divagazioni cicloescursionistiche italiane
3000 km in bicicletta nel BelPaese
da Vergiate a Trapani lungo gli Appennini

NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini


































































9 luglio – 5 agosto 2012
Le mie tappe
9 luglio___Vergiate – Piacenza
10 luglio___Piacenza – Passo della Cisa
11 luglio___Passo della Cisa – Forte dei Marmi
12 luglio___Forte dei Marmi – San Gimignano
13 luglio___San Gimignano – Montepulciano
14 luglio___Montepulciano – Castiglione del Lago Trasimeno (giro del Lago Trasimeno)
15 luglio___Castiglione del Lago – Cascata delle Marmore
16 luglio___Cascata delle Marmore – L’Aquila
17 luglio___L’Aquila – Campo Imperatore salita alla vetta del Corno Grande del Gran Sasso 2912 m per la Direttissima
18 luglio___Campo Imperatore – stop nel bosco sopra Sulmona
19 luglio___Pescocostanzo – Monti del Matese
20 luglio___San Gregorio Matese – Castellammare di Stabia
21 luglio___Castellammare di Stabia – Agropoli
22 luglio___Agropoli – Sapri
23 luglio___Sapri – Rotonda
24 luglio___Rotonda – ascensione alla cima Serra del Prete (Pollino) – Castrovillari
25 luglio___Castrovillari – stop nel bosco salendo in Sila
26 luglio___Camigliatello Silano – Pizzo Calabro
27 luglio___Pizzo Calabro – spiaggia a sud di Messina
28 luglio___Messina – Piano Provenzana
29 luglio___salita al Vulcano Etna (cratere Centrale)
30 luglio___Piano Provenzana – Lago Pozzillo
31 luglio___Lago Pozzillo – stop in un campo nei pressi di Marianopoli
1 agosto___Vallelunga Pratameno – Mondello
2 agosto___Mondello – Trapani
3 agosto___Trapani – Palermo / imbarco per Genova
4 agosto___navigazione Palermo/Genova – Genova – Busalla
5 agosto___Busalla – Vergiate
PREMESSA
… sapevo di essere allenato … sono tornato con la coda tra le gambe dalla mia personale sfida australiana …
… a dire il vero gia’ sull’aereo di ritorno, fra alti e bassi di umore, stavo pianificando una possibile RISCOSSA allla disfatta mal digerita …
dopo 4 giorni a casa senza far sapere a nessuno cosa era successo, mi sono ripreso e ho deciso di non piangermi addosso per il fallimento
cosi’ un lunedi mattino di buon’ora, ecco che salgo sulla mia splendida bici rimasta parcheggiata e allestita fuori casa da quando siamo tornati dall’Australia ed ecco che mi metto in sella
direzione Sud … dove non sono mai stato
programmi e progetti … nessuno in particolare … molti nella mia testa
inizialmente ero attratto dall’idea di seguire la Via Francigena; per la verita’ per un po’ l’ho fatto ma poi mi sono reso conto che davvero e’ un’itinerario “da viandanti”, sicuramente ideale da fare a piedi (anche se certi tratti fatti oggi devono essere alquanto noiosi e decisamenti bruttini)
un altra idea era quella di gironzolare fra i laghi del centro Italia percorrendo il periplo del Trasimeno, del Bolsena, del lago di Vico e di Bracciano per visitare di nuovo i luoghi del mio servizio militare (Centro Sportivo Aeronautica Militare di Vigna di Valle – Bracciano – Roma); sarei passato anche per Roma ma, come vedrete dalle tappe che scrivo piu’ sotto, sono riuscito a stravolgere anche questo piano … perche’??? non lo so il motivo … semplicemente vivevo un po’ alla giornata!
… Perche’ non sono mai andato cosi’ lontano come quando non sapevo dove andavo.
DIARIO DAY BY DAY
9 luglio
Vergiate, Somma Lombardo, alzaia Ticino, Pavia, Piacenza
sentiero E1 Via Francigena
partenza ore 6:05 da casa; scendo in paese in un attimo e furtivamente attraverso la piazza di Vergiate; incontro Don Claudio; mi fermo a chiacchierare 10 minuti; lo informo di cio’ che mi e’ successo in Aussie e di cosa mi appresto a fare; incuriosito, mi invita a considerare l’ipotesi di andare a trovarlo a Noto (Sicilia); dove passera’ alcuni giorni di ferie a meta’ agosto
Ci salutiamo simpaticamente e inizio a pedalare;
il primo tratto mi e’ ben noto; giunto a Somma Lombardo discendo rapidamente nella valle del Ticino e mi fermo a fotografare e salutare “simbolicamente” la diga del Pan Perduto; sono le 6: 30 di una calda mattinata di luglio; da qui, seguo la pista ciclabile (sentiero E1) che costeggia il Canale Industriale; fino al Ponte di Turbigo percorro la stessa strada che sono solito pedalare molto spesso in settimana per recarmi al lavoro a Novara; dal ponte in direzione sud e’ tutto nuovo anche per me; e’ da qui che iniziera’ il vero viaggio “di scoperta”
costeggio la centrale di Turbigo e l’alzaia si fa ora piu’ stretta ora piu’ larga
pedalo circondato da aree agricole pianeggianti inframmezzate da boschi e boschetti di robinia e altri alberi piu’ pregiati; non mancano i classici filari di pioppi; si scorgono alcuni giardini di bellissime ville di famiglie benestanti degli anni passati
non ho fretta e spesso mi permetto di fermarmi a fare foto, rilassarmi all’ombra e guardarmi in giro; cerco di fotografare anche particolari che mi colpiscono in queste zone che, sbagliando, non ho mai apprezzato
Ho sempre “odiato” la “bassa” intesa come la pianura, senza orizzonti montuosi o collinari a fare da cornice, da riferimento; cupi e nebbiosi in inverno e asfissianti per la calura estiva
procedo con lenta cadenza ma estrema decisione verso sud; percorro il Naviglio di Bereguardo; attraverso il caratteristico ponte di chiatte e faccio numerose svolte e deviazioni nei pressi dell’abitato; mi trovo in aperta campagna; fra campi di riso e boschi cedui; fa molto caldo; non tardo a ritrovare il Ticino; costeggio la sua sponda destra (orografica) per ritrovarmi a Pavia; ne approfitto per curiosare un po’ in centro in sella alla mia bici; un grande gelato consumato sulla riva del fiume azzurro in contemplazione del grande ponte coperto e poi via ancora in sella in direzione Piacenza; cerco di seguire la Via Francigena; non e’ decisamente un percorso per ciclisti, bensi’ per viandanti; spesso costringe a fare giri assurdi che un tempo avevano decisamente un senso … oggi snaturato ed abbruttito dalla pericolosita’ del traffico veicolare nonche’ dall’edificazione moderna; certi posti pero’ meritano una visita e sono un vero piacere e una sorpresa
a …. durante una pausa in riva al fiume Po, conosco una coppia con bimbo piccolissimo; mi viene offerta una birra fresca che consumo con estremo piacere chiacchierando con questa coppia di giovani molto gentili e alla mano; (lui e’ tunisino, lei siciliana trapiantata qui … nella “bassissima”!); ormai non manca molto a Piacenza; mi impegno per arrivare prima che faccia buio; per risparmiare tempo gli ultimi chilometri li percorro sulla statale trafficata; ma tutto sommato non e’ male; ho percorso tutta l’asta fluviale del Ticino per poi fare diverse divagazioni lungo il Po e ora sono a Piacenza
Fa un caldo terrificante; mi fiondo da McDonald per mangiare e qui ho un mezzo collasso dovuto allo shock caldo-freddo dell’aria condizionata; consumato il pasto cerco un posto dove dormire la notte
fuori discussione che io utilizzi un alberghetto; gli ostelli in Italia non sanno (quasi) nemmeno cosa siano … ho la mia tenda … mi basta un posticino tranquillo; decido di andare sulle rive del Po; non lontano dal ponte che segna l’entrata (o l’uscita) in Lombardia … gia’ … perche’ io sono gia’ in Emilia!
dopo una sciacquata nel fiume mi godo il mio relax ai margini del Po; inizialmente non monto la tenda, ma i moschini mi fanno cambiare idea dopo meno di mezz’ora.
Cosi’ si conclude il mio primo giorno in sella della mia GeoAvventura cicloturistica italiana … 190 chilometri sotto il sole … niente male come inizio!
