo; quasi come se avessi paura di non farcela per motivi ancora oscuri ma che, temo, presto si paleseranno!
a meta’ giornata il caldo e il vento si fanno fastidiosi; al termine di una dolce ma lunga e inesorabile salita, mi fermo volentieri presso un chiosco per una birra ghiacciata; scambio due parole la ragazza che serve al bancone ma riparto quasi subito; ancora una volta vedo una seconda deviazione che avevo giudicato interessante (verso il Litchfield National Park); sbagliando (con il senno di poi, ovviamente), scelgo di rinunciare ance a questo e proseguire … ; ho la smania di “voler andare” e non ho ancora capito se sto bene oppure no; il caldo mi cuoce le gambe e il cervello; sono costretto a bere acqua calda dalle borracce e questo mi sta provocando un inizio di mal di stomaco (che inizialmente trascuro attribuendolo alle schifezze che mangi durante i voli aerei)
Malgrado questo inconveniente vado avanti
“lotto” per non arrivare prima del buoi a Adelaide River; in fondo sono solo i primi 130 km scarsi); ci riesco per un soffio; voglio solo darmi una sciacquata e trovo subito una toilet pubblica aperta; con grande sollievo faccio una doccia fresca dopodiche’ rovisto nelle borse ed estraggo qualcosa da mangiare in un praticello che fa anche da piccolo parco giochi di questa minuscola comunita’.Ormai e’ buio; lascio la bici parcheggiata vicino ai bagni pubblici; in giro non c’e’ anima viva; faccio due passi fino al pub in fondo alla strada (gli avventori sono pochi ma rumorosi ed e’ solo per questa loro caratteristica che mi accorgo che in questo villaggio esiste un locale pubblico); bevo una birra e scambio due parole con il barman; gli altri non sembrano interessati alla mia presenza (senza la bici in bella mostra potrei essere una persona come tante … non e’ evidente che sono un pazzo che ha appena iniziato il personale tentativo di attraversare l’Australia in bici … da solo!)
ritorno alla mia bici un po’ rimbambito … mi appisolo e cerco di rilassarmi; sono indeciso se montare la tenda nel praticello oppure no; attendo ancora un po e nel frattempo mi preparo qualcosa di caldo da mangiare con il fornello; improvvisamente ecco accendersi l’impianto di irrigazione automatica!; mi affretto a cambiare location a tutta la mia attrezzatura (che ormai faceva bella mostra di se sparsa sul praticello); riesco a salvare quasi tutto; qualcosa si bagna … poco male …!
Avrei dovuto immaginare che, in questa terra cosiì brulla e arida, se si scorge un praticello verde e’ evidente che in qualche modo viene irrigato!! ecco, adesso l’ho imparato a mie spese! sei un genio! mi servira’ di lezione …
Mi sposto di qualche decina di metri piazzando la tenda e tutto il resto nei pressi di una recinzione; (qui l’erba e’ gialla, segno che non arriva l’acqua dell’irrigazione automatica; non dovrei avere ulteriori sorprese!); entro in tenda e leggo qualche pagina de “Il Signore degli Anelli”
qualche road train arriva o parte dalla stazione di servizio li vicino; sento il rumore del motore che cambia innumerevoli marce per scomparire nel deserto buio oppure vengo disturbato dal freno motore che aiuta i mezzi provenienti dal deserto a rallentare nei pressi della petrol station vicina; in qualche caso l’autista fa una sosta per il carburante (lasciando il motore acceso) per poi ripartire subito lungo la Stuart Hwy
nel cuore della notte vengo svegliato da alcuni cani che litigano fra loro; per un attimo mi e’ sembrato che fossero dei dingo (in quel caso avrei dovuto stare attento a che non si avvicinassero troppo alla mia tenda; in ogni caso ero vicino ad un centro abitato …)
Dormo a tratti …. vomito, diarrea … insomma ho beccato un virus intestinale
30 giugno
Adelaide River – Pine Creek (km 115)
mi sveglio che non e’ ancora chiaro; le gambe stanno bene; la testa e lo stomaco molto meno
non ho appetito tuttavia sto meglio di ieri sera; sono in viaggio ma ancora non sono ancora stato coinvolto; la sensazione e’ bruttina; e’ come se mi guardassi dal di fuori, dall’esterno, e mi vedessi li, in Australia, da solo, in bici, con tanti kilometri da fare davanti a me … si, era quello che cercavo, ma per ora sto ancora “litigando” con me stesso.
