
NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini


































































una esperienza condivisa
estate 2018
10 agosto
Vergiate – Milano – Genova – traghetto in serata per Bastia (Corsica)
“una partenza problematica”
scendendo da casa mia dirigendomi in stazione per prendere il treno per Milano sto controllando che i pesi delle borse siano ben bilanciati sulla bici e facendolo non sto guardando la strada; centro in pieno un “tombino” semi-aperto che mi storta di netto la forcella della bici; bici inutilizzabile; ho 2 treni e un traghetto da prendere in più un appuntamento a Milano Lambrate con la mia compagna di viaggio … sono nei guai!
Tempo zero ecco la decisione; corro di nuovo a casa 500 metri più in su sulla collina; smonto le borse dalle forcelle e il marsupio da manubrio della Kona Sutra e le rimonto sulla Salsa Fargo; il tutto condito con varie imprecazioni più o meno colorite in base alla difficoltà e velocità di smontaggio-rimontaggio dell’attrezzatura; sono bagnato fradicio dal caldo, dall’agitazione e dal nervoso; fortunatamente ho più di una possibilità di prendere il treno e riesco ad essere in stazione per saltare, letteralmente saltare, sul treno successivo!
Ok! ce l’ho fatta … almeno il primo inghippo è superato!; certo che se il buongiorno si vede dal mattino … la Corsica non mi da un buon segnale!
Fa molto caldo ma evito di infilarmi nello scompartimento dei passeggeri dove l’aria condizionata è più dannosa che il fastidio del caldo opprimente; rimango nello scompartimento delle bici in coda al treno seduto su uno scomodo tavolino a chiacchierare con un ragazzo marocchino di professione imbianchino che va a Gallarate; a Milano Porta Garibaldi scendo e con la bici devo attraversare Milano centro per arrivare a Lambrate dove aspetto il treno in arrivo da Verona; qui incontro Manuela; i tempi per la coincidenza sono strettissimi!; ci sono solo 3-4 minuti! È annunciato il treno in arrivo da Verona e contemporaneamente annunciano il treno in arrivo da Centrale per Genova; vedo Manuela dall’altra parte della stazione con la bici e lo zaino; corre e in un attimo arriva al mio binario; non cè quasi il tempo per un saluto che dobbiamo correre a cercare un posto sul treno per Genova; è strapieno e saliamo in coda con le bici siamo in piedi insieme ad altra gente fino a Pavia, poi decidiamo di scendere, percorrere tutta la lunghezza del treno fino alla carrozza di testa dove c’è il deposito bici; qui finalmente ci rilassiamo un po …
da Pavia a Genova viaggiamo nello scompartimento riservato alle bici con il materassino per terra chiacchierando piacevolmente.
A Genova percorriamo via Balbi, la via sede della mia università (ricordi di qualche anno fa), facciamo un breve giretto ma il caldo opprimente ci consiglia di andare subito al porto traghetti per organizzarci per la traversata; anche qui un casino infernale; nella hall degli imbarchi andiamo a fare i biglietti e ci concediamo una meritata birra sempre con le bici ben in vista e sotto controllo; con sollievo usciamo dalla stazione traghetti per recarci sulla Moby che ci porterà a Bastia; dopo il disbrigo delle formalità ci imbarchiamo, leghiamo le bici e portiamo con noi lo stretto necessario per passare la notte sul ponte
C’è aria di festa per i vacanzieri … sui ponti c’è musica, schiamazzi, un po di confusione di coppie, famiglie con cani, e gruppetti vari; Manuela ed io gironzoliamo a volte insieme a volte separati; trovato il posto giusto e riparato, aspettiamo la partenza e guardiamo le luci di Genova allontanarsi sempre di più; lentamente ma inesorabilmente siamo inghiottiti dal buio un po’ inquietante della notte nel mare.
Ora sul ponte non c’è quasi più nessuno; sono andati tutti a dormire nelle rispettive cabine o sui divanetti all’interno del traghetto… ci siamo solo noi due, … è ora di dormire; ci corichiamo sulla stuoia ben posizionata al riparo dal vento … buonanotte … per la prima notte di viaggio/avventura in questa calda estate 2018.
11 agosto
Bastia – Haut Asco
notte piacevole per me; Manuela non è in super forma; ha un po’ di mal di testa ma sono certo che una volta sbarcati tutto andrà meglio; è da ieri pomeriggio che “viaggiamo” senza “viaggiare a modo nostro” e iniziamo ad essere un po’ impazienti; siamo un po’ ansiosi di mettere le chiappe sulla sella ed iniziare il Nostro Giro della Corsica; purtroppo viene annunciato un ritardo di circa un’ora per l’attracco e infatti notiamo il traghetto che percorre un ampio semicerchio davanti alle coste di Bastia prima di entrare in porto
L’organizzazione del bagaglio una volta sbarcati non è facilissimo ma ci sono poche alternative … moltissimo peso va sulla mia bici, senza ombra di dubbio la più attrezzata per questo tipo di viaggio; lo sapevo fin da subito; il problema non esiste … l’unico fastidio è il caldo veramente feroce ci meritiamo una colazione in una vietta del centro di Bastia; ci rechiamo in un grande supermercato per fare spesa e ne usciamo con il mal di testa e le borse piene (che troveranno spazio nella borsa posteriore della mia bici); ultima cosa: portiamo lo zaino di Manuela, ormai vuoto, in un deposito dove torneremo a ritirarlo alla fine del giro.
