Appunti di viaggio
da Pisa a Ancona; divagazioni cicloturistiche estive in Italia centrale

NOTA: gli appunti di viaggio si trovano in fondo alla pagina, dopo le immagini

























































Premessa
questa estate non posso/non voglio permettermi un giro troppo lungo;
ho già “esagerato” con il mio viaggio primaverile in NZ e sono reduce da un trasloco del mio negozio in centro Varese però, in previsione di un settembre “di fuoco” con i ritmi serrati della stagione scolastica e sperando in un nuovo buon inizio per la mia attività decido di meritarmi almeno un break di una settimana!.
l’estate 2017 è davvero torrida e, lasciata passare la calura, decido di partire per un giretto in Italia
giretto comodo
ho in mente la Toscana, ma poi penso anche alla zone terremotate e agli appennini; ma sarebbe carino collegare i due mari ed ecco che nasce la Tirreno Adriatica a modo mio!
Semplicissimo!
Treno da Sesto a Pisa (dove parte il mio giro dalla simbolica torre pendente) e ritorno sempre in treno da Ancona
il treno lo utilizzo solo per non “perdere tempo” raggiungendo subito il “nocciolo” del viaggio (per il mio viaggio in Italia rimando al viaggio Italia in bici dell’estate 2012
ecco come è andata:
giovedi 10 agosto
Vergiate – Sesto Calende – Milano Centrale – Pisa Centrale (tragitto in treno)
Pisa – Livorno – Rosignano Solvay – Vada – Marina di Cecina – Marina di Bibbona – Donoratico – San Vincenzo 122 km
partenza del giro dopo un “temporalino” nella Piazza dei Miracoli condiviso con una fiumana di gente
poi caldo
strada trafficata e non proprio piacevole e monotona fino a Livorno
gelato, gironzolo in città
Accademia Navale
più bella la costa a sud di Livorno e giù ancora un po’
belle baie e spiagge; parecchi turisti e traffico di auto e camper italiani e stranieri
bella la sterrata nella pineta fra Marina di Cecina e Marina di Bibbona
molta gente in giro
mi fermo a chiedere indicazioni anche se non ne ho realmente bisogno
arrivo in serata a San Vincenzo; ricerca della location per dormire; la trovo fuori ovviamente dal centro ma non troppo distante; ottimo!; c’e’ anche una fontanella che utilizzo subito per farmi una meritata doccia e cambiarmi; pulito, torno in centro per passeggiare al fianco della mia bici nella zona pedonale; tantisisma gente in giro; indeciso su dove fermarmi a mangiare opto per un posticino sfigato con un trancio di pizza, 2 olive ascolane e 1 krapfen con una birretta; gironzolo ancora un poco prima di decidere che è ora di andare a nanna; ritorno a cercare il posto prescelto, monto la tenda e cado in trance per la prima notte in viaggio in tenda
notte in tenda in boschetto piacevole
vento nella notte
venerdi 11 agosto
San Vincenzo – Baratti – Orbetello/Argentario 142 km
dormito bene parto in direzione sud percorrendo la lunga strada non lontana dal mare ma separata da esso da una bella pineta da entrambi i lati; pochissime auto in giro; è ancora presto; pedalare è molto piacevole; una leggera brezza e il piacevole profumo della pineta; assordante il richiamo degli uccelli; numerose le stradine che si perdono nel bosco in direzione mare, distante forse 200 300 metri
arrivo alla deviazione per il promontorio che già avevo addocchiato in sella; non ci penso due volte; lascio la strada principale e mi si presenta subito una salitella che mi fa pentire di aver lasciato la vecchia strada …. ma poi il panorama mi fa vivere l’esperienza di un bel posticino ancora non affollato e con la splendida luce del mattino (saranno le 7;30 circa)
deviazione per …. con un bel porticciolo ancora deserto; salgo sul promontorio con una salita che con il senno di poi mi potevo risparmiare; infatti la mia intenzione originari sarebbe stata quella di utilizzare un concatenamento di sentieri che avevo visto sulla carta per andare direttamente a Piombino; purtroppo, come immaginavo, quei sentieri non erano assolutamenti adatti ad essere percorsi con la mia tipologia di bici ancor meno con il pesante carico che mi portavo dietro; risultato; velocissima ridiscesa lungo la ripida strada asfaltata (durante la quale trovo un paio di ciclisti in mountain bike che salendo erano scesi dalla bici!!! (piccola soddisfazione/de giustificazione riguardo la mia stanchezza durante quella salita)
meritata colazione con 1 cappuccino e due brioches
ritorno in sella e ripercorro la strada fino ad intersecare nuovamente la strada principale; Piombino dista circa 10 km; ci arrivo senza sforzo ma la pedalata non è piacevole via via che ci si avvicina al centro abitato sia per il traffico in entrata sia per la raffineria e la triste zona indutriale che domina il paesaggio; bello, bellissimo invece intrufolarsi con la bici nelle vie del centro storico e, con grande sorpresa, trovarmi sulla piazza principale a forma dell’Italia che si protende verso l’Elba non poi cosi lontana.
È mattina inoltrata quando, lasciandomi alle spalle Piombino, percorro la piana monotona della via Base Geodetica in direzione Torre Mozza e la più famosa Follonica.