10 luglio
Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza, Fornovo di Taro, Cassio, Berceto, Passo della Cisa
statale emilia; cappuccino e cafe con indicazioni del gestore
abbandono la Via Francigena
Fornovo; super focaccia e 1 litro di bianco prima di affrontare la salita al Passo della Cisa; dormo nei giardinetti della cittadina all’ombra; fa molto caldo; alle 15 riparto; salita piacevole ma caldo soffocante; faccio una deviazione dalla strada principale della Cisa che mi porta ad attraversare piacevoli paesini collinari; in alcuni punti pero’ la salita e’ davvero dura; arrivo a salire ad una velocita’ di 5 km/h
pausa con 2 vecchietti che mi applaudono quando mi vedono sbucare dalla ripida salita; faccio acqua; due parole con i simpatici anziani all’ombra e riparto; ancora qualche km e incrocio di nuovo la statale della Cisa; sara’ dovuto alla bassa velocita’ di salita ma sono tante ore che sono in sella; il Passo sembra non arrivare mai; non e’ tutta salita anzi; ci sono numerosi saliscendi … ma dopo Berceto c’e’ lo strappo finale; un ciclista mi supera all’imbrunire incitandomi dicendo che ci sono quasi; un chilometro dopo arrivo in cima scortato da un altro ciclista che mi ha raggiunto; chiacchieriamo un po’ poi lui ridiscende prima del buio; tira aria qui; sotto di me, a sud ecco la Garfagnana; 2 foto al passo e via veloce verso valle; scollinando il vento si placa e decido di fermarmi nei pressi di una piazzola sterrata; qui pianto la tenda ma, per correttezza attraverso la strada e vado al vicino bar/ristorante per una buona cioccolata; in discesa mi sono coperto con la giacca in gore tex;; fa freddino qui; mi corico in tenda leggendo il mio libro; e anche la Cisa ora e’ alle mie spalle; continua il mio viaggio verso sud!
11 luglio
Passo della Cisa, Pontremoli, Aulla, Santo Stefano di Magra, Sarzana, Lerici , Montemarcello, Luni, Forte dei Marmi
lunga discesa fino a Pontremoli; piacevoli vedute della Alpi Apuane; Pontremoli e il mercato; la statale un po trafficata; decisamente brutta Aulla; via verso Sarzana dove arrivo con entusiasmo; bel giro in centro; poi Lerici; caos e strade trafficate; non entusiasmanti da fare in bici; salita sotto il sole sulla collina per poi fare una discesa a picco sul mare di Lerici; relax in centro a Lerici su una panchina all’ombra; dopo il grande caldo partenza; risalgo la dura rampa che mi porta a scollinare e poi prendo la deviazione per Montemarcello; bellissima la strada a picco sul mare ma la salita e’ costante; Montemarcello e’ un piccolo gioiello italiano di cui non ero a conoscenza Uno dei “Borghi piu’ Belli d’Italia”
ridiscendo verso la costa della Versilia; deviazione per il centro di importanza archeologica di Luni; visita degli scavi romani; riprendo la bici e ritorno sulla costa; trafficata la statale/lungomare che scende verso sud; arrivo a Forte dei marmi; meritato gelato serale + pizza e struscio in centro; di nuovo in sella a cercare un posto dove dormire
lo trovo nella spiaggia pubbilca comunale; metto la stuoia sotto un gazebo sulla spiaggia; di fianco sempre la mia fedele bicicletta
ottima dormita
12 luglio
Forte dei Marmi, Pietrasanta, Camaiore, Montemagno, Lucca, Altopascio, San Miniato, Gambassi, San Gimignano
bella notte sulla spiaggia rinomata e molto curata di Forte dei Marmi; il mattino pero’ e’ grigio; alle 6 sono in piedi; si parte; mi dirigo all’interno; circa 10 km dopo sono a Pietrasanta; pausa per una buona colazione in un bar assieme a gente che prepara il mercato locali; dico alla barman che ho intenzioni di andare a San Gimignano … in bici; lei mi fissa con aria interrogativa
mi rimetto in strada; pedalare il mattino e’ piacevole nonostante il traffico si stia svegliando;lascio la strada principale per inerpicarmi su fino a Montemagno non prima di avere attraversato Camaiore; la strada e’ considerata secondaria ma il traffico locale e’ piuttosto consistente; la pendenza va via via aumentando fino a dover poi trasformarsi in alcuni tornanti; arrivo al colle un po’ stanco ma senza dubbio con abbondanti riserve di forza nelle gambe
da qui una lunga discesa attraverso bei boschi e poi campagna pianeggiante mi conduce al cospetto delle mura dell’antica Lucca
ecco di nuovo l’odioso lastricato (per i ciclisti); sono costretto a curare le traiettorie; entro nelle mura e giro bene il centro; pausa caffe’ e foto; dopo un paio d’ore decido di allontanarmi dalla citta’ e proseguire il viaggio; faccio le ultime foto alle mura esterne e poi mi incasino nel traffico cittadino; non e’ facilissimo trovare la direzione giusta; se si seguono le indicazioni spesso si fanno lunghi giro, comodi per le auto ma poco piacevoli per chi e’ sui pedali; il caldo si fa sentire ….
arrivo ad Altopiscio verso l’ora di pranzo; c’e’ un mercato paesano che pullula di localie di visitatori; il paesotto mi piace e decido di fermarmi all’ombra per lasciare passare le ore piu’ calde; qui faccio la conoscenza di ….; in pausa pranzo dal lavoro; parliamo piacevolmente; poi mi imbatto in Francesco che e’ a caccia di un’apparizione; una ragazza vista diverso tempo fa sul treno e che vorrebbe ricontattare; mi appassiono alla storia e aspetto che ritorni dal bar dove deve cercare questa benedetta ragazzza; purtropo non sara’ fortunato …
verso le 3 del pomeriggio mi faccio coraggio e rimonto in sella
la salita di San Miniato mi succhia molte energie; qui mi fermo per un meritatissimo gelatone extra-large; dopo aver gironzolato nel caratteristico centro storico ecco che ridiscendo la collina per proseguire il mio viaggio nella campagna toscana; si pedala bene nonostane il caldo numerosi saliscendi ma la vista e’ bellissima e rilassante; arrivo in serata a san Gimignano.
13 luglio
San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Monteriggioni, Siena, Buonconvento, San Quirico d’Orcia, Pienza, Montepulciano
la notte in bilico su una scarpata a ridosso delle mura esterne; mattino presto meritata colazione al bar; faccio un bel giro nel centro storico ma ancora prima che il turismo arrivi io sono gia’ in fuga verso la meta successiva
il paesaggio toscano; le indecisioni ai bivi; chiedo a qualcuno ma poi faccio di testa mia; il caldo
arrivo a Siena; Piazza del Campo, Duomo e gironzolo; riparto in discesa e percorro sotto il sole un ntratto di statale; incontro i 2 ciclisti che fanno Roma Siena; ci fermiamo tutti a dormire un’oretta sotto gli alberi; caffè insieme e poi ci dividiamo
proseguo da solo
l’autista di pullman che mi racconta le sue avventure in bici
arrivo a Montepulciano in serata con la solita (antipatica) salita finale
cena in piazza con fornello accanto alla bici; la curiosita’ di alcuni passanti che si rivolgono a me in inglese convinti che io sia straniero… mi nascondo per la notte dietro la piazza principale giu’ per terra con la stuoia
14 luglio
Montepulciano, Castiglione del Lago Trasimeno, giro del Lago Trasimeno (60 km), Castiglione del Lago Trasimeno
notte fresca e ventosa; di buon mattino salto in sella ma scendo subito a causa del ciottolato “bastardo” per la bicicletta; ai margini dell’abitato ottima colazione; scendo in campagna con il fresco del mattino
bellissima e rilassante la campagna toscano-umbra; proprio a misura di bicicletta per paesaggio, condizione delle strade e traffico
50 km al lago Trasimeno; arrivo a fine mattina; indicazioni al visitor center
lascio il bagaglio in eccesso a ristorante con la promessa che torno a mangiare
parto per giro lago Trasimeno senza borse (60 km)
perdo subito la ciclabile
a Tuoro rientro in ciclabile; molti punti sterrati e piatti; molto caldo; pausa per gelato e ombra
riprendo; pausa per bagno in spiaggetta che mi e’ piaciuta; continuo e incrocio Umbria inVespa
ritorno a Castiglione un po’ stanco per il caldo
sto sulla passeggiata del lago all’ombra con l’intenzione di dormire li; il cielo si rabbuia all’improvviso
2 gocce d’acqua e nulla piu’; mi ricordo di aver notato un area camper ai margini del paese; non mi sbaglio; vado e trovo un buon posto tenda (abusivo) proprio fronte lago