Sono ormai le 12, in super ritardo rispetto a quanto speravamo; si parte con determinazione verso sud; il caldo e la strada che attraversa l’abitato e poi la zona industriale di Bastia non sono per nulla piacevoli ma siamo contenti di avere finalmente iniziato!
Il caldo non da tregua; finalmente dopo circa 25 km, nei pressi di Casamozza, si lascia la strada principale e si devia verso l’interno in direzione Ponte Leccia; la strada è un po’ meno trafficata ma … inizia qualche salita, qualche irregolarità del terreno che, seppur piacevole ai nostri occhi, con questo caldo si fa davvero impegnativa; inoltre le mie gambe si devono ancora abituare a portare quel peso e a gestire la bici.
piacevoli scorci sul torrente e i boschi circostanti ci accompagnano nel lungo pomeriggio; io davanti a fare la lenta andatura, Manuela sempre dietro di me; spesso si chiacchiera piacevolmente facendo attenzione a non affiancarci per paura delle auto (le strade sono strette!)
poco prima di Ponte Leccia il primo, meritato tuffo nel torrente; Manuela ancora non è in forma e non mi fa compagnia; io non resisto, devo rinfrescarmi e mi sdraio in mezzo al torrente; quando esco sono quasi rinato e pronto per proseguire.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Ponte Leccia e qui, attraversando un bel ponte decido che mi merito il secondo tuffo nelle fresche acque del torrente; poco dopo siamo al supermercato per acquistare il cibo per la sera e l’escursione prevista per il giorno successivo; sono le 17 passate, ci sono ancora circa 30 km per la nostra destinazione; dobbiamo proseguire; ci rimettiamo in sella dopo aver fatto uno spuntino all’ombra al riparo di grossi alberi su un muretto poco distante dal ponte;
si prosegue verso la valle di Asco; la luce della sera è meravigliosa; bellissimo salire in sella alle nostre bici, affiancandoci per parlare e guardarsi attorno con vista sul torrente la sotto e sui fianchi della montagna; è sabato e molti turisti, locali e stranieri frequentano questi posti; in alcuni punti c’è talmente tanto traffico da essere in coda, in bicicletta, dietro alle auto; alcune salgono, alcune scendono, altre sono parcheggiate in bilico sul ciglio della stretta strada, altri fanno manovra provocando ulteriore disagio …; insomma: cercavamo la pace della montagna selvaggia ma siamo finiti in mezzo al traffico in una zona a dir poco impervia … c’è qualcosa che non mi torna!
la strada si snoda davanti a noi e sale a volte dolcemente a volte con tratti più ripidi ma mai impegnativi; purtroppo io nel pomeriggio ho commesso (consapevolmente) un grave errore; volevo “tirare” (se posso usare questo termine con la bici da viaggio!), andare avanti … e ho bevuto poco, pochissimo …. niente sali minerali (niente Isostad e adesso ho alcuni fastidiosi crampi ai quadricipiti dovuti soprattutto alla mancata idratazione e al caldo; cerco di alleggerire la pedalata ma … niente … in qualche caso sento il bisogno di scendere dalla sella e camminare un po’ a piedi conducendo la bici a mano per rilassare la muscolatura facendo movimenti differenti; Manuela sembra preoccupata; percepisco che si sente un po’ in colpa perchè io sopporto il maggior carico dei bagagli; (va spiegato però che sapevo perfettamente quali sarebbero state le difficoltà e se avessi avuto dubbi avrei fatto scelte diverse; io ho deciso così … e va benissimo così! L’errore di “dimenticarmi” di bere è stato solo mio!); amorevolmente si ferma a raccogliere le more lungo la strada e me le offre quando la raggiungo; la situazione è sotto certi aspetti molto divertente; questo “rito” va avanti per diversi chilometri in questa sperduta valle della Haute Corse; apprezzo davvero la presenza di questa ragazza che ha voluto condividere con me il “mio” sile di viaggio; giunti ad Asco ci fermiamo per fare acqua e sali; ci informiamo sulla strada che ci rimane da percorrere; sono altri 8 km; ok si va!; arriveremo con il buio … poco importa!, avanti!
…e così è stato; bellissima la strada dell’alta valle ormai deserta; sempre più selvaggia, sempre più buia; ogni tanto sono costretto a scendere di sella sempre per qualche fastidio muscolare … ma ormai ci siamo quasi … ormai nel buio totale del bosco di pini scorgiamo l’unica luce … siamo arrivati al camping, unico posto dove è possibile piazzare la tenda; questa è la nostra meta della giornata; saranno passate le 21 di sicuro; suscitiamo la curiosità di alcuni turisti del camping che ci vedono spuntare dalle tenebre … con la bici!
