
NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini














































































































































un’avventura “remota” in un posto tutto sommato non lontano dalle piu’ grandi metropoli americane ….
non ho mai amato le citta’, nemmeno quelle italiane, con la loro confusione, il traffico, la sporcizia e la pressoche’ totale artificialita’ di questi luoghi; tuttavia mi incuriosiva andare a vedere cosa c’e’ “dietro” New York, dietro La Citta’; a dispetto dell’artificialita’ urbana delle grandi metropoli, in America si puo’ ancora avere uno spazio naturale, rilassante, bucolico …. a 80 km di distanza dal caos!
28 settembre 2010
volo Malpensa – London – New York (JFK)
arrivo nel primo pomeriggio a New York e mi trasferisco a Manhattan dove cerco un ostello nel quartiere Chelsea sulla Av 24; fa decisamente piu’ caldo di quanto mi aspettassi! dopo avere”abbandonato” il mio zaino nella stanza del backpacker decido di dare un’occhiata in giro dirigendomi a piedi verso Ground Zero percorrendo così il cuore di Manhattan (1 ora abbondante di cammino lungo le vie principali); verso l’ora del tramonto decido di riguadagnare la via per l’ostello; mi sono infatti reso conto di essere in piedi da diverse ore (jet-leg + viaggio); ritorno lungo la Broadway Avenue
29 settembre
dopo una buona colazione all’ostello sono di nuovo a piedi (sempre senza zaino) scegliendo un itinerario diverso dal giorno precedente mi dirigo verso Battery Point, estrema punta meridionale di Lower Manhattan dove si trova l’attracco dei battelli turistici che portano a Ellis Island e Liberty Island; mini crociera di 2 ore circa per la visita delle 2 isole con la Statua della Liberta’ e gli edifici storici di Ellis Island; ritorno in ostello per il ritiro dello zaino; fa molto caldo; invano cerco di acquistare il gas che mi servira’ per cucinare durante le escursioni dei giorni seguenti; vado alla Grand Central Station e prendo il treno per Peetskill nel tardo pomeriggio (1,5 ore di viaggio); dalla stazione cerco di dirigermi verso l’intersezione del sentiero Appalachian Trail con le strade locali; nessuno mi sa dire esattamente dove si trova e si sta facendo tardi e buio; mi ritrovo lungo la strada senza un posto dove dormire; in tarda serata decido di fermarmi in un prato (che il mattino seguente scopriro’ essere area di un campo da golf) non lontano dalla strada
30 settembre
diluvio universale dal primo mattino; (purtroppo e’ arrivato lo strascico dell’uragano che nei giorni precedenti aveva funestato le coste della Florida); la pioggia e’ insistente e io sono subito bagnato da quando esco dalla tenda; mi rifugio sotto una pensilina e bevo qualcosa di caldo in attesa di ottenere indicazioni riguardo al trekking ma intuisco che per oggi sarebbe stupido tentare di partire date le condizioni meteo; 2 persone mi danno passaggi; il primo mi porta nei pressi di una gas station dove mi dice passare il trekking; sono sicuro di essere vicino ma nessuno mi sa dire esattamente da che parte sia; continua a piovere con parecchia insistenza e io resto fermo sotto la pensilina della stazione di servizio per circa 2 ore; una persona si offre di portarmi nel luogo dove l’AT incrocia la strada; molto gentilmente mi da alcuni consigli e in auto mi spiega le sue esperienze di escursionismo; mi lascia nel pressi di un’altra gas station dal nome Appalachian Market; il sentiero passa proprio da qui; finalmente l’ho trovato! brutta notizia: al market non vendono la cartuccia di butano-propano che serve per cucinare; altra brutta notizia: il tempo non ne vuole sapere di migliorare
faccio un’escursione di 1,5 ore e mi fermo al primo shelter (rifugio di emergenza); decido di non proseguire causa il maltempo; sono solo le 11 del mattino e sono gia’ fermo
continuera’ a piovere
faccio al conoscenza di un ragazzo che si ferma a chiacchierare per un’oretta e anche altre persone che fanno passeeggiare il cane nel prato antistante il capanno dove sono accampato
mi consigliano di farmi ospitare dai frati in cima alla collina perche’ la notte successiva e’ atteso un inasprimento della perturbazione
rifiuto dicendo di stare bene dove mi trovo … me ne pentiro’ amaramente! durante la notte
vento fortiissimo; pioggia incessante; un palo della luce si rompe e provoca 2 fortissime scariche elettriche con bagliori e scoppi che mi fanno uscire dalla tenda per controllare l’accaduto
01 ottobre
il mattino successivo continua a piovere; decido verso le 9 di risalire la collina e fare visita ai frati (congregazione francescana)
vengo accolto con calore; un frate mi offre “gli avanzi” della colazione dei fedeli che se ne sono appena andati a pregare; chiacchieriamo un po poi ci separiamo; io aspetto ancora un po chiacchierando con chi mi capita; e’ atteso un miglioramento ma non se ne vede l’arrivo; sono gia’ le 11