Follonica è proprio bruttina; enormi palazzoni anni 60 si stagliano sul lungomare; vacanzieri in ciabatte in giro a bighellonare; auto ovunque nelle strade e traffico incasinato come in città; triste e ridicolo pensare a come le persone tendono a ricreare l’ambiente in cui vivono tutto l’anno …. anche in vacanza
Se abiti in un appartamento nella perifere di Milano e scegli di andare in vacanza in un appartamento nel mezzo del casino vacanziero, facendo la coda alla cassa del supermercato come a casa, trovando difficoltà di parcheggio come a casa … e tante altre analogie … non sei una persona intelligente! (a mio umilissimo parere)
Lascio alla mia destra la deviazione di 8 km per Punta Ala (sarebbe una andata/ritorno ma la vera motivazione è che sono già un po’ stufo di mare e spiagge …); la strada è abbastanza trafficata ma siamo in campagna ed è piacevole pedalare), proseguo spedito e arrivo a Castiglione della Pescaia che è un posto piacevole; mi fermo e chiedo indicazioni per una buona trattoria; mi consigliano bene ma prima sfrutto le docce comuni di una spiaggia libera per una piacevole doccia fredda,
Pulito e rilassato mi siedo nella zona pedonale di Castiglione per una meritata spaghettata con 2 birre Maremma (una rossa e una bionda)
Carina e gentile la cameriera Ucraina a cui va un mio sorriso di apprezzamento e una meritata mancia per il suo sguardo sensuale.
Senza fretta proseguo il pomeriggio in sella sempre in direzione sud; arrivo a Marina di Grosseto percorrendo i margini di una piacevole pineta fruttando a tratti la pista ciclabile che costeggia la strada principale (più ombreggiata della strada)
Da qui devo per forza rientrare in entroterra lasciandomi alle spalle il mare; la strada qui è meno piacevole e più monotona; saranno circa 20 km a Grosseto; senza entusiasmo arrivo in città
Grosseto dovrebbe rappresentare un personale “luogo del cuore” essendo la cittadina dove, nel lontano 1988 arrivai secondo ai Campionati Italiani Juniores di Atletica Leggera dietro a Diego Puppo (io ero al 1 anno Junior) facendo segnare 14:65 sui 110 m. ostacoli
mi soffermo lungo le mura della città, gironzolo senza meta e vado in centro; un vigili mi redarguisce dicendomi che non è possibile in quel tratto guidare la bici; non me ne sono accorto; scendo e proseguo a piedi; mi faccio un meritato frappè e chiedo indicazioni per andare a Orbetello e al Monte Argentario; mi riferiscono che l’Aurelia è l’unica possibilità ma è molto, molto, molto pericolosa; lo so … lo immagino ma è possibile percorrerla; mi allontano dalla città in direzione Roma; raggiunto lo svincolo con l’Aurelia un bel cartello mi avvisa che non è possibile percorrerla in bici; sembrerebbe un’autostrada; rimango un poco spiazzato; non so bene cosa fare; non voglio perdere tempo in giro su e giù per le colline in una zona che non mi interessa particolarmente; ho in mente un obbiettivo e vorrei perseguirlo; nulla; torno indietro ma mi fermo a chiedere altre info presso una stazione di servizio a circa 1 km dallo svincolo
Mi dicono che nonostante la pericolosità della strada è possibile percorrerla in direzione sud; il divieto è valido solo per chi va verso nord essendo considerata autostrada; il tratto che dovrei fare io è stato declassato quindi è percorribile … pericolosi ma percorribile ci tengono a precisare; rimango in piedi di fianco alla bici all’ombra della stazione di servizio …. che fare??? dovrei spararmi circa 20 km di un fiato su una stradaccia pericolosa con camion e auto che sfrecciano alla mia sinistra come in autostrada:
è un film già visto …. non ho molta voglia … ma c’è anche il treno!
Non senza un moto di delusione ecco che prendo rapidamente la decisione: ok rapidamente indietro per altri 3 km in centro a Grosseto.
In stazione il primo treno per Orbetello Scalo è fra 30 minuti; poco male; mi rilasso un po in stazione e bevo una birretta
con circa 20 minuti di treno eccomi a Orbetello Scalo.
Salto subito in sella alla bici dopo aver zigzagato lungo le rampe della stazione; eccomi in direzione Orbetello; bel paese a cavallo delle lingue di terra che si protendono verso il promontorio; un sacco di gente in giro
Mi infilo subito nel punto di informazioni dove una ragazza carina con bei capelli ricci dal forte accento locale mi accoglie con un sorriso e mi da indicazioni riguardo le zone che voglio percorrere; è molto precisa e dettagliata e mi illustra precisamente cosa fare per il giro che ho in mente
è già tardi ormai; sono le 18 passate
gironzolo in centro e acquisto un cartone di latte; risalgo in bici e attraverso l’istmo in direzione Monte Argentario
decido di salire il monte in serata
è tardi e non so dove mi sorprenderà il buio; salgo salgo salgo; sento il traffico che percorre la strada litoranea verso Porto Santo Stefano; io per la sera ho intenzione di salire in cima all’Argentario; la salita non è durissima anche se ci sono degli strappi un po antipatici; poche auto salgono al Santaurio
ci arrivo anche io e chiedo info a due frati per poter mettere il bagaglio in eccesso in un posto sicuro; mi dicono di depositarlo al di la di un cancello di ferro vicino al muro del convento
ok; con la bici molto più leggera riparto in salita per salire l’Argentario
ci sono ancora almento 6-7 km
la strada a tratti è ripida e ormai siamo al tramonto
la temperatura è piacevole; una brezza marina mi aiuta e temo possa essere anche troppo fresca per la discesa
salgo, salgo, salgo
ormai è buio; arrivo in cima alla collina dominata da un antennone enorme (il monte Argentario è tristemente disseminato di questi pennoni artificiali); noto che la punta principale (Punta Telegrafo) non dista molto da dove sono io ed è più o meno alla stessa quota; per raggiugerla però devo perdere quota circa 70-80 metri per poi risalire e giungere sulla “cima” vera dove mi aspetta un altro pennone ….. anche BASTA! È buio e non ha più senso continuare; la do per fatta anche perchè la quota è stata raggiunta e il panorama non sarebbe migliore ….