Ci accordiamo per il posto tenda; in un attimo la tenda è montata; Manuela non conosce i miei personali riti di montaggio e smontaggio dei bagagli e della tenda (li imparerà in fretta!) e mi aiuta benissimo facendo la sua parte; ci attende una meritatissima doccia (fredda purtroppo) e una meravigliosa birra corsa; come prima giornata non c’è male!
buonanotte
12 agosto
Haut Asco – Monte Cito – Haut Asco
risveglio con comodo (verso le 7) dopo la lunga giornata del giorno precedente; qualcuno dal camping si sta già muovendo; forse qualche pescatore, certamente qualche escursionista; le prime auto scorrono sulla strada fuori dal camping per salire alla fine della strada che percorre la valle del torrente Asco dove parte il sentiero; dopo la colazione in tenda in un attimo siamo in strada a piedi; abbiamo lasciato le biciclette legate ad un albero “parcheggiate” vicino alla nostra tenda.
autostop per Haut Asco, si ferma un’auto di una famigliola di olandesi dopo soli 5 minuti (forse la seconda auto che passava sulla strada); ci fanno spazio sul loro mezzo risistemando velocemente i bagagli, ci accomodiamo sui sedili posteriori e facciamo quattro piacevoli chiacchiere in inglese; in un attimo siamo al parcheggio (circa 4 km più a monte)
alle 8 circa, zainetto in spalla per Manuela e marsupio con borracce per me, partiamo dal piazzale in direzione GR20 Monte Cinto; poco avanti a noi altri escursionisti, alcuni dei quali stanno facendo la bellissima ed impegnativa traversata della Grand Randonnèe de la Corse (GR20); attraversiamo una bellissima foresta poi un ponticello che ci agevola l’attraversamento del torrente; da qui si inizia a salire decisamente e con percorso ripido su roccioni dove a volte è stata applicata una staffa in ferro e qualche catena; superiamo alcuni gruppetti di escursionisti che salgono più carichi di noi; l’andatura è piacevole, la giornata bellissima e il sentiero si intuisce che non ci risparmierà la fatica almeno fino alla cresta/sella lassù in cima; Manuela ed io chiacchieriamo di un po’ di tutto molto piacevolmete; ogni tanto il dialogo si fa più difficoltoso per lo sforzo della salita ma spesso ci ritroviamo a ridacchiare raccontandoci un po’ di tutto; spesso però la contemplazione dell’ambiente circostante non ha bisogno di parole e lo sguardo si perde scrutando tutto intorno a noi; giungiamo ad un pianoro in una giavina dove è piacevole e comodo fermarsi per mangiare e bere qualcosa al sole; poco dopo si riparte; il sentierino si inerpica ancora sul fianco della montagna e con un traverso punta decisamente ad un colle; da qui si intuisce la direzione per la cima; raggiunto il colle ci rilassiamo godendo della splendida giornata con vista a 360 gradi su tutta la Corsica del nord!. La cima sembra vicina e notiamo che il sentiero invece digrada verso il versante sud facendo un ampio giro per ritornare poi a salire poco sotto la cima; decidiamo così “a fiuto” di seguire la cresta … e ci troviamo ad arrampicare piacevolmente su bella roccia e sassoni; un salto qua, uno la, sali, scendi, qualche passaggio più atletico … fino a quando la cresta ridiscende ripida senza mostrarci la via di uscita …; per evitare di infilarci in posti poco sicuri e per non perdere più tempo del necessario decidiamo di riguadagnare il sentierino che passa 50 metri più in basso, poco sotto di noi; ma per raggiungerlo siamo costretti a fare qualche “numero” decisamente fuori programma!; ci accorgiamo che alcuni escursionisti ci hanno seguito … pessima idea!; ci malediranno sicuramente! riscendiamo e riguadagnamo il sentiero normale e in 10 minuti siamo comodamente in cima; sono passate meno di 5 ore dalla partenza.
Qualche foto di rito, due chiacchiere con altri escursionisti, un abbraccio con la mia compagna di avventura Manuela, sicuramente più che a suo agio in questo bellissimo ambiente; dopo avere mangiato e bevuto qualcosa, la signorina trova anche il modo di addormentarsi al sole su un sasso “comodo” a 3 metri dalla croce di vetta! (il tutto testimoniato da foto non ufficiale)
La lunga discesa (decisamente meno piacevole della salita per quanto mi riguarda) scivola via nell’assolato pomeriggio sempre chiacchierando piacevolmente con la mia compagna di escursione
a valle, poco prima di intersecare di nuovo la strada mi concedo il mio personale rito del piacevole bagnetto in una pozza d’acqua bella fredda; rigenerato dalla doccia naturale ritorno sul sentiero e in 20 minuti siamo nuovamente alla partenza dove ci sono diverse auto parcheggiate per il ristorantino poco distante (unico posto dove poter mangiare qualcosa); a noi non interessa; abbiamo una tenda con i nostri viveri, due biciclette e soprattutto una doccia che ci attende poco più a valle …
scendiamo a piedi lungo la strada e facciamo ancora autostop; non ci caricano immediatamente ma dopo qualche passaggio rifiutato, un’auto si ferma per noi e ci scarica davanto al nostro camping qualche minuto dopo.
prima delle 18 apriamo nuovamente il telo della tenda; come la sera precedente, subito in doccia e poi abbiamo tutto il tempo di cucinare sdraiati in tenda; cenetta spartana ma piacevolissima.