prendo una decisione importante; via di qua; si va verso nord -nord-est; mi incammino lungo la strada che ridiscende la collina; sono di nuovo all’Appalachian Market del giorno precedente; uno sceriffo si ferma per informarsi di dove sono e dove sto andando; ha notato il mio enorme zaino ed e’ molto curioso; mi dirigo a piedi presso la stazione ferroviaria di Garrison, qui conosco Tim e la sua famiglia; e’ la prima volta che la nipotina di Tim prende un treno ed e’ una occasione particolare; Tim non sembra molto interessato all’evento e preferisce chiacchierare con me; e’ anche lui un trekker e mi da alcune indicazioni riguardo l’AT anzi … si offre di darmi una mano per trovare il gas e anche un passaggio verso la sezione dell’AT più a nord che lui conosce (e che dovrebbe essere al riparo dagli strascichi dell’uragano)
scendiamo dal treno al capolinea Poughkeepsie
con una telefonata Tim riesce ad accordarsi per farmi avere il gas quindi si offfre di portarmi verso la sezione dell’AT vicino a casa sua,nei pressi dell’abitato di Pawling (contea di Kent)
accetto volentieri e vengo coinvolto in una “gita famigliare presso un supermarket, quindi una sosta dalla nonna (che vuole a tutti costi presentarmi il marito paracadutista!); per ultimo ci dirigiamo a casa loro; a questo punto Tim mi porta al punto di intersezione della strada asfaltata con il faoso sentiero Appalachian Trail; in 20 minuti di cammino sono allo shelter dove incontro altri 3 escursionisti; 1 va a sud; altri due a nord; tempo di organizzarmi una cenetta e di preparare il giaciglio e arriva il buio; da domani “forse” inizio a camminare un po’ … finalmente!
02 ottobre
hiking
finalmente bella giornata
cammino tutto il giorno lungo l’AT fino allo shelter prima di Kent (Connecticut)
la giornata parte bene, rilassato mi incammino verso nord; lungo prati coltivati boschi torrenti; incrocio anche alcune strade; una di queste piuttosto grande, la State Highway 22 (a 2 corsie); curiosamente il sentiero attraversa anche la ferrovia (in questi tratti si è provveduto ad erigere una dorta di staccionata che “obbliga” l’escursionista proveniente dal bosco a passare esattaemente in un punto “obbligato”, marcato e ben visibile sia dal trekker che dai …. macchinisti del treno!!
condiivido la passeggiata anche con una signora che ha i miei stessi problemi con un ginocchio; poi mi rendo conto di essere fiacco, stanco, svuotato; e’ vero .. non ho mangito ma in ogni caso sono davvero stanco e anche un pochino stufo; mi spiace perche’ la giornata era partita benissimo e con entusiasmo; in discesa mi tremano le gambe e il mio piede (e’ il primo trekking di lungsa percorrenza che intendo compiere con il piede dopo la brutta frattura avuta esattamente un anno prima facendo downhill) non se la cava molto bene; arrivo allo shelter dove decido immediatamente che per questa GIORNATA NE HO DAVVERO ABBASTANZA; CAMMINARE NELLA FORESTA e’ BELLO MA evidentemente c’e’ qualcosa che per questo viaggio ancora non va, che non gira per il verso giusto, che non mi soddisfa totalmente.
Risento un po’ del fatto che non si hanno punti di riferimento, non si ha quindi il senso della progressione;
ho sbagliato a non portarmi una cartina che mostra i miei progressi
strano perche’ tutto cio’ per me e’ stato fini ad ora “normale amministrazione” eppure fino ad ora qualcosa non ha funzionato a dovere
in breve … o sono impaziente … o non sono sufficientemente motivato … o, in tutta franchezza … questa volta ho sbagliato i miei calcoli e non sono all’altezza (strano perche’ non vi e’ nulla di difficile) oppure … semplicemente vorrei fare altro …!
La sera nei pressi dello shelter arriva anche una numerosa famiglia proveniente dal vicino parcheggio nei pressi della strada secondaria (1,5 ore da qui); sono provvisti di tende e fornelli per grigliate; trascorro la serata con loro
Arrivano anche altri due ragazzotti che vogliono percorrere in senso inverso l’itinerario che io ho camminato il giorno stesso; dormiamo tutti e tre sul tavolato in legno dello shelter senza aprire la tenda
03 ottobre
Al risveglio noto che le mie motivazioni non migliorano dopo una nottata immerso nella natura; al contrario non mi sento particolarmente in forma; percorro senza fretta il tratto dellA che separa lo shelter dall’intersezione con la strada e, qui giunto, decido ancora una volta di uscire dall’AT; scarico lo zaino pesante dalla schiena e lo appoggio alla balaustra in legno di un ponte stradale che attraversa il torrente che ho costeggaito per alcune ore camminando stamattina e parte della giornata di ieri; aspetto un po’ e inizio a fare segno per cercare un passaggio (autostop); la giornata è molto bella ed è piacevole stare rilassato senza fare nulla qui intorno nel mezzo del verde; dopo meno di un’ora si ferma per me un signore anziano; e’ in giro senza una motivazione … vuole guidare verso nord; e’ domenica mattina e si dirige a Canaan, tranquilla cittadina adagiata nelle versi pieghe del Connecticut, a poche miglia dal confine con il Massachusetts
Dopo una robusta colazione in un bistrot nella via principale di Canaan, di fronte ad una suggestiva chiesetta tradizionale in stile New England, sono di nuovo in strada verso nord sempre lungo la US7; la giornata è fresca ma il tempo è bello; i colori dell’autunno iniziano a manifestarsi sugli alberi ma intuisco che “esploderanno” piu’ a nord!