giro la bici e ridiscendo ma faccio uno stop per una foto alla croce che domina il golfo illuminato; ormai è buio; scendo velocemente al Convento; recupero le mie borse e trovo un posto un poco imboscato dove dormire proprio fuori le mura del convento nella zona boscata retrostante; in un attimo la tenda è montata
tutto ok … ma purtroppo niente doccia
ero convinto bastasse imboscarsi dietro questo muro lontano dalla strada per non essere disturbato o scovato e, non essendoci un posto in piano stavo valutando di mettere la tenda proprio nell’unico pezzo in piano ovvero sulla stradina …. tanto chi passa a notte fonda qui dietro??
meno male che non l’ho fatto! Non so a che ora ma sicuramente in piena notte sento transitare a poca distanza dalla mia tenda il rumore di una jeep; non mi sono affacciato a guardare chi fosse nella speranza che non si fermasse …così è andata … la mia tenda era posizionata su un terrazzino di terra vicino ad un recinto che racchiudeva una pozza d’acqua probabilmente utilizzata dai vigili del fuoco.
Ho continuato a dormire tranquillamente …
sabato 12 agosto
Orbetello/Argentario – Porto Santo Stefano – Riserva della Feniglia – Ansedonia – Capalbio – Marsiliana – Manciano – Farnese – Ischia di Castro – Valentano – Capodimonte (lago di Bolsena) 144 km
sveglia di buon mattino e vado subito nei pressi del convento dove ammiro il sole che è appena sorto e inonda le campagne della Maremma e le pendici dell’Argentario sotto di me.
Discesa inebriante e frizzante giù fino ad intersecare la strada principale; da qui mi dirigo verso Porto Santo Stefano per metterci il naso e fare colazione
la giornata è bella e brillante ed i colori del paesino marinaro sono molto scintillanti; piacevole smontare dalla sella per fare due passi sulla passeggiata del molo; qui mi fermo per una colazione e poi … ritorno sui miei passi per i 7 km già percorsi; qui mi dirigo verso la lingua di terra che collega la penisola alla terraferma; è il tombolo di Feniglia; chiedo informazione ad una pattuglia di Carabinieri parcheggiati vicino alla spiaggia del tombolo che inizia ad essere affollata a metà mattina; mi inoltro in una stradina secondaria fino a trovare un cancello della forestale; lo supero e da qui parte la splendida strada sterrata che percorre tutta la ligua di terra che collega il promontorio alla costa della bassa Toscana (siamo proprio al limite con il Lazio); bellissimo il progredire con la bici su questo terreno ; profumo di boscaglia di pino marittimo; da nord sta arrivando il temporale; è tutto scuro; devo stare attento alla guida per non pizzicare le gomme; in qualche tratto sono costretto a scendere dalla bici perchè la terra del bosco si mescola con la sabbia finissima ed il progresire in sella con le ruote sottili diviene davvere difficile
ho gustato davvero tanto questo tratto di sentiero
uscito dal cancello di Ansedonia mi attende una dura salita che però mi regala uno splendio panorama sul promontorio con il temporale in arrivo. Capalbio Scalo e il saluto al mar Tirreno; arriva il temporale e mi sorprende piacevolmente in salita su verso Capalbio
schiuma bianca sulle strade; bella la salita a Capalbio con vista sulla costa e su Montalto di Castro e la centrale nucleare
visita al centro storico affollato e molto bello
informazioni per andare verso il lago di Bolsena
belle strade della Maremma
pranzo in una trattoria con superpanino e Birra moretti da 0,66 ml bella fresca e poi … di nuovo in sella: su e giù; piacevole ma abbastanza duro
con rilassatezza proseguo tranquillamente
i km sono tantini e cerco di gestirli al meglio
le ore in sella proseguono:la campagna della bassa Toscana ora cambia solo il nome e l provincia; una decina di km dopo Manciaso siamo in alto Lazio precisamente in provincia di Viterbo e poi entro in Umbria poco dopo Bolsena.fa caldo e devo stare attento alla disidratazione; bevo acqua con soluzione di potassio e magnesio e aggiunta di zucchero; le gambe e la muscolatura in generale gira molto bene; lenta ma inesorabile; d’altronde sono io a decidere l’andatura; ogni tanto mi fermo a rubare qualche grappolo d’uva; qualche volta mi fermo all’ombra di un albero lungo la strada di campagna per guardarmi in giro; la scusa di uno stop per una foto è sempre valida …bello e rilassante procedere cosi’ il pnoram apoi nvita alla rilassatezza alla contemplazione ma anche al no n pensare a nulla