un po troppi moschini; monto la tenda e chiudo subito le zip; vado a fare acqua con la tanichetta
ritorno in paese con il buio in bici per una birra
torno di nuovo in tenda a dormire
c’e’ parecchio vento
15 luglio
Castiglione del Lago, Marsciano, Todi, Terni, Cascata delle Marmore
subito in sella di buon mattino per fare chilometri prima del gran caldo; torno sui miei passi costeggiando il lago fino ad un bivio; qui, con il lago alle spalle, la strada si inerpica su per la collina; bella strada; paesini di campagna; continui saliscendi; un vero piacere e molto rilassante
Todi mi guarda dall’alto; la salita sotto il sole cocente non mi risparmia ma vedo che procedo bene; riesco addirittura a raggiungere e superare una coppia di bikers stranieri anche loro dotati di borse laterali ma nettamente piu’ leggeri di me
aggredisco la salita; oltrepasso le mura e continuo a pedalare fino in cima; sbuco in piazza fra lo stupore e gli sguardi incuriositi dei turisti
spesso stranieri
giro nella splendida location; pranzetto con calzone farcito in un posto carino in centro dove conosco una cameriera stagionale che mi contattera’ diversi mesi dopo via email
lascio passare il gran caldo e mi metto di nuovo in marcia
Rieti e la decisione di andare subito alle cascate; arrivo prima che chiudano; parcheggio camper; pianto la tenda; un gruppo di turisti fa casino fino a tarda sera
consigli da un signore per salire al Gran Sasso; notte rilassante nell’area camper/picnic ai piedi delle cascate
16 luglio
Cascata delle Marmore, Lago Piediluco, Rieti, Cittaducale, Antrodoco, L’Aquila
di buon mattino smonto la tenda e ridiscendo per pochi chilometri la statale; attraverso il torrente e inizio la salita di 4-5 km che, con alcuni tornanti mi portano al paese di —— punto culminante delle cascate; qui mi aggiro a piedi per un po’; purtroppo il regime delle cascate è di bassa portata vengono regolate durante il giorno e chiuse per la notte per permettere la visione piuì attraente ai turisti; e’ ancora presto; nessuno in giro; mi decido a proseguire sulla strada a tratti trafficata anche da mezzi pesanti; tutto sommato pero’ si pedala bene; arrivo a costeggiare il lago di Piediluco e qui mi fermo per una meritata colazione al fianco di ciclisti “veri”; per intendersi quelli con le tutine dai colori sgargianti che sembrano dei professionisti ( … e che magari fanno il giro dell’isolato ….); proseguo nella campagna e nei boschi con piacevoli saliscendi, zone boscose fresche ed accoglienti che si alternano a salite assolate; fino a tarda mattina e’ un piacere anche affrontare le salite … la musica cambia con l’arrivo delle ore piu’ calde
arrivo a Rieti; giro in citta’ alla ricerca del “centro” d’Italia
proseguo sotto un caldo fastidioso e soffocante; tappa alla Lidl di Cittaducale per rifornimento viveri poi di nuovo in sella per salire l’Appennino e scavallare il passo che mi condurra’ a L’Aquila
Superato l’abitato di Antrodoco, dove una signora si ferma per fare 2 chiacchiere dato che io sono fermo a fare una foto; la salita e’ costante e molto lunga; il peso delle borse rifornite nel pomeriggio con la nuova spesa si fa sentire; salgo piano piano chino sul manubrio; cerco di non irrigidirmi ma progredire in scioltezza facendo girare le gambe; avvisto diversi alberi di prugne; mi fermo a bordo strada appoggiando la bici sul muretto laterale; seduto sul muretto mangio alcune albicocche e prugne; dopo una buona mezz’oretta riparto sapendo che la salita sara’ ancora lunga; in effetti non finisce … si sale, si sale… si sale; meno male che il traffico e’ davvero scarso (anche se quando passa qualche auto sfreccia ad una velocita’ che risulta molto demotivante per chi sta pedalando in salita da qualche ora …); finalmente arrivo a ….. oltre qui si scollina!; mi fermo in un bar per un meritato gelatone e approfitto del bagno; al bancone c’e’ una graziosa ragazza di Antrodoco che sale qui tutta l’estate per lavorare al bar; risalito in sella incrocio poco dopo il cartello che mi avvisa della mia entrata in provincia dell’Aquila; noto diversi pannellini catarifrangenti in gomma; sono nuovi e molti devono ancora essere posizionati sul tronco degli alberi che fanno da filare marginale alla strada; ne approfitto e ne “rubo” due; uno rosso, che leghero’ sul portapacchi posteriore della bici, l’altro bianco, meno utile, che potrei utilizzare davanti; pedalare in bici al buio e’ sempre meglio avere abbondanza di elementi visibili (oltre alla normale dotazione di faretti)
dalla campagna dell’Appennino in breve tempo intuisco che sto arrivando a L’Aquila; le strade si fanno piu’ trafficate; ormai sono in pianura e anche in leggera discesa; copro gli ultimi 20 km in scioltezza; percorrendo la strada statale attraverso i sobborghi della citta’; mi fermo da McDonald per un panino e, verso le 18 sono quasi in centro; distrattamente non mi accorgo di un edificio in rovina salendo in centro sulla mia destra; torno indietro e guardo meglio; un tuffo al cuore; e’ la Casa dello Studente; qui ci sono stati 8 ragazzi morti durante il terremoto dl maggio 2009 ….; sono consapevole di essere nella zona “calda”; mi pervade un senso di curiosita’ ma anche di estrama tristezza; trovo le camionette militari che fanno la ronda e presidiano le zone sfollate e ancora imbrigliate con fermi, puntelli, tiranti; calcinacci e rovine dappertutto; recinzioni stile lavori in corso …. sembra che sia successo solo ieri; sembra che la gente sia scappata ieri lasciando tutto cosi’ come si trovava …. ma sono passati 3 anni; praticamente tutto il centro storico di L’Aquila e’ un cantiere …. polvere, rottami, calcinacci rumore di gru e macchinari da ricostruzione … ma anche silenzio; in alcuni cortili aleggia un triste e macabro silenzio
la vita qui non c’e’ piu’; si e’ fermato tutto 3 anni fa; vago solitario in giro per il centro; senza farmi vedere in alcuni casi mi infilo nei varchi della recinzione ed entro nella proibita zona rossa … una tristezza infinita …..
esco dal centro e vado al Castello spagnolo; qui c’e’ piu’ vita; e’ il ritrovo degli aquilani che non vogliono stare lontani dalla loro citta’ dal loro centro storico; passeggiando in bici sono facile preda di domande da parte di alcuna gente; molto gentilmente un signore, oltre a darmi indicazioni inizia a parlare di come ha vissuto il dramma; si vede che e’ ancora emozionato; mi racconta tutto; dalla versione politica a quella del punto di vista degli abitanti; altre persone non tardano ad unirsi a lui; in poco tempo un capannello di gente circonda la mia bici ; ognuno dice la propria ma la cosa che tutti mi ripetono e’ che noi, del nord, oppure noi che abbiamo visto dal di fuori la situazione, non abbiamo colto il reale senso delle proteste della gente; sembra che il governo abbia “mentito”; dicendo che andava tutto bene quando invece nulla era stato fatto; ci sarebbe da parlare per molto ……
ormai e’ buio; percorrendo nuovamente le vie del centro semideserto chiedo info su dove posso mettere la mia tenda; mi suggeriscono di andare vicino alla sede della Polizia; li si trova un’area camper; siamo in citta’ … ma non ho problemi a piazzare la mia tenda in questo parcheggio con vista sui condomini e le case circostanti; siamo poco sotto il centro storico, ai piedi di una discesa; qui trovo anche un idrante con cui faccio acqua e una meritata doccia molto spartana; organizzo bici e tenda e mi infilo a riposare; faccio conoscenza con un ragazzo di Milano in vacanza con fratello disabile a bordo del camper vicino a dove ho messo la tenda; dopo la piacevole chiacchierata mi offre un sacchetto con prugne e d albicocche che accetto molto volentieri
e’ tardi; chiudo la zip della tenda e leggo qualche pagina del libro …… buonanotte!
17 luglio
L’Aquila, Campo Imperatore,
salita alla vetta del Corno Grande del Gran Sasso 2912 m per la Direttissima
discesa per la via della cresta e notte in tenda a Campo Imperatore (vento fortissimo!)