E’ una giornata di hitchiking anche troppo fortunata (per essere il primo giorno di autostop in territorio americano, dove apparentemente in molti stati è illegale!) infatti con 3 passaggi, a fine giornata mi ritrovo addirittura a Montpilier (capitale del Vermont)
L’ultimo lungo e fortunato passaggio mi viene offerto da un simpatico 50enne che, disgraziatamente per lui, in questo periodo si trova senza lavoro pur avendo requisiti di buon livello (a detta sua ovviamente);
ora forse ha trovato un impiego temporaneo a 60 miglia di distanza da dove risiede attualmente ma mi spiega che sta valutando il da farsi sula base dell’impegno ore-lavoro/ore-viaggio, compenso ed inoltre sulla possibilità di rifiutarlo godendo anchra per un periodo del sussidio statale; l’occasione ci apre ad una lunga chiacchierata riguardo il sistema previdenziale/assistenziale americano, i confronti con i nostri problemi italiani/europei nonche’ a confidenze riguardo progetti futuri, aspirazioni, fantasie, illusioni e delusioni …. insomma … “vita privata”; e’ piacevole viaggiare e parlare con questi “personaggi”, la gente del posto (che non e’ quasi mai del posto, che se parli con “gli americani” ti accorgi che arrivano sempre da qualche altra parte, si trovano li in quel momento per lavoro o per amore, ma non e’ mai chiaro se hanno intenzione di rimanerci!)
Attraversiamo lentamente Montpilier in un tardo pomeriggio di inizio autunno; assieme al mio compagno di viaggio cerchiamo un posto dove io possa continuare agevolmente il viaggio il giorno dopo; mi lascia ai margini della strada n? che porta verso est; mi addentro in un campo di grano orma sfalciato e, nascosto alla vista dello scarso passaggio stradale, monto la tenda per la notte; è stata una lunga ma proficua giornata in strada ma non mi sarei mai aspettato di arrivare già fin quassu’!
04 ottobre
Montpilier — Skowhegan
(7 passaggi)
notte piuttosto fredda; ieri mi sono portato a nord di parecchi chilometri; sono riuscito a fuggire dagli strascichi dell’uragano che ha funestato la costa atlantica ed ora mi trovo nelle splendide colline dello Stato del Vermont in stagione autunnale iniziata; ci sono circa 8 gradi quando solo 2 giorni fa a NY ce n’erano più di 30! mi sveglio nella bruma mattutina e velocemente smonto la tenda per tornare a fare autostop lungo la InterState N .. verso est; una coppia di donne del posto mi passano vicino faceno jogging nei campi e “sospettano” della mia attrezzatura …
non passa molto che un pick up si ferma per darmi il primo passaggio della giornata; è uno studioso di uccelli; abita nei boschi sulle colline qui intorno e vive scrivendo qualche articolo di botanica e zoologia; mi lascia vicino ad un piccolo store dove mi precipito a fare colazione per poi rimettermi ad aspettare passaggi di fortuna; grazie ad una fortunata combinazione di passaggi arrivo ad ottenere l’ultimo della giornata quando già temevo di dovermi fermare per la notte lungo la strada; una bella signora di mezza età proveniente dalla California e diretta a Nova Scotia in visita ad un amico (ex boyfriend) si ferma per me; è molto simpatica e non abbiamo problemi a instaurare una piacevole chiacchierata che ci accompagnerà per le restanti ore della giornata; mi parla anche delle sue 2 figlie ventenni che vivono a NY entusiaste della città e delle comodità ed opportunità che offre; lei non sembra essere della stessa idea infatti apprezza come me gli spazi aperti e naturali e la viva da backcountry … all’imbrunire decidiamo di trovare un posto dove dormire; la sua auto è attrezzata e lei dorme dentro; io monto la tenda vicino alla sua auto; prima di dormire però la signora estrae dal baule la sua fedele chitarra e allieta la serata con una piacevole musica country …. buonanotte!
05 ottobre
Skowhegan – Monson – AT hiking trail
la notte e’ trascorsa bene senza particolari disturbi anche se eravamo accampati ai margini di in un parcheggino sterrato vicino alla boscaglia non lontano però dalla strada che si è improvvisamente ammutolita con il calare del buiio; la mattina presto pero’ gia’ si sentono rombare i motori dei primi enormi trucs che partono a macinare chilometri nell’aria fresca e autunnale di un normale mattino del New Hampshire; riprendiamo il viaggio e la signora mi lascia a Skowhegan dopo circa un’oretta di strada; alla petrol station di questa località le nostre strade si dividono; lei proseguira’ dritto verso est mentre io pieghero’ decisamente verso nord; siamo nel Maine e mi sto allontanando dalla piu’ trafficata strada 7 per cercare un passaggio di fortuna che mi porti nei pressi di Monson, paesino anonimo ma molto accogliente che rappresenta la porta di entrata (o di uscita , a seconda della direzione …) per il famoso One Hundred Miles Wilderness; il tratto apparentemente più solitario, isolato e selvaggio e scenografico dell’AT!