quando mi accorgo di stare facendo fatica significa che di km ne ho fatti molti oppure che la pendenza è dura; direi che è un mix di tutto questo con l’aggiunta del caldo che di certo non aiuta; l’arrivo a Farnese si fa desiderare dopo alcuni saliscendi e una salita finale poco simpatica; sono stanchino ma mi accorgo che ho solo bisogno di una pausa; faccio spesa in un alimentari nel centro storico e chiedo indicazioni per il lago di Bolsena ad un vigile; mancheranno 15 km circa ma gli ultimi mi assicurano essere tutti in discesa; ormai è sera; sono le 7 circa; rimonto in sella e proseguo tranquillo gustando le luce della sera e lo scomparire del sole che per tutto il pomeriggio è stato fastidioso
a Valentano finisce il mio sforzo; da qui 9 km di discesa su stradone che digrada verso il lago vulcanico di Bolsena
noto subito una strada sterrata che va verso le rive del lago; c’è una zona per camper e un parco; è il mio posto
arrivo prima del tramonto e chiedo ai camperisti se si può stare li con la tenda; non ci sono problemi; detto fatto in un attimo la tenda è montata e sfrutto il tavolo in legno dell’area pic nic per la cena; prima però … un tuffo nelle acque calde del lago, una vigorosa insaponata e un altro tuffo; OK! Pulito e profumato mi metto vestiti puliti e mi godo la sera sulle rive del lago con vista su Capodimonte poco distante
ormai è buio; sono le 21:30 circa
in tenda leggo un po’ il libro ma la stanchezza mi fa crollare presto
domenica 13 agosto
Capodimonte – Marta – Bolsena – Orvieto – lago di Corbara – Pontecuti – Todi – Colvalenza – Bastardo 125 km
bella mattinata; parto rilassato pedalando dapprima sullo sterrato e poi sulla strada principale ancora semideserta; poco dopo entro in peese e mi concedo un giro nel centro storico di Capodimonte, paesino in magnifica posizione sulle rive del lago; proseguo e poco dopo sono a Marta; anche qui gironzolo in centro e mi godo gli scorci del lago fra le case. E’ ancora mattino presto e la giornata è bellissima; cielo blu e temperatura piacevolissima; proseguo sulla strada che si fa sterrata poi ancora asfaltata sempre costeggiando il lago; bellissima mattina rilassata; la strada diventa una ciclabile poi una pista, poi un sentiero nei campi; sono speranzoso che arrivi fino a Bolsena; non è cosi’; mi tocca risalire le campagne che digradano verso il lago in direzione della strada utilizzando una pista forestale che costeggia per bei prati e vigneti fino alla Cassia; da qui è facile arrivare a Bolsena.
meritata pausa con focaccia; giro in centro piuttosto trafficato di turisti (siamo a fine mattinata) e riparto risalendo il bordo del cratere del lago; saluto così il Bolsena e me lo lascio alle spalle entrando in Umbria in direzione Orvieto; dalle stradine secondarie si passa ad una strada più importante; arrivo come un missile in discesa alla base della città di Orvieto; fa caldo ed è mezzogiorno; per affrontare la salita e la visita della città decido che ci vuole un pranzetto nella trattoria che ho di fianco; mi aveva ispirato e speravo in un piatto di pasta; non oggi … la cucina non funziona; mi accontento di un bel panozzo con salumi locali e super bitra gelata — e rutto libero di fianco alla mia fidata bicicletta con sguardo verso le mura della città fortificata di Orvieto che si erge sul promontorio davanti a me.
chiamo Coretti e mamma solo per un saluto, poi su in salita in centro a Orvieto!
Giro in centro; turisti in giro ma il centro storico sembra tranquillo, rilassato, non la solita frenesia del folto pubblico.
ridiscendo la collina in direzione della valle del fiume Paglia che confluisce poco più a valle con il Tevere poco a sud di Orvieto scalo; da qui io devio verso est risalendo e costeggiando il lago di Corbara; non mi trattengo e vado a farmi un meritato bagno nel lago, poi risalgo in bici ancora bagnato; la giornata e’ ancora lunga!
A Pontecuti sono in crisi per l’acqua; trovo una fontanella e faccio subito rifornimento con i mitici sali; ecco la forza per affrontare la dura salita verso Todi; il caldo come sempre non aiuta; oltrepasso Todi che ho visitato 5 anni prima nel mio giro Italia nord-sud e vado oltre in direzione ColleValenza
questo tratto coincide proprio con quello da me seguito 5 anni prima
A Collevalenza però io devio verso est mentre 5 anni prima proseguivo verso sud in direzione Acquasparta e Terni
mi fermo per una birra e indicazioni superflue;
sono le 18 e la sera è bellissima; bellissimo e rilassante pedalare su queste strade collinari; sono in salita, leggera salita lungo il crinale di alcune colline; il sole basso, le ombre lunghe e l’aria non asfissiante come il pomeriggio; ora si che si inizia a viaggiare bene … peccato che ho già oltre 100 km nelle gambe e come sempre vorrei trovarmi un posto tenda decente non rinunciando ad una sana lavata, il tutto non al buio … quindi il tempo stringe … ma questa sera sembra non finire mai, poi ci sono anche delle dicese inaspettate, su e giù piacevolissimevolmente … e arrivo a … Bastardo.