18 luglio
Campo Imperatore, Castel del Monte, Popoli, Sulmona, Cansano, stop nel bosco
19 luglio
Pescocostanzo, Roccaraso, Isernia, Monteroduni, Monti del Matese
20 luglio
San Gregorio Matese, Caserta, Napoli, Castellammare di Stabia
21 luglio
Castellammare di Stabia, Sorrento, Massa Lubrense, Positano, Amalfi, Salerno, Paestum, Agropoli
22 luglio
Agropoli, Santa Maria di Castellabate, Ascea, Palinuro, Marina di Camerota, salita a San Giovanni a Piro, Sapri
23 luglio
Sapri, Maratea (con salita al Redentore), Trecchina, Lauria, Rotonda
la prima e l’unica giornata di brutto tempo durante tutto il mio viaggio
dopo una notte insonne “nascosto” sotto un gazebo sul lungomare del bel paese di Sapri e dopo una buona colazione parto lungo la strada statale che costeggia il mare; il tempo e’ grigio; ogni tanto tuona e il cielo ed il mare si fanno piu’ cupi e scuri; io continuo a pedalare sulla strada deserta; in alcuni tratti incontro un fortissimo vento contrario che rende davvero difficile progredire; sono quasi fermo in sella alla mia bici la temperatura tuttavia non e’ male e, dopo tanti giorni di caldo torrido non mi dispiace stare un po’ al fresco; mi fermo un paio di volte in galleria per aspettare che gli scrosci d’acqua piu’ violenti abbiano termine dopodiche’ mi rimetto in sella in direzione sud; verso Maratea;
24 luglio
Rotonda, rifugio De Gasperi, ascensione alla cima Serra del Prete (Pollino), Campo Tenese, Castrovillari
25 luglio
Castrovillari, Spezzano Albanese, Rende, Cosenza , Spezzano della Sila, stop nel bosco salendo in Sila
26 luglio
Camigliatello Silano, Lorica, Lago Arvo, Soveria Mannelli, Lamezia Terme, Pizzo Calabro
27 luglio
Pizzo, Vibo Valentia, Rosarno, Bagnara Calabra, Scilla, Villa San Giovanni, traghetto Sicilia, Messina, notte in spiaggia a sud di Messina (al riparo sotto una barca)
28 luglio
Messina, Taormina, Fiumefreddo, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, salita a Piano Provenzana
la notte in spiaggia sotto la barca e’ … diciamo … particolare!; un fastidioso vento soffia disturbando il mio sonno ma io mi metto al riparo sulla mia stuoia circondandomi delle mie borse; tutto sommato la notte trascorre bene; di buon mattino spingo la mia bici fuori dalla sabbia della spiaggia e rimonto in sella in direzione sud; la strada statale a quell’ora non e’ trafficata; attraverso numerosi paesi e paesini affacciati sul mare; in alcuni casi angoli caratteristici di piazzette e viuzze secondarie attraggono la mia atttenzione meritando una sosta per una fotografia; a …. mi fermo per la colazione di rito; sono le 7:30 del mattino; al bancone del chiosco c’e’ una splendida ragazza che lavora con i genitori proprieari dell’attivita’; e’ di Messina ma non ama la citta’; incuriosita dal mio stile di viaggio facciamo due chiacchiere durante la mia colazione ma lei e’ sempre molto presa visto che il viavai di gente e’ piuttosto intenso nonostante la mattina presto di un caldo agosto siciliano
saluto a malincuore la giovane e bella ragazza e proseguo lungo la strada
quando arrivo nei pressi di Taormina il sole e’ gia’ alto e la calura si fa sentire; inizio la salita che mi porta a Taormina; il traffico di pullman di turisti e’ intenso e durante la salita e’ piuttosto fastidioso venire superati da questi bestioni sia per la grandezza sia per il rumore dei motori che spingono in salita
procedo inesorabilmente e arrivo in cima; mi aggiro per le stradine caratteristiche e individuo subito una rinomata pasticceria dove acquisto subito 2 cannoli siciliani (bombe caloriche che però mi saranno certamente utili e senz’altro strameritate); me li gusto nella piazzetta principale della splendida Taormina affollata da orde di turisti italiani e stranieri con tanto di guida con bandierina o cartello indicatore; ogni tanto mi imbuco dietro una guida per carpire qualche info riguardo i particolare di cio’ che mi circonda; ma la mia attenzione e’ gia’ stata catturata da una strana forma che si erge nell’entroterra; e’ l’Etna, che con i suoi 3340 metri fa bella mostra di se dominando il paesaggio circostante), quella e’ la mia prossima meta
dopo aver percorso in lungo e in largo le stradine del borgo decido di allontanarmi dalla turisitcizzata Taormina; scendo percorrendo una strada tutta curve che precipita a mare (ero salita dalla strada pochi chilometri piu’ a nord
riprendo la statale traffica e nei pressi di Fiumefreddo mi fermo per fare rifornimento di viveri; da qui abbandono la strada principale per iniziare la lunga salita verso l’Etna; c’e’ anche vento ma il caldo soffocante non mi rende la vita facile; sto al riparo nel negozio di alimentari sulla strada prima di decidere di continuare; parto e affronto la salita che, dapprima dolce e costante, sale verso Linguaglossa; a Piedimonte Etneo pero’ mi rendo conto che la mia bassa velocita’ e’ dovuta all’eccessiva fiacchezza per il caldo; mi fermo all’ombra e vado in un bar dove due ragazze mi servono qualcosa da mangiare e la mia prima granita siciliana (servita immancabilmente con la brioche … questa proprio non la sapevo); questa pausa e’ solo una scusa per evitare il gran caldo; perdo qui un paio d’ore e, verso le 15 mi decido a salire di nuovo sui pedali; la salita non si e’ spostata … e’ sempre li che mi attende … e io lo so perfettamente
con la dovuta calma e pazienza affronto le pendenze mai eccessive (ma con i vari pesi non sono uno scherzo)
finalmente un segnale della mia progressione; arrivo a Linguaglossa
qui chiedo indicazioni per la salita all’Etna; pensavo di seguire una strada che compie quasi tutto il periplo del cono del vulcano dirigendomi poi al rifugio Sapienza per la salita classica
un abitante di Linguaglossa (della forestale) mi suggerisce invece di salire da qui a Piano Provenzana dove si sta inaugurando un bar e l’indomani unirmi ad un gruppo di escursionisti locali per la salita; ok; cambio di programma; mi piace il suo suggerimento e non ci metto nulla a cambiare direzione; da Linguaglossa quindi salgo direttamente; interseco il bivio a quota 1000 metri dove un posto di blocco dei Carabinieri ferma tutti i motociclisti che scorrazzano su per i tornanti che si inerpicano lungo le pendici del vulcano
da bivio “quota mille” sono 14 km di salita …
con il mio passo cadenzato, umile, tranquillo prendo il ritmo per affrontare anche questa salita; mi fermo per chiedere acqua fresca per le borracce in un ristorante chiuso (e’ solo pomeriggio); proseguo percorrendo bei curvoni ideali per le moto; il fondo stradale e’ ottimo ed e’ piacevole pedalare soprattutto alzandosi di quota; ci si immerge in boschi e via via che si salie in splendide pinete; l’aria si fa piu’ fresca; il giorno sta finedo; nel mezzo di un rettilineo incrocio una pattuglia di Carabinieri e una di Polizia; ci fermiamo a chiacchierare e mi esortano a stare attento alle moto e a tenere la destra …. sono a poco piu’ di meta’ salita; ho davanti a me ancora alemo altre due ore di pedalata; non mi do per vinto; prseguo inesorabilemte; il traffico di auto e’ scarsissimo in compenso il rombo delle moto si sente da lontano e ti sfrecciano di fianco pericolosamente (da ex motociclista pero’ sarei ingiusto ad “insultarli” solo perche’ io mi sono “convertito al ciclismo”)
Pedalo, guardo il manubrio, guardo il prossimo tornante; cerco di non guardare il rettilineo di salita che separa ogni tornante; e’ dura ma non terribile; almeno la temperatura e’ accettabile; uscendo dalle ultime splendide pinete ecco le prime colate di lava; giungo ad un bivio; mi segnala altri 3 km a Piano Porvenzana; ormai e’ sera ma dovrei arrivare prima che faccia buio; gli ultimi tre km pero’ (come spesso accade) sono i piu’ duri; in alcuni punti la pendenza si impenna decisamente; dapprima mi ritrovo a sfruttare tutta la larghezza della strada per progredire in salita; sto prendendo la salita come se fosse uan salita di scialpinismo; salgo facendo dei traversi e curvo ai margini della strada per puntare all’altra estremita’; la pendenza e’ dura (attorno al 15) il peso delle borse e dei km fatti per arrivare fino a qui da casa mia si fanno sentire; ma la motivazione c’e’; nonostante la fatica si va sempre avanti … fino a quando giudico troppo duro per le gambe tentare di salire sui pedali; non voglio forzare la muscolatura che fino ad oggi si e’ comportata egregiamente; non mi vergogno nel dire che per alcuni metri scendo dalla bici; la pendenza e’ davvero accentuata per una rapporto come il mio (il piu’ leggero) ma le borse si sentono! scopro mio malgrado che salire accompagnando a piedi la bici carica come un mulo non e’ meno duro che rimanere in sella; quindi mi fermo di nuovo e … risalgo in sella; sono praticamente fermo sui pedali mentre spingo il rapporto in salita; consapevole che non manca molto vivo la cosa senza troppo sconforto anzi … se penso che sono sotto l’Etna ma questa mattina ero a Messina … niente male direi!!