Il sole ancora non e’ sbucato all’orizzonte quando decido di partire verso sud; oltrepasso il fiume Adelaide (rigorosamente in secca) poco dopo l’abitato e proseguo deciso; sto pedalando bene; andatura di 20-22 km/h; la mattina e’ fresca; niente traffico sull’unica strada che c’e’ qui intorno; ecco il sole, la in fondo; sta iniziando il suo percorso verso l’alto; fra un’oretta la temperatura cambiera’ e io so gia’ che rimpiangero’ questo momento …
forza, sempre avanti; l’obiettivo, anche per oggi non e’ estenuante; altri 115 km fino a Pine Creek; non voglio tirare subito dai primi giorni; inoltre ho gia’ notato che piu’ forte di cosiì al momento proprio non riesco ad andare!
pedalo piacevolmente dalle 7 alle 10; poi la musica cambia di colpo; il caldo inizia a farsi sentire e il vento chissa’ come mai lo sento sempre contrario; raggiungo l’impressionante velocita’ di ben 9 km/h in pianura, causata da forti raffiche di vento contrario; il panorama non cambia mai in compenso la strada non e’ tutta in pianura … nossignori!! la davanti vedo alcune colline e collinette da scavalcare; in auto a 130 non sembrano salite … in bicicletta invece …! ogni tanto degli strani giramenti di testa mi sorprendono e faccio fatica a tenere la bicicletta diritta in strada
faccio pausa in una road house; giro per il bar e lo shop
faccio 2 chiacchiere con alcuni avventori; dico loro che fa caldo; mi rispondono che non e’ troppo caldo; ci saranno 28 gradi; il mio orologio, poco prima di arrivare li, ne misurava 43 (d’accordo era al polso e forse al sole)
mi riparo sotto un gazebo di paglia
recupero un po’ di forze e riparto
nel mezzo di un lungo rettilineo una macchina proveniente dal senso contrario “mi punta” e accosta; scende un ragazzotto entusiasta; ha gia’ intuito cosa sto facendo e guarda con occhi pieni di ammirazione (e un po’ di invidia) la mia bicicletta
dice: “you’re living a dream!”
mi suggerisce di non pedalare in queste ore; solo al mattino prestissimo e alla sera tardi … e di stare attento ai road train di notte (e di giorno)
mi saluta regalandomi qualcosa da mangiare e da bere
proseguo ancora un’oretta poi il caldo mi fa desistere
vedo una road house e mi fermo
bevo qualcosa di fresco ma non posso stare dentro perche’ e’ riservato per una festa nuziale
mi accontento di starmene sdraiato all’ombra di una veranda (la vecchia entrata del locale)
davanti a me ogni tanto passano auto e camion
arriva la sposa con le damigelle
io sto dormendo e faccio davvero fatica a tenere gli occhi aperti (il caldo, la fatica, il jet-leg non ancora smaltito … un mix micidiale che non mi tiene in piedi alle 4 del pomeriggio)
sento schiamazzi grida e risate ma io non mi muovo
solo dopo le 5 quando il sole si e’ un po’ placato decido di salire nuovamente in sella
proseguo; dopo un’oretta trovo sulla strada la coppia di noveli sposi in posa nell’outback con il fotografo; mi fanno una foto mentre passo vicino a loro; mi fermo chiacchiero e chiedo se posso avere una foto anche io con la mai macchina; cosi’ strano vedere una sposa nel bel mezzo del nulla …!