si chiacchiera bene con Manuela e ci conosciamo meglio come abbiamo fatto anche oggi tutto il giorno camminando in salita e in discesa
La seconda giornata in Corsica è scivolata via benissimo; abbiamo già raggiunto anche uno degli obbiettivi che mi ero prefissato; la salita al Monte Cinto, il più alto dell’isola, con i suoi 2706 metri. (dislivello di circa 1500 metri)
13 agosto
Haut Asco – Ponte Leccia – Calacuccia – Albertacce – Col di Vergio
dopo una piacevole e rilassante nottata in tenda, appagati dalla giornata pirecedente e sapendo di avere davanti a noi una lunga e rilassante discesa per la mattina, non abbiamo particolare fretta di partire; dal campeggio di Haut Asco, un po’ coperti per evitare colpi d’aria, ci lasciamo scivolare lungo la piacevolissima strada che solo 2 giorni prima avevamo percorso immersi nell’oscurità; notiamo che l’ambiente è bellissimo; densi boschi di conifere, acqua cristallina del torrente, le selvagge gole dell’Asco sotto di noi; la discesa è lunga circa 20 km; piacevole guidare la bici in discesa; a differenza di 2 giorni prima non c’è nessuno in giro (è lunedi mattino); la valle è quasi tutta per noi; ogni scusa è buona per fermarsi e guardarsi in giro; in fondo alla valle ci immettiamo nuovamente sulla strada principale che collega Ponte Leccia (a sud) con Ile Rousse (sulla costa nord); con 5 km di pedalata sulla strada principale siamo di nuovo a Ponte Leccia; questo sembra essere un punto nevralgico della zona; c’è sempre traffico anche perchè è alla confluenza di 3 strade di collegamento; leghiamo le bici fuori dal supermercato e siamo di nuovo a fare la spesa per i giorni successivi; passiamo la pausa pranzo seduti sul muretto del ponte con un salamino stuzzichevole aromatizzato; fa nuovamente caldo (in montagna si stava decisamente meglio!)
nostro malgrado siamo di nuovo in sella sulla trafficata strada principale in direzione sud; dopo circa 20 km, presso l’abitato di Francardi, prendiamo la deviazione di nuovo in salita verso il Lago Calacuccia; qui la musica cambia; la strada è bella, il traffico sopportabile e pedalare ritorna ad essere un piacere seppur sempre con un buon impegno fisico perchè il dislivello c’e’ … è tutto li davanti al manubrio … e alcuni tratti sotto il sole sono decisamente poco divertenti; si procede affiancati dove si può ma spesso siamo uno dietro l’altro in silenzio; ogni tanto ci si ferma per guardarsi attorno, un sorriso, un cenno e si riparte …
oggi è tutta una giornata di bici dopo il soddisfacente trekking di ieri; la mia andatura da stracarico non è veloce, Manuela devo portare pazienza; a volte mi sta dietro, altre volte mi affianca e a volte va avanti in esplorazione; si ferma ad aspettarmi nei punti più belli per dirmi di fermarmi a guardare oppure mi aspetta solo per prendermi in giro con qualche scusa.
procedo lento ma inesorabile; superato l’abitato di Calacuccia facciamo un breve stop per concederci una birra e qualcosa da mangiare; rifocillati, proseguiamo sempre più in alto verso il colle Vergio; la strada è bellissima e attraversa prati e pascoli per poi perdersi nella pineta; la pendenza non è mai eccessiva; si fa tardi e si inizia a guardare ai lati della strada ipotizzando un posto tenda per la notte; qui si, qui no, qui forse, tiriamo avanti che magari dietro la curva troviamo un posto più bello con il torrente …, e così si fanno altri chilometri … e il tempo passa …; le indicazioni chieste ad un escursionista ci convincono a cercare un po’ più avanti un ipotetico posto con acqua, piscina naturale e cascata, dove io mi immagino già un tuffo
benissimo!; avanti!
Manuela va avanti in esplorazione, io proseguo lentamente … lentamente … ma finalmente arrivo anche io!; il posto suggerito è ok anche se vicino alla strada e un po’ in vista; entriamo in una stradina e li iniziamo la preparazione della tenda e dell’attrezzatura necessaria per trascorrere la notte; ci attende poi un bagno rinfrescante per me … un poco in disparte per lei
simpatica cenetta sul tavolo picnic sul tornate della strada; prma che faccia buio completo attraversiamo la strada, percorriamo pochi metri di stradina sterrata e ci infiliamo in tenda.
E’ ormai buio quando una pattuglia di forestali illuminano la nostra tenda e ci avvisano in modo deciso ma gentile che non possiamo stare li; è pericoloso per noi; non si capisce bene il motivo del pericolo ma penso sia da imputare a eventuali cause “umane” e non “naturali” (quindi scherzi, rapine e non inondazioni o frane)
Considerata l’ora, ci lasciano stare per fortuna, ma ci notificano che in Corsica è vietato il campeggio libero. (a dire il vero lo sapevo ma contavo sul fatto di non disturbare nessuno lassù; errore mio; se avessi messo la tenda meno in vista nessuno si sarebbe accorto della nostra presenza); da domani sera ci imboscheremo di più!!
Come se non bastasse, a notte fonda un forte, forte temporale si scatena sopra le nostre teste!