Dopo una abbondante colazione presso il Donki’n Donuts presso la petrol station, mi decido ad incamminarmi verso la mia direzione allontanandomi dall’incrocio più trafficato della strada principale; fatico un po’ ad ottenere un passaggio forse peerche’ sono in un posto dove non e’ facile capire dove voglio andare; fortunatamente un ragazzone che mi aveva gia’ notato un po’ di tempo prima dalla direzione opposta si ferma e si offre per darmi un tiro fino ad un posto che lui assicura essere migliore per chiedere un passaggio:
” da qui si capisce benissimo dove vuoi andare; ora non ti resta che aspettare il passaggio giusto!” mi dice salutandomi e dandomi in mano una immaginetta del Signore
“God bless you!”
Non aveva torto!; non passano 10 minuti che un altro signore con uno splendido pick-up rosso fiammante si ferma per me; Monson dista circa 70 km da qui e lui deve andare nel paese “vicino” che dista circa 25 km dalla mia destinazione; parlando del piu’ e del meno lungo le bellissime strade del nord Maine si offre di accompagnarmi fino alla mia meta; mi lascia presso un incrocio servito da una splendida bakery dove non mi faccio pregare ad entrare e comperare alcuni dolci dei quali sono particolarmente goloso!
un ragazzo ex militare in Afghanistan e ormai in congedo permanente causa ferite, si ferma con il suo pick-up scassatissimo e mi porta fino alla bianchissima chiesettina di Monson
Qui mi dirigo direttamente nel piccolo store per fare rifornimenti di cibo e qualsiasi cosa mi possa essere utile per i giorni di trekking che mi aspettano; cerco un ultimo passaggio verso l’intersezione del sentero con la strada principale (che dista da Monson altre 6 miglia); trovo un furgoncino di un ostello disposto a portarmi (per 8 dollari); in un primo momento accetto ma poi, non vedendolo arrivare all’appuntamento fuoir dal picccolo negozietto decido di incamminarmi a piedi facendo autostop esco dall’abitato di Monson e non passa molto tempo prima che un abitante del luogo si ferme e mi dia un passaggio fino al posto desiderato dispendo anche numerose informazioni rigaurdanti la piccola località di Monson e alcuni tratti dell’AT
Finalmente ci sono; lasciato al parcheggio dell’AT imizio subito la ri-organizzazione del mio grosso zaino; faccio la conoscenza con un gruppo di giapponesi che ha appena fatto 3 giorni di trek in senso inverso; mi danno consigli e noto un vivo interesse nel mio modo di viaggiare da solo zaino in spalla in autostop; non la smettoni di farmi domande e di riprendermi con la videocamera; solo uno di loro parla bene l’inglese e traduce poi per glia altri amici; mi fanno anche una intervista e innumerevoli foto; prima di partire mi regalano diversi biscotti, barrette energetiche e qualche zuppa; verso le 12 finalmente mi incammino da solo nella foresta lasciandomi alle spalle la strada e il suo ridottissimo traffico; dopo meno di un’ora incrocio un ragazzo che sta tornando al parcheggio; mi avvisa che poco davanti a me sta camminando un tizio visibilmente ubriaco con il proprio fidato cane; eccolo … procede cantando attaccandosi agli alberi e ogni tanto chiama il suo cane; il tono di voce tradisce davvereo un eccessivo consumo di alcool!!; lo supero con passo spedito salutandolo; cammino per circa 3 ore scarse prima di giungere al primo shelter; sono indeciso se proseguire oppure fermarmi qui per la prima notte; proseguire probabilmente richiederebbe altre 3-4 ore di cammino con il rischio di arrivare al buio al prossimo capanno; opto per prendermela comoda durante il mio primo giorno; organizzo il giaciglio per la notte e vado a fare un bagno rinfrescante nel torrente sottostante; cucino qulcosa da mangiare; arrivano altri 4 escursionisti ma non sono molto simpatici; un breve cenno con il capo, parlano solo fra di loro … 2 proseguono verso la fine del sentiero; altri 2 montano la tenda lontano da me non li vedo praticamente piu’; e’ ormai buio quando sento in lontananza gli schiamazzi dell’ubriacone che si sta avvicinando; quello che temevo si sta avverando; e’ ormai certo che quel tizio si fermera’ qui per la notte … spero non sia molesto e non faccia casino! (ha impiegato piu’ del doppio del mio tempo per coprire la stessa distanza); io sono ben rintanato nel mio sacco a leggere il libro; l’uomo arriva, parla da solo e con il cane; accende un fuoco e mangia qualcosa giu’ per terra; ogni tanto canta e richiama il suo fidato cane che continua ad andare in giro in zona; si prepara a dormire giu’ per terra con una coperta; sembra innocuo e tutto sommato e’ certo che sa il fatto suo (anche se le apparenze dicono contrario!)