proseguo e la pedalata serale e’ davvero piacevole
poca gente sulla strada; pochi road train; una luce bellissima e la temperatura decisamente piu’ gradevole
sono pero’ ancora un po’ a disagio perche’ non riesco a pensare di pedalare con il buio e cerco in tutti i modi di raggiungere la prossima localita’ abitata prima della notte
ce la faccio anche questa volta (per un pelo)
trovo da dormire su un tavolo di un parco pubblico non lontano dalla strada; e’ sabato sera e dal pub dall’altro lato si sente musica da discoteca decisamente alta; faccio un giro a vedere che movimento c’e’; da lontano si direbbe ci sia un sacco di gente … ma quando entri ti accorgi che sono … 4 gatti; certo che essendo l’unica attrattiva nel raggio di X km tutti si dirigono li … ma quel tutti mi aspettavo fosse davvero un po’ piu’ numeroso!
doccia rovesciandomi addosso un paio di volte la mia tanichetta di plastica; l’acqua presa da un rubinetto esterno alla toilet pubblica (chiusa di sera)
ceno e vado a letto in tenda
chiacchiere con un paio di passanti diretti al pub
1 luglio
Pine Creek – ??!! Katherine (km 90- pedalati circa 50)
… la rinuncia …
colazione e deviazione nell’abitato di Pine Creek; nulla da vedere; in sostanza se si rimane sulla strada principale non ci si perde proprio nulla; la cosa piu’ importante era decisamente il pub della sera precedente proprio vicino a dove io ho dormito
Le sensazioni continuano ad essere strane; alterno momenti di tranquillita’ e coscienza di cio’ che sto facendo, a momenti di sconforto e di assoluta mancanza di convinzione
Subito sulla strada; bene il mattino presto; rilassante; i profumi dell’outback; la tranquillita’ dell’outback; i colori he stanno per incendiarsi con l’arrivo del primo solo; tutto questo mi mette quasi euforia e pedalare in questo ambiente non e’ per nulla una fatica; velocita’ costante di circa 20 km/h; ho gia’ montato le gomme per lo sterrato che mi aspettera’ lungo la Gibb River Road; forse e’ stata una decisione un po’ prematura visto che devo pedalare piu’ di 1000 km prima di mettere le gomme sullo sterrato; sarebbe stato meglio partire con le gomme da asfalto?? probabilmente si(ma non diamo le colpe alle gomme … sara’ la mia testa a fare “i capricci”!)
con il sole arriva il caldo e il vento (sempre contrario … anche forte); ogni tanto mi alzo sui pedali; qualche auto mi sorpassa; i road train avvisano del loro arrivo suonando da grande distanza; spesso sono “gentili” e si spostano completamente nell’altra carreggiata per evitare di farmi cadere con lo spostamento d’aria provocato. (questi bestioni possono arrivare a pesare 30 tonnellate ed essere lunghi 55-60 metri; lanciati a 100 km/h la sensazione che prova il ciclista superato e’ di una frustata tremenda … ma il problema arriva dopo … il rusucchio fa sbandare paurosamente la bici … che con le borse ha gia’ una guidabilita’ tutt’altro che semplice … insomma … ogni volta che passa un Road train c’e’ da stare all’occhio!!
in qualche caso, dove esiste il guard-rail, mi fermo un attimo senza scendere di sella tenendo un piede sulla lamiera del paracarro; mi guardo in giro un po’ … davanti a me … la strada; dietro a me … la strada … sopra di me … il sole (maledetto) che mi sta cuocendo il cervello, togliendo le forze e rendendo tutto questo davvero “antipatico”; e pensare che fino a un’ora prima non mi sarei mai fermato talmente era piacevole pedalare con la brezza mattutina!!
in cima ad una collina, appena prima di scollinare mi fermo in un’area isolata; cerco un posto all’ombra e lascio la bicicletta in vista sulla strada; una jeep si ferma; scendono marito e moglie diretti ad un camping a 80 km di sterrato fuori dalla strada principale; scambiamo due parole e comunico loro che ho mal di stomaco; la donna, preoccupata, sparisce nella parte posteriore della jeep e riemerge con alcune pastiglie suggerendomi anche come e quando prenderle; grandi sorrisi, ringraziamenti e, poco dopo li vedo sparire lungo la strada senza fine
non voglio prendere la pastiglia … decido di proseguire, ma prima mi merito un po’ d’acqua; la trangugio dalla borraccia ma e’ calda … potrei metterci una bustina e farmi un the talmente e’ calda!