qui dicharo che la giornata di viaggio è finita
birretta al bar ma non trovo un posto buono per campeggiare
lo trovo ormai al crepuscolo percorrendo una strada in costruzione al limite del paese ma purtroppo niente bagno
notte umidiccia
il telo dela tenda la mattina sarà bagnato
la notte passa piacevolmente
lunedi 14 agosto
Bastardo – Spoleto – passo del Cerro – Piedipaterno – Norcia – Pian Grande di Castelluccio di Norcia 113 km
di nuovo una bella mattinata; risveglio con telo esterno umido della tenda indizio che è stata una notte umida; ho usato infatti il sacco a pelo solo come coperta; alcuni cani in lontananza abbaiano insistentemente
con calma riassetto tutto e rientro in strada
poco traffico
è ancora presto
strada asfaltata di campagna con dolci saliscendi
non ho fatto colazione e supero alcuni bar che non mi convincono però superata una pasticceria bar con buona affluenza in un capannone a 10 km da Spoleto mi fa invertire marcia per uno stop!
2 cappuccini e 2 cornetti e via a Spoleto
visito la città e percorro le vie del centro storico ripide e strette; giro attorno le mura del castello scendo nella piazza stupenda e entro nel Duomo
ok si va oltre
centro informazioni
la strada con galleria è da evitare; e mi sbaglio seguendo le indicazioni per Eggi; perdo forse + di un’ora e almeno 10 km superflui prima di imboccare la strada in salita per il passo che poi mi farà scendere in Val Nerina
bella la salita anche se calda
pochissime auto (ormai percorrono tutte la veloce galleria che da Eggi bucando la montagna porta direttamente in Val Nerina; veloce ed esaltante la discesa con scorci sulla boscosa val Nerina sotto di me; quando mi fermo per fare qualche foto vengo letteralmente assalito dalla calura di mezzogiorno; il sole è alto e desidero fermarmi per mangiare e soprattutto per avere una scusa per rilassarmi al riparo dalla calura; scendo velocemente e arrivato ad intersecare la strada statale che costeggia il torrente Nera in fondovalle faccio poche centinaia di metri prima di incrociare un ristorante/trattoria dall’aspetto non particolarmente invitante; potrebbe essere proprio il posticino che cerco; trattoria un poco dimessa ma che sforna ottimi piatti non pretenziosi; in fondo io sono alla ricerca di un semplice (ma abbondante) piatto di pasta! qualche birra o vino!
E infatti si avvera cio che ho sperato!
spaghettatona e super birra
troppo caldo proseguire cosi …. cazzeggio una mezz’oretta dopo pranzo guardando la tv in sala da pranzo e chiacchierando con la giovane cameriera (che abita a Norcia)
Non so stare fermo più di tanto quindi … di nuovo in sella nonostante la calura e la sonnolenza post-pranzo
ottima idea seguire la ciclabile ricavata dalle ex ferrovia Spoleto-Norcia (ufficialmente chiusa dopo il terremoto … ma “accessibile” se non ci si fanno troppi problemi e si accetta il rischio di un eventuale ritorno lungo la stessa strada nel caso di ostacoli/interruzioni insormontabili.
La pista ciclabile è piacevole, incantevole, ombreggiata e corre dall’altraparte del torrente Nera
la velocità è bassa ma molto soddisfacente pedalare; bello entrare ed uscire dalle strette gallerie ferroviarie in mezzo al bosco
rientro sulla statale per un breve tratto ma poi opto di nuovo per la ciclabile; il caldo che sale dall’asfalto e la noiosità della strada normale mi fanno cambiare subito idea!
arrivo cosi al Norcia
visita della città (dovrei dire di quello che rimane); da fuori sembra tutto abbastanza normale; solo qualche transenna e qualche divieto di transito; quando si varcano le mura e si entra ne centro storico … ci si accorge della devastazione e della successiva tristezza ed abbandono lasciati dal terremoto; non ci sono parole o scritti per descriverlo … e neppure le immagini …. bisogna essereli! Viverlo li” essere presenti per capirlo (o almeno sentire qualcosa di particolare)
(questo è il bello dell’esperienza dei posti, l’esperienza del viaggio a differenza della cultura dei rincoglioniti digitali che si accontentano di foto e post) ma non divaghiamo! Questa è un altra storia … triste storia di questi luoghi
spesa per latte nel supermercato affollatissimo di fianco al campo provvisorio per le casette degli sfollati; riparto; mi attendono più di 20 km di salita sul fianco della montagna; è già tardi; sono le 18 passate; ho sentito dire che di sera chiudono la strada e non lasciano passare per evitare atti di sciacallaggio su a Castelluccio (ormai disabitato); niente militari, niente posti di blocco; proseguo imperterrito e indisturbato; la salita è continua, costante, non troppo ripida; la gamba gira bene; pochissime auto in giro; un paio mi superano in salita; le ultime sono ormai già scese; non c’è in giro più anima viva; solo io e la mia bicicletta; salgo, respiro, salgo … e mi guardo in giro , il sole sempre più basso lambisce ormai le creste dei monti dall’altra parte della valle; fra poco sarà l’imbrunire, poi arriva il buio; sono ancora in sella e salgo salgo fino ad arrivare al colle non prima di aver superato un albergo seriamente danneggiato dal terremoto proprio di fianco all’ultimo tornante.