ed eccomi finalmente; il parcheggio in mezzo a una colata lavica quindi un allineamento di gazebo-chalet in legno; e … gli impianti da sci; sono arrivato
ecco il bar che e’ stato inaugurato nel pomeriggio; diversa gente per l’occasione; vengo fatto oggetto di attenzioni e domande da parte di diverse persone che mi hanno visto salire in sella nel pomeriggio; 2 persone (2 forestali) sono particolarmente loquaci e gentili; mi invitano a stare con loro, mi presentano gli altri amici e i proprietari del bar; vengo invitato a stare con loro; mi offrono un sacco di dolcetti fatti in casa e fette di torta per la sera e per la giornata di domani quando saro’ impegnato nella salita a piedi
ormai e’ buio; corro a fare una doccia approfittando di un rubinetto e del mio contenitore di plasica che mi rovescio addosso completamente nudo dietro una piccola baita; pulito e rinfrescato e cambiato, con il piumino per mantenere il calore corporeo ritorno dai miei amici; sto con loro fino a tardi; poi vado a scegliere il posto tenda sotto alcuni enormi alberi; e’ buio ma non ho particolari problemi a montare la tenda
sono stanco ma molto soddisfatto
domani mi aspetta il cratere centrale dell’Etna
29 luglio
salita al Vulcano Etna (cratere Centrale)
dopo una notte ventosa ma non terribile esco dalla mia tenda e mi appresto a partire per la lunga giornata di cammino; faccio di nuovo un giretto nei pressi dello chalet di ieri sera ma e’ ancora troppo presto; alle 7 nessuno in giro; mi decido a partire da solo risalendo la strada gippabile che risale le piu’ recenti colate laviche (di 10 anni fa) che hanno distrutto parte degli impianti di risalita; sono infatti ancora visibili i resti di alcuni piloni e tetti parzialemnte inghiottiti dalla lava; la salita e’ piuttosto monotona; salgo con passo spedito fino a giungere presso alcuni pseudocrateri secondari molto affascinanti; ogni tanto mi guardo in basse e scorgo le prime auto arrivare al parcheggio; io sono gia’ in alto
cammino e incontro 2 ragazzi siciliani; uno è di Palermo ma lavora a Roma; l’altro e’ di Bagheria ma lavora a Milano come nettrubino; insieme proseguiamo lungo la strada sterrata che ci conduce al rifugio-osservatorio
qui incontriamo altri 4 di Catania con i qualci ci soffermiano a chiacchierare; decido poi di salire alla cima del vulcano al cratere centrale
senza sentiero; salgo dritto lungo il cono fino a quando la pendenza e la scivolosita’ mi rendono agevole la progressione; poi, con un traverso piuttosto sdrucciolevole raggiungo il bordo del cratere; vengo travolto dal vento e mi affretto a ripararmi sottovento dove si sta bene; dei miei due conpagni non v’e’ traccia
mi siedo a mangiare qualcosa
sensazione strana essere seduti su un vulcano; hai sempre la sensazione che qualcosa ti bolle sotto le chiappe inoltre sinistri rumori e strani gorgoglii non ti fanno stare molto tranquillo
ampie fenditure si aprono lungo il cono sommitale inoltre le fumarole incessanti sono fastidiose
dalla cima telefono a casa poi mi dirigo verso la base del cratere sommitale scivolando lungo i suoi ampi pendii di roccia vulcanica
noto alcune biciclette che scendono verso valle scortare da jeep; penso a quanche soluzione turistica …
da solo interseco nuovamente la strada verso Piano Provenzana
annoiato dalla strada decido di tagliare per le piste di discesa; il terreno e’ piu’ ripido e scendere non e’ cosi’ divertente; mi pento quasi subito ma non ho voglia di fare il lungo giro fatto in salita; mi ritrovo a valle presso gli impianti e poco dopo eccomi di nuovo al parcheggio; incontro nuovamnte i forestali che si informano sulla mia giornata in cima; chiacchiero e ringrazio
torno in tenda e devo a lavarmi con la tanica d’acqua
poi mi cambio e ridiscendo nuovamente presso il parcheggio pulito e rilassato e coperto (tira sempre vento); mangio qualcosa e quando il buio cala saluto tutti e vado a letto
30 luglio
Piano Provenzana, Linguaglossa, Francavilla di Sicilia, Gole di Alcantara, Randazzo, Adrano, Regalbuto, Lago Pozzillo
mi rilasso in tenda fino alle 8; la notte e’ stata ancora piu’ ventosa della precedente
dopo avere riorganizzato le borse della bici mi rimetto in sella per la lunga discesa fino a Linguaglossa (14 km)
arrivato prima delle 9 mi godo una meritata colazione in un bar nella via principale del grosso paese; riparto in direzione di Francavila di Sicilia; dapprima seguo la strada per Randazzo ma dopo pochi chilometri la abbandono per seguire una bella strada minore che con alcune salite e discese mi portano dapprima nel caratteristico paesino e circa 5 km dopo eccomi alle famose gole; qui lascio la bici legata ad una ringhiera in ferro e discendo con una lunga scalinata fino ad arrivare all’entrata delle gole; l’acqua e’ freddissima ma il bagno e’ d’obbligo; mi dirigo nuotando e camminando verso la parte piu’ stretta delle gole; il posto e’ davvero molto bello; molti turisti sguazzano nella parte piu’ assolata delle gole; solo alcuni si inoltrano nella zona piu’ impervia
mi godo una buona nuotata nelle limpidissime acque del fiume; rigenerato mi tocca risalire a prendere la bici; la temperatura dell’aria si e’ fatta di nuovo rovente; io devo riguadagnare la via di Francavilla e proseguire il mio viaggio nel cuore della Sicilia dopo avere messo piede sul suo punto piu’ alto; sono sodddisfatto della conquista dell’Etna visto che l’ho sudato tutto dal mare fino in cima (dapprima con la lunghissima salita in bici e poi con la lunga camminata)
impiego molto piu’ tempo del previsto per arrivare a Randazzo; sara’ la fiacchezza post nuotata; qui mi fermo all’ombra per mangiare un po’ e poi riparto circumnavigando il vulcano; oltrepasso Bronte ed eccomi in un altro paesone affollato; Adrano; anche qui decido di meritarmi la mitica granita con brioche; chiacchiero con un ragazzo che gestisce un bar situato all’angolo con il parco centrale della cittadina; parliamo delle differenze nord-sud; conveniamo che siamo comunque diversi; si lamenta dicendo che in effetti la sporcizia che si vede in alcuni punti e’ frutto della maleducazione; notero’ poco piu’ tardi a cosa si riferiva; la discesa dal centro di Adrano verso il fondovalle in effetti e’ una infinita discarica; una cosa schifosa; mi arrabbio moltissimo e non riesco a capire come si faccia a conciare un posto in questo modo; possibile che la gente gli abitanti non vedano ,,, non se ne rendano conto??? no non e’ possibile
la lunghissima discesa da Adrano verso il fondovalle e’ piacevole ma tristemente contornata dalla sporcizia; mi allontano con rabbia da questo posto e, finita la discesa mi trovo ad un bivio; e’ gia’ pomeriggio inoltrato; il caldo si fa ancora sentire ma non e’ cosi’ opprimente come nelle ore centrali; devo pero’ tenere conto che sono reduce da un paio di ore di stop e da una lunga discesa; dal bivio prendo in direzione del “cuore della Sicilia”; mi lascio alle spalle la sagoma del vulcano Etna e spingo sui pedali su una piacevole ma lunga salita che si addentra per campi e dolci colline; la mia direzione e’ Regalbuto; la fatica non tarda a farsi sentire nuovamente ma il progredire con una bella luce serale e un’arietta che inizia a soffiare sempre piu’ fresca rende piacevole la pedalata; la salita non accenna a diminuire; finalmente vedo il paesone di Regalbuto arroccato la in fondo in cima ad una collina; tutto intorno un piacevole paesaggio ondulato con una predominante colorazione di giallo riarso dal sole; da quando vedo il paese a quando finalmente ci arrivo trascorre non meno di un’oretta; e’ gia’ sera; non mi resta molto tempo prima che arrivi il buio; mi informo in piazza centrale sulla strada migliore per scendere al lago Pozzillo (molto importante per me per farmi un bel bagno e fare acqua per cucinare qualcosa); mi spiegano che non e’ possibile scendere al lago e proseguire il mattino dopo …. dovro’ per forza tornare sui miei passi fino in paese per riprendere nuovamente la strada; poco male; voglio andare al lago; dalla piazza centrale inizio una veloce discesa che in 10 minuti mi conduce sulle rive del lago; qui in un batter d’occhio scelgo il posto per la tenda e la monto subito; in mutande entro nel lago per una rapida sciacquata ; quando entro in tenda pulito e rilassato e soddisfatto e’ ormai buio; la sera e la notte sono piacevolissime; il posto e’ molto bello e tranquillo; ceno con latte e biscotti rinunciando al salamino e poi mi metto a leggere qualche pagina
31 luglio
Lago Pozzillo, Enna, Marianopoli, notte in un campo di grano ai piedi di Marianopoli
come da previsioni il mattino subito mi aspetta la risalita dalle rive del lago verso il centro di Regalbuto; da qui riprendo la strada principale e “costeggio” il lago molto piu’ in quota; la strada e’ un susseguirsi di curve, controcurve, salitelle e discese nell’entroterra siculo; e’ ancora mattino presto; il sole e’ gia’ alto ma si pedala ancora bene; mi fermo per colazione a …….; chiedo indicazioni; l’occasione di attraversare i vari paesini mi permette di fermarmi per fare acqua o cambiare acqua delle borracce in ogni piazzetta; purtroppo pero’ l’acqua in questi luoghi e’ un bene non cosi’ scontato ….. spesso non c’e’ oppure quella delle fontane non e’ potabile; entrando nei bar per un caffe’ ne approfitto chiedendo che mi vengano riempite le borracce; non ci sono mai problemi; noto che non me la riempiono con acqua del rubinetto (come chiederei io) bensi’ con acqua fredda dalle bottiglie!! l’acqua del rubinetto non e’ buona ! mi dicono