proseguo; il caldo non si attenua mentre, pare farlo apposta, il vento si rafforza; mi ritrovo a spingere sui pedali in un tratto in piano avanzando alla considerevole velocita’ di 9 km/h; in pochi casi (per fortuna) scendo pure dalla bici; avevo giurato di non farlo; l’avrei considerato un cattivissimo segno; un segno “di resa”
a piedi, con la bici di fianco a me, con il vento che soffia contrario e il sole che mi cuoce … mi sento male … e la strada davanti non ha fine …
cerco un albero di dimensioni ed altezza tale per cui io possa sfruttarlo per stare un po’ all’ombra; le foglie delle piante qui non fanno molta ombra; sono quasi tutte spine (ovviamente …siamo nel deserto … per chi non se ne fosse ancora reso conto!); finalmente ne individuo uno piu’ grande degli altri; per raggiungerlo devo uscire di strada e scendere dalla massicciata allontanandomi di una decina di metri; mi porto la bici ma poi penso sia una cattiva idea; non voglio bucare; la lascio ai margini della strada; bella in vista; mi porto via solo le borracce; passa qualche auto e alcuni camion; qualcuno suona per un saluto; qualcuno addirittura si sbraccia gioioso dal finestrino; non possono intuire che io mi sento perso li in mezzo … non ho paura … assolutamente no! … mi sento solo svuotato … di forze e di intenzioni
mi accorgo che sto continuando a spostarmi seguendo l’ombra dell’albero, segno che il tempo sta passando; ormai e’ pomeriggio; la mia media oraria e’ crollata; sono ormai parecchie ore che vado avanti a singhiozzo; a volte addirittura mi viene la tentazione di tornare indietro …
Proseguo, vado avanti in direzione Katherine; il caldo e’ opprimente; in un’area di sosta di terra rossa e torrida c’e’ un road train parcheggiato in direzione nord con il motore acceso; mi avvicino; nessuno in giro; l’autista sta probabilmente dormendo al fresco nella sua cabina; sento qualche rumore; ecco che scende e va a controllare il carico; lo osservo; scambio due parole; (se fosse stato diretto verso Katherine gli avrei chiesto in passaggio … per un attimo mi sfiora l’idea di chiederglielo anche se va verso Darwin)
Che sta succedendo??
Gianluca … ricordi??
cosi’ scrivevi nell’articolo di presentazione della tua GeoAvventura australiana:
(…) “Gia’ … perche’ ci si puo’ allenare per la fatica … ma l’allenamento per l’Australia lo si sperimenta sul campo!”
vado avanti ancora un po’; faccio altri 10 km; ne mancheranno circa 50 a Katherine, il primo luogo un po’ piu’ vivo rispetto ai due paesini attraversati in questi 2 giorni di pedalata
Sono svuotato; pedalo ma avanzo davvero piano; andro’ a circa 15 km/h; non sara’ facile completare la tappa prefissata; ho perso tempo ad aspettare in preda all’indecisione, alla non convinzione; Gianluca, non sei mai entrato nello spirito di questo viaggio; Si, il mattino presto hai “vissuto il viaggio” … ma tutte le altre ore sotto il sole ti hanno letteralmente “cotto”
sono distrutto e ho un brutto calo di convinzione, demotivazione, tristezza, isolamento, fatica, mai paura … ma rassegnazione e fallimento
tuttto mi si appesantisce addosso
non so piu’ perche’ sono li … e questa e’ una domanda devastante in una situazione ed un ambiente del genere … tutto ti crolla addosso!