06 ottobre
AT hiking trail
la giornata inizia con un cielo splendido; faccio colazione e parlo con l’ubriacone che questa mattina non sembra essere molto piu’ lucido; tuttavia scopro essere della zona, conosce molto bene questi luoghi e ha intenzione di percorrere solo una altra giornata di cammino; fa una telefonata e parla con una donna mettendosi d’accordo sul punto di incontro e l’ora; si sta concedendo solo un paio di giorni nellla wilderness assieme al suo cane; non lo aspetto e ci salutiamo proprio di fronte alla capanna di legno che mi ha ospitato per la notte; inizio la mia giornata di cammino; la splendida giornata che regala meravigliose vedute di alberi colorati e colline a non finire si sta velocemente guastando … il forte vento che si e’ alzato annuncia l’arrivo di una perturbazione da nord; il cielo si fa grigio e inizia a piovere con insistenza (di nuovo); cerco di forzare il passo per raggiungere il bivacco prima che la situazione peggiori ulteriormente; ce la faccio per un pelo; arrivo all’imbrunire presso il secondo bivacco di legno; preparo il giaciglio e la cena; corro di nuovo giu’ al fiume dove mi immergo per lavarmi (anche se non ne avrei davvero bisogno visto che sono gia’ bagnato dalla pioggia battente); torno su al mio rifugio e mi rilasso leggendo il libro comodamente nel sacco a pelo; adesso piove davvero forte; e’ buoi e tira vento; e’ piuttosto inquietante il bosco in queste situazioni tantopiu’ se si sa di essere completamente soli … piovera’ tutta la notte ….
07 ottobre
AT hiking trail (tempo brutto)
pioggia battente e continua dal tardo pomeriggio del giorno precedente; il morale non e’ molto alto; dopo colazione mi organizzo per la camminata sotto la pioggia fra il rassegnato e il deluso … cammino tutta la giornata lungo la dorsale delle Barren Mountains (la gente che mi ospitera’ nei giorni successivi mi dira’ che questa e’ la sezione piu’ dura del 100 Miles Wilderness); la progressione e’ resa difficoltosa dalle radici rese scivolose dalla pioggia; parecchi saliscendi anche ripidi mi rallentano; si rompono entrambi in bastonicini telescopici (di marca scadente ) che avevo comperato in Italia; non sono piu’ utilizzabili; la pioggia continua con insistenza; non da particolarmente fastidio ma mi accorgo che nno sto gustando la camminata …; il tempo passa; ho la sensazione di non essere lontano dal bivacco ma, forse per l’impazienza e la curiosità, faccio un errore piuttosto grave; non avendo la carta del sentiero decido di scendere dalla dorsale e seguire l’indicazione Long Pond immaginando di trovare uno shelter; mi allontano così di 3,2 miglia dal sentiero principale dell’AT solo per scoprire che non esiste nessun riparo a Long Pond; spossato e amareggiato per questa mia scellerata decisione, decido di montare la tenda al riparo dal vento proprio nel punto dove ho scoperto essere evidente il fatto che io ho fatto la scelta sbagliata; poco distante dalla tenda infatti trovo una indicazione in legno che indica chiaramente la distanza che mi separa dall’AT … sentiero dal quale provengo io; praticamnete ho percorso un sentiero secondario di collegamente (che domattina mi tocchera’ percorrere a ritroso per riguadagnare la strada maestra!); malgrado il disguido riesco a rilassarmi e a dormire bene nonostante la giornata non proprio entusiasmante; intuisco pero’ che non sto gustando molto il sentiero; l’ambiente e’ molto bello ma il meteo e’ decisamente brutto inoltre mi sembra di essere un po’ lento; lo zaino pesa circa 20 kg ma il problema e’ l’insicurezza di appoggio del mio piede
08 ottobre
AT hiking trail (tempo brutto)
vento forte durante tutta la notte con scrosci d’acqua anche forti; mi sveglio bene ed esco dalla tenda; preparo qualcosa da mangiare mentre organizzo il mio zaino per la giornata; il vento m ifa sembra sgradita compagnia …
ancora una volta il mattino sembra promettere bene … ma durera’ poco! risalgo il sentiero che ho disceso erroneamente il giorno prima e giungo al bivio; sono di nuovo lungo l’AT; proseguo il mio cammino continuando a volte nella boscaglia a volte lungo punti piu’ elevati e “panoramici; ogni tanto serve l’utilizzo di entrambe le mani per discendere da punti particolarmente scoscesi; il peso e l’inbombro dello zaino non facilitano la progressione; inizio a sentire rumori di civilta’; c’e’ qualcuno che taglia piante laggiu’ da qualche parte; sento anche rumore di truck … deve essserci una strada forestale da qualche parte; poi piu’ nulla …. poi ecco ancora rumori inequivocabili di civilta’; il tempo ormai e’ bruttino, grigio e ventoso; un’altra giornata non proprio come speravo … dopo 6 ore di marcia e con il tempo che si e’ nuovamente e inevitabilmente guastato, arrivo ad incrociare la pista forestale che mi era sembrato di “sentire” un’oretta prima; mi fermo indeciso sul cosa fare; sono indeciso e un po’ confuso; noto che non ho voglia di proseguire con questo tempo anche se la parte più difficoltosa della sezione One Miles Wilderness dell’AT e’ ora alle mie spalle; per oggi basta …anzi … se avro’ fortuna e trovero’ un passaggio da qui cerchero’ di uscire da questa foresta e cambiare ancora una volta il mio progetto (ormai ho gia’ capito che questo viaggio ha preso una piega inconsueta rispetto a tutti i miei viaggi precedenti); ed eccomi qui che attendendo che qualcuno transiti lungo una pista forestale sperduta nel nulla delle immense foreste del Maine; passano 2 truck carichi di legna ma non sono deciso a fare loro segon di fermarsi; dopo una mezz’ora ecco arrivare 2 cacciatori con il loro pick-up; si fermano e mi fanno salire nel cassone dietro; sono in perlustrazione nelle innumerevoli piste forestali che tagliano la foresta; facciamo dei giri apparentemente concentrici; non vorrei ammetterlo ma non ho la minima idea di quale sia la mia posizione! inizia a piovere molto piu’ forte; i due si fermano e mi fanno spazio fra loro nel pick-up; addirittura si interessano che il mio zaino non si bagni troppo coprendolo con un loro telo; mi portano a Greenville, paesino ai margini di questa enorme foresta; ci salutiamo nel centro del paese; passeggio un po’ in giro spaesato e faccio la conoscenza di una persona che viene a parlarmi uscendo da un negozio; dopo pochi minuti si offre di ospitarmi a casa sua per cena e mi offre anche un posto dove dormire! fantastico!!