la lunga giornata prosegue in queste lande desolate riarse dal sole d’agosto ma veramente affascinanti; sono in vista di Enna; anch’essa arroccata in cima alla collina; e’ veramente dura arrivare la in cima dopo diverse ore di pedalata sotto il sole; sono costretto a fermarmi diverse volte dalla fiacchezza al riparo di qualche albero; con un bello sforzo arrivo finalmente in citta’; percorro tutta la via centrale su, su fino in cima al castello dei Lombardi; girovago un po in cerca di un posto dove fermarmi e rilassarmi; individuo dei bei giardini con vista sul territorio circostante; vado a prendermi una pizza e me la mangio all’ombra di una panchina; dormo un po’ leggo qualche pagina del libro e telefono a casa; faccio passare le ore piu’ calde esco dal centro e mi fermo per la granita e brioche di rito poi proseguo la mia lunga discesa costeggiando un grosso incendio che lambisce la citta’; qui sono all’opera 2 canadair che cercano di contrastare il propagarsi delle fiamme; mi lascio alle spalle Enna e scendo a valle per poi riprendere nuovamente a salire; le strade sono belle, abbastanza larghe e il traffico veramente minimo; l’unico disagio e’ (come sempre) il gran caldo; il beneficio delle discese viene subito dimenticato dopo 100 metri di salita; e’ davvero snervante ma il paesaggio e’ piacevole e rilassante; la pedalata non troppo redditizia data la tortuosita’ della strada e i continui cambiamenti di pendenzacome al solio il belo ariva verso fine giornata con il sole che si avvicina all’orizzonte, la campagna che si incendia con colori bellissimi e le ombre lunghe che disegnano figure particolari; in questi momenti mi dimentico di essere in sella dalla mattina presto e andrei avanti per molte ore ancora; si respira finalmente! ed e’ quasi un peccato che rimanga solo un’oretta di luce; incurante dell’orologio proseguo sull’unica strada principale deserta; oltrepassato Marianopoli, dopo una lunghissima discesa (ma da qualche parte di sicuro devo avere affrontato una salita che “compensi” la discesa appena fatta!!) il buoi mi coglie nel mezzo del nulla; mi guardo in giro e ci metto davvero un attimo ad usicre dalla strada e mettere la tenda in un campo di grano; sono stanco e non ci penso per nulla a leggere il libro
“spengo la luce” e mi metto subito a dormire!
come al solito il bello arriva verso fine giornata con il sole che si avvicina all’orizzonte, la campagna che si incendia con colori bellissimi e le ombre lunghe che disegnano figure particolari; in questi momenti mi dimentico di essere in sella dalla mattina presto e andrei avanti per molte ore ancora; si respira finalmente! ed e’ quasi un peccato che rimanga solo un’oretta di luce; incurante dell’orologio proseguo sull’unica strada principale deserta; oltrepassato Marianopoli, dopo una lunghissima discesa (ma da qualche parte di sicuro devo avere affrontato una salita che “compensi” la discesa appena fatta!!) il buio mi coglie nel mezzo del nulla; mi guardo in giro e ci metto davvero un attimo ad uscire dalla strada e mettere la tenda in un campo di grano; sono stanco e non ci penso per nulla a leggere il libro
“spengo la luce” e mi metto subito a dormire!
1 agosto
Vallelunga Pratameno, bivio per Lercara Friddi, Palermo, Mondello
il sole non si e’ ancora levato quando esco dalla tenda in mezzo al campo; non faccio colazione ma decido di fermarmi nel primo paesino che incontrero’ lungo la strada in direzione Lercara Friddi; costeggio una linea ferroviaria che sembra in disuso (ma che e’ tutt’oggi in esercizio); arrivo a …. e mi fermo in un bar per la colazione; in giro non c’e’ anima viva; sono tutti qui; braccianti agricoli e … Carabinieri tutti a colazione; gli sguardi dei local sono incuriositi dal mio abbigliamento (e forse anche dalla mia faccia da straniero); molto ossequiosi, mi guardano ma non mi rivolgono la parola …. io faccio gli affari miei e poco dopo riparto
e’ dura affrontare la salita subito dopo colazione; a giudicare dalla conformazione delle colline circostanti mi sarei aspettato una breve salita seguita da una discesa e cosi’ via ….. vengo smentito poco dopo dovendomi impegnare in una lunga salita che mi fa bruciare subito le energie della colazione; ok; si sa che va cosi’ …. a meta’ fra il rassegnato e il divertito proseguo la mia lunga pedalata scomparendo fra le pieghe delle colline ….
quando raggiungo il bivio importante per Lercara Friddi fa gia’ un caldo africano; deciso a non soccombere proprio sulla strada tiro dritto puntando a un immaginario rifugio all’ombra; lo trovo sulla strada principale che dall’entroterrra porta dritto a Palermo; mi fermo presso una stazione di servizio; mangio un panino una pizzetta e bevo quacosa; sono seduto presso la pompa di benzina e c’e’ un po di viavai …
faccio conoscenza con alcuni avventori; in particolare due giovani del posto sono interessati alla mia “impresa” e ci mettiamo a chiacchierare piacevolmente di tutto; uno dei due e’ proprietario dell’attivita’ di vendita auto qui di fronte; siccome si intrattiene a parlare con me per piu’ di un’ora mi informo se e’ in vacanza oppure “sta lavorando”; risponde che “sta lavorando” indicandomi il suo posto di lavoro …. aggiungendo che, se non c’e’ nessuno e’ inutile che stia li; infatti sta con me a chiacchierare …. sta lavorando … dice lui …. no comment!
mi faccio forza e decido di proseguire; mancano 40 km a Palermo e ho un po’ di “paura” ad entrare in citta’ dopo tutti quei giorni in giro senza incontrare grandi citta’
percorro velocemente quella distanza senza badare troppo al paesaggio che mi scorre attorno; fa caldo e voglio arrivare a un punto … ancora non so quale ma non e’ certamente la citta’ di Palermo; entro in citta’ percorrendo tutto il lungomare dai sobborghi fino al cuore della citta’ che mi svela la sua sporcizia, la maleducazione automobilistica del cittadino ma anche la curiosita’ di alcuni ragazzi in scooter che mi si affiancano chiedendomi da dove arrivo; per la verita’ io cerco di stare attento di non essere vittima di qualche scippo o rapina ma per mia fortuna, andando per la mia strada e osservando in giro tutto trascorre bene; gironzolo un po in centro e vado al porto per chiedere informazioni per il ritorno in nave a Genova; non avendo idea di orari e tratte marittime faccio una domanda un po’ generica e una impiegata sgarbata mi risponde in modo odioso; non ci fosse stato il vetro a separarci le avrei dato una testata! me ne vado insultandola pesantemente ottenendo le informazioni che cercavo da un portuale li vicino
La citta’ come al solito non mi piace e non ci metto molto a decidere di passare oltre; mi dirigo verso il carcere dell’Ucciardone per costeggiarlo e proseguire poi verso Mondello; appena fuori dalla citta’ la vista del mare e del golfo sono davvero belli; la citta’ e’ appena li dientro ,saranno 5 km ma gia’ si sta meglio; non per quanto riguarda la sporcizia pero’; la strada che porta alla importante localita’ balneare turistica di Mondello non e’ tenuta molte bene … anzi; l’unica cosa bella e’ la vista che si apre alla mia destra (verso il mare) e alla mia sinistra (il selvaggio promontorio che si erge ripido sopra di me)
10 km dopo sono a Mondello “la spiaggia dei palermitani”; splendido il golfo e i promontori che la incorniciano; un CanadAir fa rifornimento di acqua marina per scaricarla sulle colline retrostanto interessate da un incendio (tutt’altro che infrequenti in queste zone …)
percorro la passeggiata e la zona pedonale del paesino a bordo della mia fedele bici; poi la lego alla ringhiera e mi concedo una sgranchita di gambe in giro fra i numerosi turisti; mi concedo anche un bel bagno e faccio la doccia sulla spiaggia approfittando di lavare vai oltre che il sale anche la stanchezza; rigenerato sono ancora in giro da turista addocchiando qualche posticino dove avrei in programma di godermi una cena; lo individuo e porto la mia bici davanti al locale; seduto per cena desto la curiosita’ di qualche turista che viene a farmi le solite domande; da dove vengo, se viaggio da solo, che giro ho fatto, quanti km faccio al giorno , come faccio a tornare a casa …
mi trattengo seduto al tavolo ben oltre il termine della mia cena gustando il viavai serale di gente, turisti e belle ragazze
quando decido di muovermi e’ gia’ tardi; non so dove andare a dormire ma non mi dispiacerebbe dormire in spiaggia; mi posiziono ai margini della spiaggia sabbiosa e attendo che gli ultimi turisti se ne vadano; e’ gia’ mezzanotte passata quando mi addormento sulla mia stuoia di fianco alla mia bici; piu’ tardi decido di montare la tenda (solo la camera interna) perche’ i moschini della sabbia danno un po’ fastidio
2 agosto
Mondello, Isola delle Femmine, Sferracavallo, Capaci, Balestrate, Castellammare del Golfo, Valderice, Erice, Trapani
la notte sulla spiaggia trascorre bene; ho dovuto montare la tenda per i moschini fastidiosi; per il resto ho dormito bene; prima delle 6 sono gia’ sveglio; i netturbini sono in fila sul lungomare a guardare la spiaggia che dovrebbero accingersi a ripulire (certo che se la guardano e basta non si pulisce da sola)
riordino le mie cose e non lascio traccia del mio passaggio
gironzolo di buon mattino per le vie di Mondello e poi prendo la direzione dell’entroterra per cercare la strada che mi porta a Trapani; la mia intenzione e’ di seguire il piu’ possibile la costa (da Mondello pero’ non e’ possibile doppiare il capo che si erge dietro l’abitato; la strada finisce proprio a Mondello)
sono scostretto a fare il giro del promontorio dall’interno; prima di abbandonare Mondello pero’ mi fermo in una caffetterie/croissanteria “Badalamanti” gia’ il nome e’ piuttosto inquietante!