Al passo ormai è quasi buio; mi fermo ad ammirare (dovrei forse dire “intuire”) il Pian Grande che si stende sotto di me; non avendo consultato le carte mi sarei aspettato il piano più o meno a livello del passo, invece devo scendere parecchio prima di entrare effettivamente nella pianura erbosa del Piano … e questa discesa la faccio davvero alla cieca!; ormai è buio, e freschino; scendo in bici con circospezione ma anche deciso; mi copro lo stomaco per evitare colpi di freddo; scendo, scendo, freno, occhio ai buchi e alla strada danneggiata, scendo, freno … e finalmente arrivo in piano; superato un ponticello non esito a buttarmi fuori strada nel prato; mi allontano 200 metri e in un attimo monto la tenda; sto bene, benissimo … mi manca solo una bella doccia (che non posso fare non essendoci acqua); fino all’ultimo ho sperato di trovare un torrente o un ruscello ma il terreno carsico mi ha fatto capire che non sarebbe stato facile …. niente acqua qui intorno
sono le 21:45 circa
ormai è buio
latte e biscotti
buonanotte
martedi 15 agosto
Castelluccio di Norcia – Pian Perduto – Castelsantangelo sul Nera – Visso –Santuario della Madonna di Macereto – Cupi – Fiastra – San Lorenzo al lago (lago di Fiastra) 58 km
splwndida notte in tenda; rimango rilassato avvolto nel sacco anche quando la luce fuoir mi segnala che potrei mettere di nuovo in pista
durante la buia notte ho sentito passare un paio di auto sulla strada poco distante; un fuoristrada passa poco distante dalla mia tenda a mattina inoltrata; ma è ancora presto
guardo fuori; la nebbia avvolge la piana; non si vede nulla
atmosfera strana ma molto bella e tranquillamentenon ho voglia di ripartire sucito
la sera prima la salita è stata lunga non tanto per lo sforzo fisico ma per l’impegno in generale
me la voglio godere questa giornata
è Ferragosto e sono in un bel posto anche se ferito mortalmente dal terremoto
ho ancora una volta il vago piacere e la soddisfazione di essere in un posto “sognato” pensato, desiderato ed ora finalmente vissuto
mi godo il momento
La nebbia si dirada; semplicemente fantastico, un piccolo Tibet nel cuore dell’Appennino Centrale; siamo nel parco dei Monti Sibillini
non ho ancora ultimato di smontare la tenda quando sulla strada a 200 metri da me si ferma la pattuglia della Forestale (ora Carabinieri); stanno li un attimo; io faccio finta di non averli visti e continuo le mie operazioni; solo più tardi mi ricordo che … non avrei potuto campeggiare li! Durante la notte un’ordinanza vieta il transito (figuriamoci il campeggio) nella zona!!
vabbè … non hanno detto nulla, forse mi hanno visto come viaggiatore solitario e mi hanno lasciato stare
risalgo in bici ma in mezzo alla piana mi fermo ad un ristoro già affollato di escursionisti a cavallo
chiedo … una birra! (sono le 9 del mattino)
chiedo informazioni per salire al Monte Vettore ma non sono molto convinto
la forma della montagna non mi attira e il caldo già soffocante non aiuta; studio la montagna con distacco da quaggiù …. niente; nessuno stimolo a salire in cima
sicuramente la stagione migliore potrebbe essere la primavera con le sue fioriture o l’autunno, non certo l’estate; in ogni caso nulla di particolarmente avvincente come “forme “ di montagna; tiro dritto
la salita finale a Castelluccio (uno strappo di circa 2 km) mi insegna una volta in più che non bisogna mai cantare vittoria anche se la meta “sembra” vicina …!
arrivo in paese o meglio nel piazzale che di fatto è l’unica zona raggiungibile
l’abitato è transennato; è tutta “Zona Rossa”; il terremoto ha devastato tutto … tutto!
Mi aggiro come uno zombie in cerca del “bello” che nonnostante tutto c’è! Anche se tristemente
chiedo info ai Carabinieri per scendere a Visso; la strada è ufficialmente chiusa e qualcuno mi suggerisce un sentiero alternativo che con la mia bici sembra poco proponibile; i Carabinieri mi danno un “permesso velato” dicendomi che, si, la strada è chiusa ma, se sto viaggiando …. vai; al massimo sono 56 euro di multa se vengo fermato da qualche collega troppo zelante.
Dopo un super panino e una birra locale, sollevato per il permesso non ufficiale mi metto di nuovo in sella; giù al Pian Perduto in direzione Visso poi su di nuovo al passo; qui mi fermo; bevo qualcosa e mi sciacquo alla fontana; contemplo per l’ultima volta il Piano e Castelluccio e poi giù lungo la strada per un’interminabile discesa verso Castelsantangelo sul Nera; ogni tanto mi fermo per qualche foto; bei posti, selvaggi, isolati, non austeri, direi gentili; la strada è chiusa ma un paio di auto e moto salgono; poco prima dell’abitato incappo nella pattuglia della guardia di Fnanza appena arrivata per il posto di blocco; ooopps!! non mi dicono nulla …. anzi! io chiedo sfacciatamente quale sia il nome della montagna che ho di fronte! Ovviamente non lo sanno … scendo ancora e poco dopo, dietro l’ultimo tornate in discesa costeggio un campo sportivo disseminato di tende da campo per gli sfollati e poco dopo ecco l’abitato con numerose case evidentemente inagibili; proseguo la mia discesa che a tratti diventa pianeggiante sempre costeggiando il torrente Nera.