Il telo tenda tiene bene; la parte a contatto con il terreno però in alcuni punti è bagnata ; il terreno non era proprio in piano però non mi sarei aspettato che entrasse l’acqua; fortunatamente noi siamo sui materassini! … certo che però ha piovuto forte (quasi come in Nuova Zelanda lo scorso marzo 2017 sulla penisola di Coromandel)
14 agosto
Col Vergio – Evisa – discesa a Porto – Curzu
Il mattino il tempo è variabile ma al momento asciutto; le prime auto percorrono la strada; è ora di andarsene da li; i preparativi in due sono sempre più laboriosi che in solitaria …
smontiamo la tenda fradicia abbastanza velocemente ma non abbiamo ancora terminato ed è ancora evidente che ci siamo accampati li … che arriva la Gendarmerie … e si ferma!; ci avvisa di nuovo del divieto; l’agente fa un giro e verifica che non abbiamo fatto nulla di male né lasciato sporco in giro; purtroppo più avanti c’è un angolino che viene utilizzato come “bagno” per i turisti di passaggio … non siamo certo noi! Spiego (casomai non si notasse) che siamo in viaggio in bici e che la sera prima si era fatto tardi e buio e abbiamo deciso di fermarci non sapendo che opportunità di alloggio ci fossero più avanti; sembra più che comprensivo e ribadendo che in Corsica non si può! … se ne va con l’auto di servizio … e anche questa è andata!!; Manuela non si accorge di nulla perchè si stava facendo il bagno al riparo da sguardi indiscreti, nascosta più a monte nel torrente.
Ok, la bici è di nuovo carica e si parte in salita per gli ultimi 7-8-10 km per il colle
bellissimo salire nel bosco il mattino con l’aria fresca e rigenerata dal temporale notturno; la strada è piacevole, il traffico minimo; sembra procedere tutto bene quando, poco sotto il passo, inizia nuovamente a piovigginare per poi mutare in pioggia insistente; fortunatamente ci rifugiamo sotto la pensilina di grande albergo ad 1 km dal colle; srotoliamo la stuoia e stiamo riparati almeno un’oretta; ogni tanto spiove, siamo intenzionati a rimontare in sella … poi piove di nuovo … anche forte; più volte così … poi sembra schiarire … bene! in sella su fino al passo!
C’è vento freschino; il tempo sembra volgere al bello e le nubi minacciose sembrano allontanarsi; molto bello quassù con vista sul versante da cui proveniamo ed il lago di Calacuccia; dall’altro versante si apre il panorama dei monti della costa ovest e il territorio che andremo ad attraversare nel pomeriggio; ci attendono più di 30 chilometri di discesa fino a Porto, fino al mare!
Percorrendo la piacevolissima strada nei boschi per la lunga discesa dal versante opposto abbiamo modo di verificare i danni del temporale notturno; strada sporca di rami, foglie, sassi, aghi; tutto bellissimo ma … occhio a non scivolare!!
il profumo di bosco umido è un bellissimo regalo all’olfatto!
Bella discesa, attento ai tornanti e a non fare traballare troppo la bici; Manuela sempre vicino; ogni tanto facciamo qualche fermata per scattare qualche foto, per chiacchierare fra noi e per far riposare i freni. Più in basso la strada si popola di turisti ma soprattutto di … capre e maiali selvatici … uno spettacolo divertente ed inaspettato!
Arrivati a Porto ci fermiamo per fare un po’ di spesa ed approfittiamo di un tavolino per mangiare qualcosa seduti da gente “civile”, … poi di nuovo in sella … in salita e di nuovo al caldo!
Dopo la lunga e fresca discesa, lo stop per il pranzo seduto … ripartire così è dura … non mi diverto molto .. vado piano, la gamba non è ancora “calda” per le fatiche della giornata … ma si continua … inesorabilmente; il traffico sulla costa è fastidioso e la strada molto stretta ma panoramicissima
Manuela “dirige” il traffico quando le auto non sorpassano per la scarsa visibilità in curva; in mancanza di visibilità, parte precedendomi visto che procedo lentamente, verifica se la strada è libera più avanti e fa cenno alle auto dietro di me di sorpassarmi e allontanarsi; l’operazione, raccontata così, sembrerebbe quasi divertente, ma non c’è molto di divertente nel pedalare lentamente in salita al caldo von la bici pesante avendo alle spalle il bruntolio insistente di automezzi i cui conducenti, infastiditi, vorrebbero “spingerti” fuori strada volendo sorpassare.
Il pomeriggio trascorre così, fra le pieghe dei fianche della costa occidentale del nord della Corsica, bellissima, selvaggia ma trafficata;
Prima di sera siamo di nuovo in cerca di un posto per la tenda possibilmente con acqua corrente (cosa non facile da trovare in questa stagione su questo versante); cerchiamo in giro lungo la strada e scrutiamo eventuali possibilità di deviazione per trovare posti non troppo in vista; non ci sono posti “in piano” e l’unica strada ci invita a proseguire; ci inoltriamo in un paesino cercando la possibilità di un campeggio selvaggio ma ci accorgiamo che stiamo andando a casa di qualcuno; le sensazioni non sono le migliori; si sta facendo tardi; da lontano, pedalando in strada, poco dopo aver oltrepassato il paesino di Curzu, scorgo un promontorio che si stacca dalla strada e digrada dolcemente verso il mare; arriviamo al tornante in corrispondenza del costone della montagna; troviamo una strada sterrata che costeggia un vecchio cimitero; percorriamo la strada dapprima in sella e poi a piedi; ci allontaniamo sempre più dalla strada e dalla vsita di eventuali “incontri”; troviamo una bellissima radura a 500 metri dalla strada; posto bellissimo che io eleggo subito a nostro posto tenda; Manuela, giustamente, mi consiglia di proseguire ancora un poco … troppo “facile” arrivare fin qui; troviamo un posto un po’ meno bello ma più protetto poco più in là; in un attimo la tenda è montata; abbiamo tutto… tranne l’acqua purtroppo … questa sera va’ così!