E’ un ex insegnante di musica del paesa; fa il volontario della manutenzione della sezione dell’AT che ho appena percorso e mi assicura che quella appena superata era proprio la sezione piu’ dura del One Hundred Miles Wilderness Trail dell’AT; asciugo il mio vestiario a casasua; ceniamo con due splendidi hamburger e guardaimo la televisione; cerca di spiegarmi in modo semplice tutte le regole del baseball poi la discussione spazia fra le varie avventure che abbiamo passato nella nostra vita; scopro che e’ un gran camminatore; ha percorso per intero tutto il Pacific Trail in tre mese; non e’ sposato e si e’ ritirato a vita privata in questo paesino ai margini meridionali dello splendido lago Moosehead lake; la serata trascorre molto piacevolmente fra racconti, curiosita’ su internet (gli mostro e gli illustr il mio sito traducedo le immagini ed i racconti ..); mi ospita per la notte al piano di sopra in una spelndida cameretta; decido di non usufruire del letto ma stendo il mio sacco apelo sulla moquette; non ho difficolta’ ad addormentarmi considerando la lunga giornata ventosa che sta terminando; il vento continuera’ a farsi sentire per tutta la notte!
09 ottobre
Greenville – Rockwood – Jackman . Rockwood – Greenville – Monson – Dover Foxcroft – Milo (bel tempo)
dopo una piacevole conversazione mattutina accompagnata da una buona colazione saluto il mio amico e mi incammino con il mio pesante zaino lungo la strada
ancora una volta mi ritrovo ad avere cambiato i piani; sono uscito dall’AT; la giornata e’ fredda e ventosa ma per ora sembra molto bella; attendo ai margini della strada che qualche buonanima si fermi per me; non ho un programma preciso; passa circa un’oretta quando un enorme pick-up si ferma abbassando il finestrino e lasciando uscire un caldo tepore che dal di fuori non mi sembra vero …; e’ Bob, fa il supervisore per una societa’ di manutenzione di case per ferie nelle varie localita’ vicino allo splendido ed enorme lago; deve andare a controllare alcuni lavori verso nord; mi invita a stare con lui se non ho altri programmi; accetto con entusiasmo ed eccomi seduto sul suo furgone condividendo la sua giornata lavorativa; andiamo a controllare due operai che devono riparare il tetto ad una villattina in legno con vista lago; posto splendido; mentre lui discute con gli operai io mi guardo un po’ in giro e ogni tanto risalgo sul furgone per stare un po’ al caldo; ripartiamo per andare a prendere un pezzo di ricambio e poi torniamo nelle stesso posto; mi comunica che deve andare verso nord a caricare (al traino) alcuni utensili per riportarli a casa (a sud); quindi una andata ritorno molto lunga; mi invita a seguirlo e a stare con lui e la sua famiglia per la sera; ecco cosi’ che mi dirigo verso l’estremo nord del Maine verso il confine con il Canada; siamo a Jackman e andiamo alla vecchia casa di Bob che ha affittato; il posto e’ molto bello e country!; lo aiuto a spostare alcuni armnesi dalla fattoria per poter essere poi agganciati al suo rimorchio; decide inoltre di caricare alcune vecchie ruote di ferro che devono essere state dimenticate li da anni perche’ sono state inglobate in un tronco di betulla (che e’ costretto a tagliare per liberarle)
arriva il crepuscolo e Bob sta ancora armeggiando con il trattorino mentre io gli faccio segno per le manovre (anche se ho la netta sensazione di non essere di aiuto!); ci rimettiamo in viaggio verso sud ripercorrendo la bellissima (e unica) strada che collega questo paesino agli altri verso sud; ci fermaino per addentare un panino e per qualche foto panoramica presso un viewpoint che lui mi ha vivamente consigliato e insistito per portarmici; scegliamo una improbabile corciatoia sterrata (con la preoccupazione che il carico che portiamo non venga perso in giro!!); ormai e’ scuro e procedere in auto lungo la strada puo’ essere un problema; Bob mi spiega che in queste zone molto popolate da moose si hanno moltissimi incidenti con questi animali; sono praticamente invisibili (non si vedono nemmeno gli occhi al buoi non essendo “riflettenti” quindi ce li si trova davanti dal nulla) Occhi aperti dunque; tu guardi a sinistra che io guardo a destra; ne scorgiamo un paio proprio ai margini della strada; ci fermaimo e Bob fa il verso (un po’ come un muggito); l’alce ci guarda non interessato continuando a brucare … ripartiamo; durante la fermata per la benzina Bob chiama la moglie dicendo che dalla mattina e’ in compagnia di un autostoppista italiano; mi chiede cosa preferisco per cena!!; sono invitato da loro