dopo essermi rifocillato proseguo per le trafficate vie esterne a Palermo per cercare di allontanarmi; come gia’ ampiamente descritto, i posti sono belli, ma vengono enormemente abbruttiti dal sudiciume e dall’incuria che si nota in ogni angolo; io devo stare molto attento a non guardarmi troppo in giro; il maggior impegno e’ quello di cercare di evitare buche e pezzi di vetro disseminati qua e la sulla strada; finalmente mi allontano di nuovo dalle grandi arterie e riguadagno la strada che costeggia il mare; le zone piu’ impervie e ovviamente meno edificabili ed edificate sono veramente meravigliose; l’Isola delle Femmine che si vede al largo della costa cattura l’attenzione; purtroppo, avvicinandosi ai centri lungo la costa questa bellezza si affievolisce via via fino a svanire sormontata dall’incuria e dai vari tipi di sporcizia; ci si deve proprio concentrare sul mare per dire che questi sono bei posti!
Sferracavallo e’ un paesino pittoresco e caratteristico (sporco, come gran parte dei posti di mare, ma molto bello); a Capaci non riesco a proseguire lungo la costa; mi perdo nelle viette private di un campeggio destando curiosita’ nelle persone che si recano in spiaggia …. ma come??? e la strada costiera dove e’ finita??? …. dopo qualche giro ecco che riprendo la direzione giusta
A Castellammare del Golfo, citta’ di grandi dimensioni e certamente non pittoresca come Sferracavallo, vengo sopraffatto dal caldo; mi fermo un po’ prima di affrontare una lunga salita (senza ombra ovviamente) che mi riportera’ all’interno; salendo la fatica e’ tangibile … ma il colore del mare qui sotto e’ magnifico!
Arrivo a scollinare dopo (penso) un’oretta di salita su per una strada trafficata e a scorrimento veloce; in alternativa avrei potuto fare il periplo della penisola di Capo Rizzuto ma purtroppo era chiusa per un incendio cosi’ mi sono trovato ad arrancare in questa zona; proseguo con convinzione; vengo affiancato anche da qualche ciclista che rallenta per informarsi chi sono da dove arrivo ecc ecc; la in fondo intravedo Valderice dominata da Erice e il suo promontorio; mi fermo a fare acqua per le borracce e decido di affrontare di petto la salita di Erice con i suoi tornanti nonostante abbia gia’ pedalato per una sessantina di chilometri sotto un sole cocente; la prendo con filosofia; rapporto leggero, piano piano; in scioltezza …. ma e’ davvero lunga …. dopo un tornante eccone un altro .. e un altro ancora; il rumore delle auto e delle moto mi aiuta a capire quanto c’e’ fra un tornante ed il successivo; il pullman che mi ha superato all’inizio della salita sta ancora arrancando fra i tornanti; lo guardo dal basso …. ma e’ piccolissimo!!; rassegnato, mi convinco che, con la dovuta pazienza, fra un po’ saro’ anch’io lassu’; e succede proprio cosi!; la fatica pero’ si sente e, circa 1 km prima del termine della salita alzo bandiera bianca scendo dalla bici (pessima idea spingere una bici carica di borse) e mi reco presso un edificio adibito a colonia a chiedere dell’acqua; si, ho finito anche l’acqua e non si riesce piu’ a salire senza idratarsi; gentilmente mi riempiono le borracce con acqua fresca e io riparto; poco dopo giungo presso le mura di Erice
qui idealmente ha termine il mio viaggio
ero partito da casa pensando a un giro d’Italia personale con termine a Erice (senza confessarlo ufficialmente); ora ci sono; sono arrivato!
cerco un posto dove parcheggiare la mia fedele Kona Sutra, compagna di viaggio per questi lunghi 3000 km di Italia; la lego ad un cartello di divieto di accesso proprio appena dentro le mura di Erice; due belle ragazze mi osservano incuriosite; facile attaccare bottone; sono polacche e sono in Sicilia per una settimana grazie ai prezzi scontati dei voli offerti da Ryan Air; parliamo in inglese e mi dicono di essere straordinariamente sorprese dalla bellezza di questo posto; risaliamo insieme le ripide viuzze del l’abitato per perderci poi nelle piazzette e nei vicoli secondari dove davvero sembra che il tempo si sia fermato; in cima, presso la chiesa ed il castello si gode di una vista incomparabile su Trapani e le Isole Eolie oppure, verso nord, sulla speldida costa in direzione capo ……
mi rilasso seduto su una panchina all’ombra di un albero; curatissimi i giardini e le case di Erice; e’ un posto davvero unico e splendido!
sono stanco; la fatica di oggi e’ stata davvero tanta e la ciliegina sulla torta dei tornanti di Erice con gli ultimi km senza un goccio d’acqua mi hanno veramente messo ko
sono indeciso se stare li per la notte oppure scendere verso Trapani che dista circa 20 km ma sono davvero tutti di discesa!