15 agosto
Bocca a Croce – trek Girolata – Col de la Palmarella – Gàleria – Argentella
notte tranquilla e rilassante …
di primo mattino alcuni rumori di auto che si avvicinano sulla strada sterrata … cacciatori?? … escursionisti?? …
…aveva ragione Manuela a non fermarsi nel posto che avevo addocchiato io poco lontano da dove invece abbiamo posizionato la nostra tenda!; quel posto sarà usato da questi escursionisti mattinieri … come posto auto! (ci si può immaginare il risveglio scomodo nel trovarsi il cofano di un’auto davanti alla tenda …).
… notano certamente la nostra tenda accampata poco più in là ma per fortuna nessuno dice nulla .. noi aspettiamo che passino poco lontano … ce ne stiamo un po’ in tenda e poi iniziamo i preparativi per la ripartenza; sono circa le 8 oggi è Ferragosto!!
un brontolio continuo proviene dal cielo … ci sono temporali in arrivo da nord …
dopo qualche chilometro in sella alle bici superiamo la deviazione per Osani e giungiamo alla sella denominata Col de la Croix; parcheggiamo le bici, le leghiamo per bene e le proteggiamo con il telo base della tenda in previsione di temporali, vento o eventuale “interessamento” per la nostra attrezzatura da parte di qualche malintenzionato; il gestore del bar ci sconsiglia vivamente di intraprendere l’escursione che scende alla costa per forti temporali in arrivo dal mare!
Qualche turista si lascia convincere e lo vediamo risalire in auto e andarsene via sull’unica strada; inizialmente noi siamo un po’ scettici, ma … cosà sarà mai?!?; al massimo ci fermiamo nel bosco in attesa che spiova! … e così partiamo con un po’ d’acqua il marsupio e lo zainetto di Manuela; scendiamo il bel sentiero che perde quota dalla strada verso la spiaggia di Tuare; qui arriviamo dopo mezz’oretta; io non resisto e mi faccio un primo, piacevolissimo bagno; ripartiamo risalendo la collina e ridiscendiamo dal versante opposto giungendo allo splendido paesino di Girolata, raggiungibile solo via mare o a piedi; è la mattina di Ferragosto; ancora pochi turisti in giro; troviamo un posticino carino dove sorseggiare 2 birre fresche con vista sulla baia e le montagne selvagge della riserva di Scandola. Ritorniamo alle nostre biciclette percorrendo un altro sentiero lungo la costa, facendo così un bel giretto ad anello; dall’alto scoviamo una spiaggetta apparentemente appartata e tranquilla; scendiamo senza esitazione ed eccoci soli; il mare blu davanti a noi; alle nostre spalle solo qualche grande scoglio e boscaglia che si inerpica sul versante ripido; via i vestiti!; bagno nudi in mare … un po’ di relax prima di riprendere la nostra escusione che ci riporta su al parcheggio dove abbiamo lasciato le bici.
Ripartiamo in piano su bella strada a curve poi su e giù e di nuovo su al Col de la Palmarella; da qui finalmente giù fino ad intersecare il torrente vicino Galeria nei pressi del campeggio e del piccolo abitato di Le Fango; oltrepassiamo il torrente Le Fango su un ponte che ci allontana nuovamente dal traffico turistico diretto alla famosa località di Galeria e ci dirigiamo verso nord in direzione Calvi; la strada è bellissima e le luci del tardo pomeriggio invogliano a proseguire; purtroppo avevo addocchiato (sulla cartografia) un campeggio che risulta chiuso (per problemi burocratici ci spiegano i gestori italiani) quindi non ci resta che fare acqua e accamparci nella baia oltre l’abitato di L’Argentella; c’è un po’ di tensione mista a stanchezza a quest’ora del giorno; abbiamo camminato, pedalato, abbiamo fatto il bagno che è stato bellissimo ma ti “snerva” la discesa in bici ti rilassa ma poi devi pedalare ancora … tutto così … insomma … non è sempre facile; ci meritavamo un po’ di relax e invece siamo costretti ad improvvisare …; non vorrei finire come ieri sera in un posto rimediato all’ultimo secondo e invece rischiamo ancora così; il mio fiuto (e una buona dose di “fortuna”) mi fa scovare uno splendido posto al riparo dal vento del mare in una baia, con erbetta verde come tappeto tutto intorno alla tenda, al riparo da occhi indiscreti in un posto proprio idilliaco! oltre la duna, solo le luci del tramonto e il mare; un mare caldo, accogliente; non esitiamo a gettarci nudi in acqua poco prima che faccia buio; piacevolmente puliti e profumati facciamo ritorno alla tenda che ci aspetta nella radura nascosta; qui facciamo la nostra bella cenetta!
Bel modo di festeggiare un ottimo ferragosto in Corsica
16 agosto
Argentella – Calvi – Ile Rousse – Bocca di Vezzu – Casta
bel risveglio dopo una piacevole nottata e con la massima calma ci rimettiamo in strada
poco traffico, strada bella e piacevole da percorrere in direzione Calvi che dista solo 20 chilometri circa; ci arriviamo a fine mattinata e decidiamo di meritarci una bella colazione solo dopo avere visitato la cittadella e il museo della legione straniera; purtroppo c’è, come facilmente prevedibile, un gran casino di turisti a Calvi; dopo pochi minuti abbiamo già il mal di testa da “allergia” a questo tipo di posti!; cerchiamo di goderci comunque il meritato relax con colazione seduti al bar ma resistiamo poco; con una breve passeggiata sul lungomare con mercato affollato di turisti e con le bici ingombranti è quasi inevitabile decidere di andarcene al più presto da qui!