A sera inoltrata mi ritrovo quindi nelle campagne nei pressi della cittadina di Milo; Nel retro di una casa in costruzione c’e’ una roulotte; Bob , moglie e figlia 12enne vivono qui; sono in attesa di trasferirsi nel vicino New Hampshire e hanno venduto questa loro casa ancora in costruzione; ceniamo allegramente in roulotte e giochiamo a carte; serata piacevolissima e spontanea; loro sono gentilissimi e ospitali; noto proprio che sono contenti di passare una serata diversa con un pazzo italiano che comunque comunica bene con loro! anche io sono molto soddisfatto; purtroppo lpoi arriva una telefonata un po’ strana; la polizia di Portland (Maine) chiama dicendo che il loro figlio e’ stato arrestato per non aver pagato la retta universitaria inoltre e’ stato trovato in possesso di un coltello (in citta’ non e’ permesso!!); il clima diventa un po’ piu’ teso e preoccupato; ne parliamo un po’ e mi spiegano come funziona la giustizia li da loro … “benvenuto in America!! … mi fa’ Bob …ma poi decido che e’ meglio lasciarli alle discussioni famigliari sull’argomento; non dormo con loro in roulotte ovviamente; mi fanno posto nella loro casa in costruzione; srotolo la mia stuia e il sacco a pelo e mi corico tranquillamente per la piacevole notte felice della bella giornata trascorsa con Bob e per i posti visti!
10 ottobre
Milo – Brownville – Millinocket – Baxter State Park (5 passaggi) (bel tempo)
sveglia di buon’ora gironzolo per il prato antistante la loro casa per non disturbare; Bob viene a cercarmi e mi trova gia’ in piedi; sono le 7:30 circa; un bon caffe’ in roulotte e saluto tutta la bella famigliola; la figlia andra’ a messa e poi stara’ a giocare con gli amichetti; Bob invece probabilmetne tornera’ su a nord perche’ deve finire il lavoro che avevano iniziato ieri gli operai (anche se oggi e’ domenica); mi lascia ad un bivio in una fresca domenica mattina; ci salutiamo con sincerita’ e Bob mi regala una Bibbia scrivendoci sopra il proprio nome e tutti gli estremi casoma mi servisse qualcosa durante la mia avventura in giro per il New England; ci salutiamo e resto ad osservare il suo pick-up che si allontana per una strada di campagna; sono di nuovo solo … ma non per molto!
Non so ancora cosa fare …. cartina alla mano …. vado verso nord … no vado verso sud …. no, no, vado verso nord …. gia’ , ma allora potevo stare con Bob ancora per qualche chilometro; mi avrebbe portato nella giusta direzione ….. non fa nulla … aspetto qui … ma vado verso nord! non devo fare altro che attraversare la strada e fare autostop nella direzione opposta! nulla di piu’ facile!! (con un po’ di pazienza!)
Con un fortunato concatenamento di passaggi (e restando ad aspettare anche per un’oretta fra un passaggio ed il successiv) riusciro’ a percorrere un buon pezzo di strada; il primo passaggio dopo Bob me lo da una signora attempata che sta andando a messa; mi lascia all’incrocio utile per la mia direzione; da qui proseguo a piedi per uscire dall’abitato; poi si ferma per me un tizio che mi porta al paese successivo; qui mi fermo persso un ponte dove mi do una rinfrescata e passeggio un po’ in giro; una coppia giovanissima con un bimbo piccolo si fermano e mi danno un passaggio per poche miglia lasciandomi davanti ad uno store che a loro avviso e’ il posto migliore per ottenere un passaggio verso nord; se fermano 2 signore che vanno verso nord; mi chiedono con tono sospettoso se ho armi, fucili, pistole ecc ….. poi mi danno k’ok per salire; e’ un passaggio di circa 70 miglia quindi si ha il tempo di chiacchierare piacevolemten del piu’ e del meno; mi lascaino all’ingresso della cittandina di Millinocket; qui vado in cetro a mangiare qualcosa ma nacpra non so dove dirigermi nel pomeriggio; lungo la strada ho scorto per piu’ volte il Monte Katadhin ….. e’ un richiamo … decido quindi di dirigermi verso il Baxter State Park per salire la montagna piu’ alta dei Monti Appalachi nonche’ il punto di inizio/fine dell’AT; aspetto per un po’ di fronte ad una chiessetta della cittadina poi si ferma un ragazzone (istruttore di rafting nei mesi estivi); mi porta direttamente fino all’entrata del parco e mi da una valanga di consigli e suggerimenti su dove andare, cosa e cosa fare; veramente simpatico!; dal ranger chiedo di avere un posto tenda nel campground consigliato dal mio amico; lo ottengo ma devo andare avanti a piedi e sono circa 10 miglia; sta diventando buio; lo scarsi traffico automobilistico e’ quasi esclusivamente in uscita; le 2 auto che mi sorprendono non si fermano per me (i turisti raramente si fermano per gli autostoppisti … ovunque nel mondo!); finalemente, quando gia’ mi ero rassegnato a farmela tutta a piedi e a dover arrivare a montare la tenda col buio ecco che una coppia del Quebec si ferma per me; proprio al momento giusto; riesco ad arrivare al campground un attio prima che faccia buoi; monto la tenda in fretta e organizzo l’interno; metto su l’acqua per la cena e cerco anche un punto dove buttarmi nel torrente per una bel bagno; riedco a fare tutto in un batter d’occhio; la serra prima di andare a dormire chiacchiero con alcune persone che sono appena tornate dalla lunga escursione e ne conosco altre che probabilemte incontrero’ l’indomani lungo il sentiero di salita; di notte si alza un vento freddo che non indica nulla di buono …