Intanto pedalo e penso, quasi mi addormento sul manubrio, mi fermo; riparto per fermarmi 300 metri dopo
cosa stai facendo?? dove stai andando??; auto e camion passano, … nessuno si ferma … Riparto sbandando un po’ … una macchina mi supera e poco piu’ in la … frena decisamente; mi fermo; alzo un braccio; fa una retromarcia di un centinaio di metri, accosta e scende …
e’ un ragazzotto austriaco che vive e lavora diversi mesi l’anno qui a Katherine; mi da un passaggio; smonto velocemente le borse dalla bici e carichiamo il tutto nel suo ampio bagagliaio; e’ domenica e sta tornando dalla visita del Kakadu National Park; durante il tragitto che porta a Katherine chiacchieriamo un po’ di tutto; di lavoro, di vita sociale e del mio progetto che sembra non essere partito con il piede giusto; non mi da consigli particolari se non quello di fermarmi a Katherine e prendere il mio tempo;
prima che giunga sera arriviamo in citta’; nella strada centrale della cittadina c’e’ poca vita; e’ domenica sera; decide di portarmi lungo il fiume a 5 km dalla citta; li avro’ acqua, area picnic e, volendo, un posto dove dormire; accetto volentieri il suo consiglio.
Mi lascia all’ingresso del parco; eccomi di nuovo solo; entro e vado scegliere un posto dove rilassarmi; trovo un tavolone e una panca con vista sul fiume sottostante (non e’ consigliato nuotare … coccodrilli!); srotolo la mia stuoia sul tavolo e sonnecchio; sono distrutto; crampi, freddo, caldo; conati di vomito …; una coppia di anziani parcheggiati vicino a me con la loro jeep super attrezzata si interessano delle mie condizioni; faccio un cenno facendo capire che tutto sommato “non sto morendo”
Il sole sta calando e, come sempre, la luce particolare di queste ore rende l’ambiente molto affascinante; mi copro un pochino perche’ non ho la forza di muovermi
sonnecchio; mi addormento; spero che questo sia solo una parentesi; un brutto sogno … e che domattina mi svegliero’ con la mia solita decisione e determinazione …
sogno; strani pensieri; sogno di essere a casa nella monotonia lavorativa di tutti i giorni … mi risveglio e … mi trovo in Australia … e non capisco perche’ sono qui …
sensazione davvero brutta per un viaggiatore come me
mi accorgo che sono psicologicamente fuori combattimento; ho fallito
nessuno lo puo’ dire; solo io; e in cuor mio so che, in questo momento, non ho la convinzione e le forze per andare avanti; mi sento fuori posto
ormai e’ tardi; e’ quasi buio; arriva la notte e i pochi ritardatari se ne vanno fuori dal parco; rimango solo; il parco e’ chiuso di notte ma io non mi sono mosso e nessuno mi ha visto (oppure hanno lasciato correre); raccolgo le forze per montare la tendina proprio vicino al tavolo dove ho dormito fino a poco fa
mi infilo in tenda sperando nel “miracolo” di un reset del giorno successivo …
2 luglio
Katherine (ritorno in bus a Darwin)
la storia non cambia; le sensazioni sono sempre di stordimento e smarrimento esattamente come la sera precedente; la notte mi sono svegiato piu’ volte in preda a strani pensieri
GAME OVER!
mattino presto a Katherine; mi trascino al visitor center e curioso un po’; turisti super-organizzati con jeep e carrelli tenda in procinto di proseguire lungo le strade sterrate di terra rossa dell’Outback; famigliole in infradito che consultano i colorati cartelloni esplicativi riguardanti l’ecosistema della zona;
aspetto che apra la biglietteria aerea per cambiare le date del ritorno; e’ deciso; almeno per ora non ha senso continuare
non avrebbe senso nemmeno cambiare programma lasciando la bici da qualche parte e andando in giro in autostop o bus; sono organizzato per la bici; ho tutto in funzione di questa … e il mio e’ un viaggio one-way (Darwin-Perth); sarebbe un casino a livello di logistica tornare a riprendere la bici e tutto il resto
Non ho piu’ voglia nemmeno di pensarci … sono davvero svuotato
aspetto un bus per Darwin dove ritornero’ tristemente nel pomeriggio ripercorrendo la strada che ho fatto in bici
tornando mi sono accorto che ieri mi mancavano altri 50 km da pedalare; ma ieri ero giu’ di testa e non sarei mai arrivato a Katherine con le mie forze
e con questo ho detto tutto
pomeriggio e sera a Darwin
ritorno mestamente nel grazioso parco cittadino e mi accascio su una panchina
la testa e’ gia’ altrove
si rifiuta di essere in Australia
3 luglio
Darwin
cerco uno scatolone per la bici e la imballo
mi reco in aeroporto
4 luglio
ritorno tristemente a casa
(………………….)