La strada per L’Ile Rousse è davvero terribile, trafficata, rumorosa, calda e noiosa; in più ci sono alcune salite direi spiacevoli con tutto questo carico
Manuela mi affianca pedalando sui tratti ciclabili dove possibile e per il resto mi segue;
io preferirei fare il contrario per proteggerla in caso di incidente (tamponamento); montando le borse larghe sulla bici io risulto più ingombrante e farei un po’ da schermo; niente da fare!; insiste a volermi seguire lei!
a L’Ile Rousse ci fermiamo giusto per mettere il naso in centro e veniamo travolti dalla folla di questa località turistica; chiediamo due info veloci al visitor center e via subito in strada!
Sento il bisogno di acqua fresca; ci fermiamo presso un camping poco fuori dal paese; qui rabbocco la borraccia aggiungendo sali minerali e poi via di nuovo in sella
nei pressi di Losani ci fermiamo in un supermarket per fare scorta viveri per la sera
proseguiamo sempre sulla strada poco piacevole; in cima ad una salita troviamo una coppia di ciclisti (tedeschi?) lui con un mezzo alquanto strano, brutto da vedere ma parrrebbe comodo come trasporto bagaglio; ci superano a velocità doppia in discesa salvo poi venire nuovamente raggiunti in pianura. Io avrei in testa un altro bagnetto ma le poche spiagge sono davvero affollate e colgo un’espressione di malavoglia in Manuela, in questa giornata un po’ insofferente al caos, al caldo e alla strada pericolosa (come darle torto!)
Quindi ,,, nulla! … si prosegue!
Finalmente arriviamo al bivio di Monetta; lasciamo la strada più importante e trafficata per salire alla Bocca di Vezzu con meravigliosa vista tutta intorno a noi sul promontorio Agriates, sul golfo di St. Florent e sul “Dito”; sono 7-8 km di salita ma molto bella; con lentezza ma arriviamo tranquillamente in cima; l’ultimo tratto in vista del colle Manuela mi precede e mi aspetta in cima
è già tardo pomeriggio; da qui la strada spiana ed è piacevolissima da guidare; curve e controcurve vista sulla costa degli Agriates poi discesa leggera intervallata da piccole salitine.
un camping inatteso (ma desiderato) ci fa decidere per uno stop in mezzo a queste piacevoli colline anzichè cercare di raggiungere St Florent (si rivelerà una scelta azzeccatissima!)
montaggio della tenda con “furto temporaneo” di un paio di sedie, piacevole doccia calda e puliti e profumati ci gustiamo la nostra cenetta chiacchierando al tramonto e fino a notte inoltrata fuori dalla tenda poi …. in tenda …!
17 agosto
Casta – St. Florent – Macinaggio
dopo la piacevole serata e nottata è altrettanto piacevole svegliarsi alla mattina in questo posto
lentamente riorganizziamo le borse e spingiamo le bici fuori dal camping; i pochi ospiti dormono ancora chiusi nei loro automezzi attrezzati.
di nuovo in sella e con massimo relax scendiamo a St Florent che raggiungiamo utilizzando una bella strada che attraversa coline ondulate con vista sulla costa e sul Dito che percorreremo nel pomeriggio; St Florent è un’altra località molto, troppo gettonata! è metà mattina e già c’e in giro un sacco di gente; siamo praticamente in coda affiancati da bus, fuoristrada e quad che trainano moto d’acqua barche e barchette di vario genere e dimensioni …Via! Andiamo oltre! Subito!
Ci mettiamo veramente poco (per fortuna) ad attraversare il centro di St. Florent; ecco che siamo già lungo la strada che porta dritto verso nord
saliscendi, curve controcurve boschi paesini abbarbicati sui monti, falesie, rocce verticali, piccole baie, il mare azzurro e blu, i boschi verdi, la roccia bianca, rosa, marroncina con varie gradazioni
il sole quando è alto è sempre un poco fastidioso; cerco di bere molto ma l’andatura, seppur lenta, è piacevole e le gambe girano senza alcun problema; facciamo molti stop per le foto al paesaggio e/o a qualcosa di curioso che attira la nostra attenzione; alcune foto anche a noi che percorriamo insieme questo tratto di Corsica!
Vola, letteralmente vola così anche un altro giorno in sella e a fine pomeriggio ci troviamo a Macinaggio; dopo la spesa al supermercato all’eterna ricerca di birre e salamini, facciamo un giretto nel centro del paese anch’esso turistico e caratteristico; gironzolando in questo modo addocchiamo un possibile posto tenda in fondo alla spiaggia dall’altra parte del paese; lo raggiungiamo a piedi spingendo le bici sulla sabbia fine (un poco faticoso)
anche questa volta la scelta si rivelerà ottima
birre in fresco (anche se l’acqua del mare è calda), nuotata nudi in mare e poi cenetta
montaggio tenda non troppo in vista e piacevole serata a due
18 agosto
Macigaggio – Bastia – traghetto in tarda serata per Genova
… e come tutte le cose belle … si arriva alla fine …
oggi ultimo giorno del tour
da Macinaggio sono solo 30 km in direzione sud verso Bastia
non prima di avere fatto una piacevole colazione in centro; poi di nuovo in sella, lentamente.