11 ottobre
Baxter State Park (ascensione al Mount Katadhin)
partenza verso le 7 per l’ascensione al monte Katadhin (in 4, 5 ore di salita); ritorno al campground; trovo un passaggio che mi riporta a Millinocket dove dormo in un boschetto vicino a un McDonald’s (proprio davanti al quartier generale del Baxter State Park) (bel tempo)
12 ottobre
Millinocket – Sherman Station – Patton – Knowles Corners – Ashland – Portage – Eagle Lake (6 passaggi) (bel tempo)
(testo in lavorazione)
13 ottobre
Eagle Lake – Fort Kent -Madawaska – Saint Agatha (Long Lake) – Caribou – Presque Isle – Houlton (bel tempo)
(testo in lavorazione)
14 ottobre
Houlton – Calais – Perry – Lubec – Quoddy Head (4 passaggi) (bel tempo)
(testo in lavorazione)
15 ottobre
Quoddy Head – Machias – Columbia Falls – arrivo alla deviazione per Acadia nei pressi di Ellsworth (6 passaggi); autostop sotto la pioggia con forte vento freddo; spesso sono costretto a rifugiarmi nelle gas station; impiego tutto il giorno (tempo pessimo)
(testo in lavorazione)
16 ottobre
Ellsworth – Bar harbor (Acadia National Park) (2 passaggi)
giro nella localita’ turistica di Bar Harbor (brutto tempo); sosto nel visitor center e consulto la casella email; cerco un posto tranquillo dove piantare la tenda e lo trovo nei pressi del campo sportivo un po’ fuori dal paese
(testo in lavorazione)
17 ottobre
Bar Harbor-Acadia National Park
di buon mattino, dopo una colazione nella bakery del paesino, noleggio una mountain bike per esplorare il parco nazionale; mi dirigo dapprima al Visitor Center poi salgo la montagna piu’ alta del parco (Mount Cadillac); quindi inizio il lungo giro seguendo strade turistiche aperte al traffico e piu’ interessante e scenografiche stradine sterrate per un totale di circa 50 km; nel tardo pomeriggio restituisco la bici e gironzolo per Bar Harbor; ritornero’ a dormire nello stesso posto della sera precedente.
(testo in lavorazione)
18 ottobre
Bar Harbor – Ellsworth – Belfast – Camden – Rockport – Brunswick – Freeport – Portland (6 passaggi) (bel tempo)
(testo in lavorazione)
19 ottobre
Portland – Boston (utilizzo autobus Greyhound poiche’ e’ illegale fare autostop lungo le freeway e non e’ facile trovare passaggi man mano che ci si avvicina alle citta’ piu’ grandi)
pomeriggio e sera a Boston (pernottamente nell’YHA Hostel) (bel tempo)
(testo in lavorazione)
20 ottobre
mattino a Boston e pomeriggio trasferimento in aeroporto Logan; partenza alle ore 18 (locali) (bel tempo)
(testo in lavorazione)
21 ottobre
atterraggio alle 10:45 a Malpensa
fine del viaggio
(testo in lavorazione)
CONCLUSIONI
il viaggio e’ stato decisamente una bellissima esperienza
nonostante i problemi iniziali e lo scoraggiamento dovuto al cattivo tempo e alla non perfetta forma fisica data anche dal carico sul piede non ancora perfettamente ristabilito dopo il grave infortunio, sono stato bravo ad avere saputo cambiare i miei piani in corso di viaggio
ho capito una volta di piu’ che a me piace viaggiare, percorrere lo spazio geografico che separa, divide/unisce le varie localita’; mi piace farlo a piedi ma anche in autostop, mezzo splendido per conoscere gente normale; e’ inoltre rilassante e al tempo stesso stimolante e divertente!
ho anche capito che sta nascendo in me l’esigenza e la volonta’ di cambiare ulteriormente il mio stile di viaggio
vorrei fare del cicloturismo in autonomia (con tenda ecc ecc. ) + escursionismo
il primo mi permette di percorrere lunghi tratti senza dipendere dai passaggi e in maniera piu’ atletica; il secondo mi permetterebbe di visitare posti diversamente impossibili da raggiungere
rinunciare all’autostop di cui posso vantare ormai notevole esperienza mi costa molto; in futuro potrei cercare di agganciare tutte e tre i metodi scegliendo giri ad hoc
Gianluca
GeoAdventures
Bellissimo racconto, ho letto qualcosa su AT ed essendo appassionato di trekking mi ha coinvolto la tua narrazione, grazie .