Supero un allevamento di trote e arrivo a Visso; anche qui la zona rossa è evidente; Il paese è quasi inaccessibile; mi fermo però dall’altra parte del torrente dove c’è il “villaggio provvisorio” fatto di casette e tendoni; molta gente qui oggi; mi fermo anch’io a ripararmi dal caldo; mangio e bevo qualcosa e mi rilasso sull’erba; famigliole, e tanta gente in giro; moltissimi sono locali in visita a parenti, conoscenti, insomma …. è Ferragosto e nonostante tutto è festa, ci si riunisce.
Spendo un paio d’ore qui con la gente del posto; chiedo informazioni alla barista per recarmi al lago di Fiastra; supero la sonnolenza e mi rimetto in sella; mi lascio alle spalle la devastazione di Visso e inizio nuovamente a “litigare” con le salite; quando finalmente arrivo ad un bivio spero di prendere la strada che prosegue in piano …. invece no!; per il Monastero che mi è stato consigliato e per Fiastra la strada è (ovviamente) quella più faticosa
Rassegnato ma deciso eccomi impegnato a pedalare la mia bici con la stratosferica velocità di 3,7 km/h in salita! (a piedi vai quasi più veloce , ma a piedi è improponibile tirarsi dietro una bici con quel peso per molto tempo)
nonostante la salita, il caldo e con qualche imprecazione di troppo, come sempre, come per incanto si arriva in cima alla salita e il regalo è sempre bellissimo (soprattutto perchè te lo sei guadagnato!) splendido paesaggio con prati, pascoli montagne con pareti rocciose inteevallate da boschi; traffico quasi inesistente; magnifico
al Monastero tanti ragazzi giocano a palla; faccio un giro e curioso un poco poi divengo io l’oggetto della curiositò altrui; mi chiedono da dove vengo dove vado e mi fanno un sacco di domande sui miei viaggi; quando ne parlo riacquisto quasi subito una carica di autostima; dopo aver ricevuto utili suggerimenti riguardo la strada per andare a Fiastra eccomi di nuovo in sella; dal monastero a Fiastra la strada è qualcosa di meraviglioso; viaggio a mezzacosta, dentro e fuori le pieghe della montagna con leggera pendenza su e giù; montagne tutte intorno e il sole ormai basso anche oggi; luce limpida, ombre lunghe, colori brillanti; indimenticabile; a ogni curva ci sarebbe da fermarsi e fare una foto; ora non è più caldo; sarebbe da proseguire per altri 50 km!
Abbandono il versante della montagna e mi ricollego con la strada principale; qui un po’ più di traffico; giù in un attimo fino a Fiastra
anche qui paese terremotato; container nella piazzetta come negozi; un po di gente in giro; faccio spesa e chiedo indicazioni per il lago; giù ancora!
E finalmente eccolo!; un bel posto; tanta gente; il campeggio è pieno; siamo ormai al tramonto molta gente va via; altri rimangono per la notte in campeggio o nelle strutture vicine
mi dirigo in spiaggia e vengo fermato per chiacchierare da una coppia; dopo un po taglio il discorso; ho bisogno di un rinfrescante bagno nel lago e di trovare un posto tenda; detto fatto!
mi cambio e torno nella zona più popolata del lago per una stupenda e meritata pizza e birra in pizzeria affollatissima!; qui rimango per un po’ godendo anche nel restare seduto su una sedia e non sulla sella guardando coppie, famigliole e compagnie in vacanza.
chiacchiero con alcuni turisti ma poi la stanchezza prende il sopravvento; torno sui miei passi con la bici carica e ritrovo il posto individuato durante il bagno nel lago dove mettere la tenda; leggo un po’ il libro; alcuni schiamazzi di qualcuno un po’ alticcio durante la notte ma tutto sommato bella nottata.
mercoledi 16 agosto
San Lorenzo al lago (lago di Fiastra) – Tolentino –Passo di Treia – Macerata – Recanati – Loreto – Porto Recanati 117 km
risveglio bellissimo vista lago; bella luce, tranquillità; la gente nel campeggio dorme ancora (alla sera leoni …….)
è presto
in sella la piacevole strada scorre sotto le ruote su e giu nelle pieghe della montagna; l’aria è freschina! la strada deserta; siamo rmai nel’etroterra marchigiano; mi sono lasciando alle spalle i Monti Sibillini e il suo parco nazionale; con lui anche la sezione piu alta di questa zona degli Appennini;
scendo … scendo … scendo … e arrivo a Maregnano; qui vedo che davvero le montagne alte sono ormai alle spalle ; la dorsale più aspra dell’Appennino è dietro di me; davanti solo dolci colline mi separano dalla costa adriatica; peccato il caldo feroce! e via allora per Tolentino
qui faccio un giro in centro e mi fermo al bar per un po; non ho un motivo particolare ma fa caldo; decido che mi merito un frappè seduto sullo sgabello tenendo d’occhio la mia bici e dando un’occhiata agli avventori del locale; nel frattempo sfrutto la pausa per ricaricare il cellulare e leggo qualche notizia; sono un po’ fiacco per il caldo presumo), poi riparto sotto il sole e il caldo; non è facile anche se la strada non è impegnativa; punto in direzione Treia e arrivo a Macerata spossato per la salita sotto il sole; anche qui decido di fermarmi visitando il centro storico; mi merito un’altra super birra in un un bar “fighetto” nella piazza principale; gli effetti della birra mi fanno sonnecchiare una mezz’oretta sotto i portici; cazzeggio e leggo qualche pagina del mio libro; faccio di tutto per non proseguire sotto il caldo cocente!
pochissima gente in giro in città; triste smobilitazione del mercato settimanale; me ne vado anche da Macerata sfruttando una discesa di nuovo in valle e proseguo su strada poco piacevole fino al bivio per Recanati
qui come se non bastasse … risalgo! Il regalo come sempre sta in cima!