si conclude cosi’ … un po’ malinconicamente il mio viaggio Cycling Aussie
ma l’estate e’ lunga e mi riservera’ molte sorprese … assolutamente insperate e per nulla previste
seguitemi nel viaggio di ritorno a casa anticipato per scoprire cosa combino una volta “guarito” …
ERRORI E SFORTUNE di un viaggio da “ripensare”
FUSO ORARIO
- mi sono “dimenticato” di smaltire il jet-leg
TEMPERATURA
- 47 gradi di temperatura (segnata sull’orologio da polso) sono un po’ troppi anche per l’inverno australe!
ACQUA
- ovviamente non c’e’ possibilita’ di tenere l’acqua delle borracce al fresco; a oltre 40 gradi dopo un’oretta il contenuto diventa caldo quasi quanto la temperatura esterna!
VENTO CONTRARIO
- mi aspettavo anche vento contrario … ma non lunghi tratti che mi costringevano ad avanzare a 10 km/h
ROAD TRAIN
- mi e’ stato consigliato di non pedalare durante le ore piu’ calde …sacrosanto consiglio!! … ma come fai a rispettare la tabella di marcia se di giorno fa caldo e di notte e’ pericolosissimo per i Road Train??
- il road train che ha “perso” il rimorchio poco dopo avermi superato a 100 km/h mi ha un po’ spaventato
CONFIGURAZIONE BICICLETTA
mi e’ stato fatto notare da alcuni local di Darwin che la mia bici non era adeguata per l’attraversamento del Kimberly lungo la Gibb River Road (la strada sterrata lunga 700 km che attraversa questa regione solitaria); questo era dovuto alla sezione dei miei cerchi che, secondo alcuni non sarebbero stati in grado di reggere per tutto il tragitto; inoltre, la sabbia a volte fine che si incontra mi avrebbe costretto a fatiche supplementari e a velocita’ ridottissime; probabilmente sarebbe stata piu’ indicata una mountain bike preparata adeguatamente, ma l’dea di percorrere i rimanenti 3500 km su asfalto con la mountain bike non mi allettava …!); forse ho sbagliato anche in questo (dando un’occhiata a video e filmati della Gibb River mi sembrava fattibile anche con la mia bici …)
… in ogni caso purtroppo non sono mai arrivato a confrontarmi con la “mitica” Gibb River …
… E LA TESTA???
- non si puo’ fuggire dai problemi /preoccupazioni/delusioni/insoddisfazioni di casa ed affrontare queste avventure cosi’ … forse meglio partire piu’ sereni … cosa che pensavo di avere fatto ma evidentemente non abbastanza … e l’Australia mi ha presentato il conto!
d’altronde, come scrivevo nelle pagine del sito ancora prima di iniziare l’avventura … ci si puo’ allenare per la fatica, ma l’allenamento per l’Australia lo si sperimenta sul campo … ed io, almeno per ora, HO FALLITO!
SI, … almeno per ora! … perche’ non voglio associare all’Australia un ricordo “negativo” legato a questo “fallimento”; ci sono gia’ stato nel 2004 (Tasmania) e nel 2007 (da Perth a Brisbane in autostop) e in entrambi i viaggi ho fatto delle splendide esperienze; ci tornero’ presto (ancora non so in che tempi e modi) portando a casa un altra splendida esperienza!
Gianluca
GeoAdventures
CARTOGRAFIA