decido di scendere non dopo avere girovagato ancora un bel po’ per le viuzze di Erice; prima di saltare in sella alla bici pero’ mi merito un pranzettino; scelgo una trattoria e mi faccio portare una focaccia un po’ particolare che gusto con soddisfazione grazie anche a un buon vinello
rifocillato non mi aspetta che la rilassante discesa su Trapani resa ancora piu’ piacevole dalla luce del tardo pomeriggio, che infuoca le pendici della montagna mentre il sole e’ li davanti a me; basso sull’orizzonte di Trapani
senza praticamente spingere una pedalata ecco che entro in citta’ lungo un ampio vialone (qui c’e’ la caserma dove mio padre ha fatto 15 mesi di servizio militare); in fondo al vialone ecco il centro della citta’; piacevole, curata, bel pulita; non troppa gente in giro; mi aggiro per il centro; vado al visitor center e poi a prenotare il bus di ritorno a Palermo per il giorno dopo; decido che mi merito una nuotata; si; in citta’ non sara’ il massimo ma ci sono diverse famigliole sulla spiaggia (e in fondo io non ho bisogno di nuotare, ho solo bisogno di una rinfrescata; purtroppo non c’e’ l’acqua pubblica per sciacquarsi) dopo la nuotata di rito ritorno in centro con la mia bici e scelgo un posticino dove cenare; la vita serale si e’ notevolmente ravvivata rispetto al mio arrivo del pomeriggio inoltrato; resto seduto al tavolo anche dopo aver cenato osservando la gente in giro; turisti (non tantissimi) ma soprattutto gente del posto o delle vicinanze; salgo nuovamente sulla bici e sono costretto ad accendere le luci perche’ si e’ fatto buio; mi metto in cerca di un posto dove dormire; lo trovero’ presso il molo della torre di Ligny; qui, in una rientranza del muro in sasso, stendo la mia stuoia e mi metto a leggere il libro; coppiette e famigliole transitano li vicino fino ad ora tarda; poi tutti se ne vanno; sara’ la una di notte; ora posso dormire tranquillo; durante la notte si alza il vento ma io sono riparato dal muro del molo
3 agosto
Trapani
bus per ritorno a Palermo
alle 19 imbarco su Grandi Navi Veloci per Genova
la notte trascorre tranquillamente sul molo; il mattino vado di nuovo in centro a Trapani e mi mangio un paio di brioche con un cappuccio; faccio un giro lungo il molo e gironzolo in centro in attesa del bus
inizia a fare caldo
carico la bici sul bus avendo cura di smontare le borse laterali e prendo posto
Il viaggio di ritorno a Palermo trascorre tranquillo
lungo l’autostrada frecciamo di fianco al monumento alla strage di Capaci del 1991 in ricordo di Falcone, della moglie e della scorta; avrebbe meritato una fermata ma, durante il mio passaggio in bicicletta non ho trovato il posto (ammesso che lo si possa raggiungere essendo sull’autostrada)
per l’ora di pranzo sono nuovamente a Palermo; la nave imbarca dalle 19 quindi ho tutto il pomeriggio; dopo un pranzo veloce da McDonald faccio un giro per i piu’ importanti edifici storici del capoluogo siciliano; gironzolare in bici non e’ facile; sporcizia ovunque, strade mal tenute con voragini che mettono a rischio copertoni e cerchi, traffico insistente, assordante e maleducato; spesso mi ritrovo a condurre la mia bici camminando a piedi sul marciapiede (con la bici sulla strada); ogni tanto mi rifugio al fresco di un parco o in qualche gelateria chiedendo sempre la granita con la brioche)
non mi pare vero ma sta arrivando anche l’ora dell’imbarco
VIA da Palermo … per carita’!
sbrigate le formalita’ attendo in fila con i motociclisti il mio turno per mettere la bici in stiva; qui provvedo a incastrarla bene e legarla con una fune; porto con me solo lo stretto necessario (il libro, una copertina e i documenti, ovviamente!)
la partenza e’ prevista per le 21 ma le operazioni si prolungano; e’ piacevole osservare la citta’ dall’esterno … dal ponte della nave; piano piano il sole tramonta e le luci del waterfront di Palermo si accendono; i famigliari rimasti a terra salutano quelli che stanno a bordo; alcuni, pur vedendosi dal ponte della nave a terra, si telefonano per parlare; coppie con i cani fanno amicizia aiutati dalla comune passione per i loro animali; osservo tutto questo stando per i fatti miei sul ponte piu’ alto della nave
stiamo per salpare; la discoteca del ponte annuncia il brindisi per il saluto a Palermo; mi associo anch’io volentieri; osservo le luci della citta’ che diventano sempre piu’ piccole mentre noi ci stiamo perdendo nell’oscurita’ del mare; gironzolo ancora per i ponti ma non tardo a stancarmi e a decidere di andare nella sala dove si dorme (passaggio ponte con poltrona); qui ci sono alcune televisioni accese; curioso un po’, poi decido di leggere qualche pagina del libro e cercare di dormire
4 agosto
navigazione Palermo Genova con arrivo alle 18
Genova, Passo dei Giovi, Busalla
trascorro la notte sdraiato per terra; le poltrone infatti sono usate da poche persone; se si ha la possibilita’ di stendersi utilizzando una propria coperta o lenzuolo, a mio avviso si dorme meglio; e’ una tecnica gia’ adottata molti anni fa durante òla traversata di 14 ore dello Stretto di Bass, per andare da Devonport (Tasmania) a Melbourne.
salgo sui ponti superiori per fare colazione; gironzolo sfaccendato per la nave e di tanto in tanto chiacchiero con qualcuno
a fine mattinata usufruisco di un lettino vicino alla piscina del ponte superiore e resto in relax leggendo il mio libro
vedo scorrere l’Isola di Monte Cristo e poi l’Isola d’Elba con il Monte Capanne che svetta a 1018 metri
la nave termina il suo percorso entrando in porto verso le 5 del pomeriggio scortata da 2 piccole imbarcazioni di supporto
Osservo le operazioni di attracco dal ponte fino a quando non ci giunge la chiamata per andare a ritirare i propri mezzi
Entro in stiva e slego la mia bicicletta; risistemo le borse riequilibrando ancora una volta i pesi e sono pronto per uscire dalla nave; insieme a auto e moto ecco che percorro la parte rimanente della stiva sui pedali per poi sbucare sul molo, sulla terraferma; sono a Genova
è un sabato sera di agosto; non ho mai amato Genova per la sua sporcizia e confusione ma, arrivando da Palermo e forse complice il periodo estivo piu’ tranquillo oggi mi sembra molto piu’ tranquilla, pulita ordinata; tutt’altro mondo rispetto a Palermo!
dopo una meritata focaccia genovese subito in sella per salire l’appennino prima che faccia buio; pedalare per le strade di Genova il sabato sera di agosto e’ stato piacevole; poco traffico; cerco le indicazioni per la statale dei Giovi; la direzione la azzecco subito ma poi mi perdo per le strade secondarie di un quartiere; torno indietro e chiedo a un passante; in un attimo sono sulla strada giusta; lascio il mare alle spalle e inizio a salire lungo le pendici delle montagne; la salita e’ dolce, mai eccessiva; l’andatura tranquilla, ma non c’e’ affanno, non c’e’ fretta; mi piacerebbe giungere al passo dei Giovi prima del buio; arrivo in cima senza che me ne accorga … tutto qui?? sono circa 25 chilometri da Genova di salita dolce e costante; solo in due tratti la pendenza si fa sentire ma sono abbastanza brevi; dopo 2 ampi tornanti che costeggiano splendide antiche case con altrettanto splendidi giardini ecco che, alla fine di un breve falsopiano … la salita ha termine; dall’altra parte la discesa nella zona boscata a nord; mi fermo al passo cercando un posto carino dove mangiare; la trattoria che fa bella mostra di se non mi piace; poi e’ gia’ tardi … forse non mi fanno piu’ da mangiare; decido di proseguire e in 5 minuti e 5 chilometri di discesa mi trovo a Busalla; ormai e’ buio; mi devo fermare; addocchio un bar per una mega gelatone e chiedo dove posso mettere la tenda; con poche indicazioni mi consigliano un parcheggio proprio al di la dell’abitato; il posto non e’ bello … ma e’ comodo e sicuro; un signore si sta allenando correndo lungo il perimetro del parcheggio; assiste (sempre correndo) al montaggio della mia tenda; quando ho finito lui e’ sparito (chissa’ cosa avra’ pensato di un tizio che arriva con il buio con una bicicletta superattrezzata e si mette ad armeggiare con la tenda nel bel mezzo di un parcheggio …!)
5 agosto
Busalla, Pozzolo Formigaro, Lomello, Vigevano, ritorno su ciclabile Canali del Ticino Sentiero E1,Vergiate
arrivo alle ore 16:15
alle 5 sono gia’ in piedi; ho sentito che oggi e’ attesa una giornata torrida e ho un po’ di timore ad attraversare tutta la pianura padana con il sole
dopo una colazione con due cappucci e due brioche nel bar della sera precedente, mi dirigo verso nord lungo la statale dei Giovi; il mattino presto e’ piacevole e fresco; pochissimo traffico in giro; man mano che mi allontano dai corrugamenti dell’appennino ligure si percepisce sempre piu’ la calura della pianura; arrivo a Novi Ligure; qualche triste centro commerciale qualche capannone nel bel mezzo di aree coltivate; proseguo senza badarci piu’ di tanto; rotta verso casa;
su un ponte oltrepasso il grande Po e mi fermo a chiacchierare con due ciclisti tedeschi anche loro attrezzati con le borse; tengono un’andatura e una media notevolmente inferiore alla mia; dopo nemmeno un chilometro, voltandomi, non li scorgo gia’ piu’ … a Lomello faccio pausa per mangiare qualcosa e fare due foto al bel paesino perso nella Lomellina (un piattume unico e piuttosto deprimente per un “montagnino” come me); mi affretto poi in direzione Vigevano e faccio la mia entrata nell famosa e caratteristica piazza; davvero una meraviglia; dopo un meritatissimo gelato artigianale di dimensioni ragguardevoli ecco che mi dirigo verso il Ticino; lo oltrepasso su un ponte e vado a cercare nuovamente la ciclabile che mi condurra’ su, su, verso nord … a casa
L’ultimo tratto di ciclabile lo affronto in compagnia di gente di Milano venuta a pedalare dalle mie parti in questa domenica afosa; affrontiamo insieme le salitelle che portano a Maddalena e a Somma; in un attimo sono a casa; suono la campana per avvisare del mio ritorno
sono le 16:15
Gianluca
GeoAdventures
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