E’ sabato mattino, ci sono molti gruppetti di ciclisti sulla strada e un po’ di traffico di auto
cerchiamo le spiaggette più belle; Manuela è ispirata e vorrebbe fare un bagno; questa va bene … questa no!; l’acqua è alta, qui non si tocca, qui c’è la sabbia, qui ci sono gli scogli, qui ci sono le alghe, aspetta … andiamo avanti … magari dopo quella curva è più bello …!
finalmente decidiamo per uno stop e deviazione per una spiaggetta isolata che poi non si rivela bella come ci si sarebbe aspettato vedendola dall’alto della strada … quindi torna indietro, risali, riprendi la bici e … si prosegue!; stop di nuovo e qui troviamo una insenatura rocciosa …
Manuela non è contenta perchè non si tocca, tuttavia mette i piedi in acqua ma non riesco a convincerla a seguirmi per fare il bagno … vabbè!
dopo l’ultimo piacevole bagnetto (per me) proseguiamo e completiamo il tour arrivando a Bastia da nord e parcheggiando le bici proprio dove eravamo partiti! Meglio di così!
Subito i biglietti per il traghetto della sera e poi di nuovo al supermercato per cercare qualcosa di sfizioso da portarsi in nave o da sgranocchiare in giro; ci concediamo un giro in centro con bici al seguito, 2 birre nella zona pedonale e un piacevole pranzetto giù vicino al porto; andiamo a ritirare lo zaino di Manuela; già in assetto da “ritorno” non ci resta che spendere le ultime ore in terra corsa andando alla ricerca di una spiaggetta con possibile doccia; la troviamo poco fuori Bastia
ultimo bagno in terra corsa e doccia per lavare via il sale del mare.
ci cambiamo e prima io e poi le ci addormentiamo all’ombra vicino alle nostre biciclette …
ormai è tardi; di corsa al supermercato per comperare qualcosa per la cena in nave e poi in bici superiamo la fila interminabile di auto e camper di vacanzieri che come noi tornano sul continente,
parcheggiamo le bici in stiva e saliamo sui ponti superiori.
scegliamo il posto dove bivaccare all’aperto stendendo le nostre stuoie e al suono della musica del disk-jokey della nave, mentre ci allontaniamo dal porto ci facciamo un cocktail di fine viaggio accompagnato poco dopo da un salamino e 2 birrette; ormai è sera tardi, la gente che affollava il ponte si ritira alla spicciolata, le luci di Bastia ormai non si vedono quasi piu all’orizzonte, la stellata è incantevole e il mare tutto intorno a noi è nero; siamo in mare aperto; il traghetto rolla e beccheggia leggermente …
ci facciamo cullare avvolgendoci nei nostri sacchi a pelo per l’ultima sera di viaggio
buonanotte
19 agosto
Genova – Milano – Vergiate (in treno)
passata una piacevole notte dondolando sul traghetto all’aperto sul ponte superiore, di primo mattino ecco le luci del golfo di La Spezia e la costa ligure che si avvicina sempre più.
Sbarcati, veniamo avvolti da un’atmosfera surreale; Genova è una città ferita; è stata colpita da una tragedia pochi giorni prima quando noi eravamo in viaggio in Corsica; il 14 agosto (meno di una settimana prima); il crollo del ponte Morandi sul fiume Polcevera che ha spazzato via 43 vite; è domenica mattina presto, la città è addormentata … ma è un sonno triste e cupo …
saliamo sul primo treno disponibile per Milano e, sorprendentemente, non subiamo disagi nella rete di trasporti conseguenti alla tragedia appena avvenuta; avremmo potuto non accorgerci di nulla …
Arriviamo in stazione Centrale a Milano; con le nostre fidate bici gironzoliamo in cerca di un caffè; è arrivato il tempo dei saluti; io mi dirigo verso nord, a casa mia; Manuela prenderà un treno per Vicenza e poi tornerà a casa sua, non lontano dall’altopiano di Asiago … ma ci rivedremo da qui a poco …!
CONCLUSIONI
Un bel viaggio/vacanza durante il quale (e prima del quale) mi sono messo in gioco sotto diversi punti di vista.
Sono stati percorsi circa 530 chilometri, ma in questo viaggio le distanze non hanno molta importanza.
Viaggiando da solo ragiono ed agisco in un modo; in due intervengono altri fattori, altre priorità, altre difficoltà, altri stimoli, differenti modalità di affrontare tutto …
… e quello che inizialmente pensavo, si è trasformato in qualcos’altro .., di inaspettato … di nuovo.
Con le mie varie esperienze di viaggi in solitaria in tutto il mondo pensavo di avere raggiunto un equilibrio stabile e sicuro. Continuo a pensarlo, ma riconosco piacevolmente in me il fatto che sono “meno orso” di quanto pensavo di essere; la condivisione, che nei miei viaggi è sempre mancata (questa mancanza non è e non è mai stata motivo di disagio per me!), questa volta mi ha fatto piacere;
ora certamente io non rinuncerò al mio personale spirito e stile di viaggio solitario;
io sono e rimango un solitario per natura; semplicemente mi ha fatto molto piacere scoprire di essere più malleabile di quanto avessi mai creduto
Questo è (e rimarrà) un viaggio “anomalo” per me … ma è un’anomalia molto positiva, la definirei un’”anomalia migliorativa”.
Il prossimo viaggio-avventura?
… fatemi aprire il cassetto dei sogni di viaggio … ne prendo uno a caso … e lo realizzo … probabilmente ancora da solo … ma come persona “migliore” rispetto al passato
Gianluca Zarini
GeoAdventures