Bella Recanati
visita al centro informazioni e poi alla famosa Piazzetta del sabato del Villaggio; qui tutto parla di Leopardi; in piazza mi fermo su una panchina; accarezzo il cane del vicino seduto di fianco a me; bella gente e turisti in giro; atmosfera rilassata ingentilita dalla bella e limpida luce del tardo pomeriggio. Discesa velocissima giù per la collina quindi ultima risalita al Santuario di Loreto attraverso la trafficatissima via pedonale di accesso al Santuario; zig-zag fra la folla e pausa sotto la statua del santo; gelatone meritatissimo con prima vista del mare Adriatico poi discesa e arrivo a Porto Recanati; è ormai ora di cena; la gente torna dalle spiagge; il traffico sulle strade è simile a quello delle città; non capisco cosa ci sia di bello a passare le vacanze in questi luoghi (eppure anche la mia famiglia l’ha fatto 40 anni fa, con me e mia sorella piccolini)
arrivo in spiaggia; mi fermo con la ruota anteriore che tocca il muretto che separa la spiaggia dal marciapiede; qui finisce idealmente la TirrenoAdriaticaAModoMio.
Mi chino con la testa sul manubrio
è un ringraziamento; ora mi rimane un veloce bagno rituale nelle acque del mare; una doccia per lavare via il sale nella doccia pubblica del bagno spiaggia; mi cambio e metto vestiti puliti e inizio a girare a zonzo per cercare un posto dove mangiare qualcosa; speravo in un ristorantino ma non so scegliere; l’offerta è vasta ma ovunque c’è in giro casino e io mi stufo presto; vada per un hamburger che mi sembra sostanzioso;
è ormai buio
ripercorro la passeggiata affollata verso il limite sud dell’abitato in cerca di un posto tranquillo dove mettere la mia tenda;
incontro una ragazza che viaggia in bici con il suo ragazzo e carrello per la chitarra!; chiacchieriamo piacevolmente per pochi minuti; loro dormono vicino al molo fatto di sassi; non voglio disturbare e non chiedo di mettermi vicino a loro; trovo un posticino poco distante nel giardinetto in fase di costruzione.
Buonanotte
giovedi 17 agosto
Porto Recanati – Numana – Sirolo – Abbazia di San Pietro al Conero – Poggio – Ancona
Ancona – Milano Centrale – Sesto Calende (tragitto in treno) 50 km
sveglio al mattino verso le 6; Porto Recanati dorme ancora; solo i mattinieri pescatori sono già in giro; la notte è tracorsa piacevolmente e sono rimasto comodamente rilassato in tenda; oggi inizio con una “passerella” mattutina sul lungomare fino a Numana per poi iniziare la salita al promontorio del Conero; non prima però di avere fatto una buona colazione verso le 7:30 a Marcello; seduto fuori dal bar noto che gli sportivi mattutini animano il lungomare e sono in molti che si dirigono a piedi o in bici verso nord in direzione del promontorio. Sono molto rilassato e la mia andatura ciondolante per il carico delle borse non è esattamente “sportiva” come gli asssatanati superman della mattina presto!. Infatti vengo superato da numerose persone che corrono “molto convinti”; alcuni davvero “fisicati”, molti altri con un fisico non esattamente sportivo …!; non mancano, ovviamente anche gruppi di ciclisti, quelli seri, quelli con le tutine, quelli che non salutano ….!
la salita è dura, davvero dura, in alcuni tratti salgo con metodo “scialpinistico” facendo cioè leggeri zigzag sfruttando tutta l’ampiezza della strada per abbattere la pendenza; le gambe girano bene ma il caldo si fa sentire; sono bagnato fradicio, cerco di rimanere rilassato e proseguire senza affanno; la velocità di salita non supera i 6 km/h e in qualche punto scende penosamente a meno di 4!
arrivo in cima con un “collega” in mtb che è in vacanza qui in riviera con la famiglia e gli è stata concessa qualche “ora d’aria”
andiamo insieme al belvedere lungo uno sterrato facile ma non agevolissimo con il mio carico; qui ci fermiamo per ammirare il panorama su Ancona e la riviera riminese che si perde verso nord; lui rientra e quindi ci separiamo qui; io punto alla strada che scorre alla base delle pendici boscose del promontorio; non la vedo ma sento il traffico stradale;
scelgo un sentiero che perde quota rapidamente e a tratti è impervio; in diversi tratti sono costretto a scendere di sella per poi risalire e scendere nuovamente. Non è comodo scendere tratti ripidi a piedi tenendo con i freni le le mani ancorate al manubrio la bicicletta pesante che ti trascina a valle; finalmente raggiungo la strada principale; non ci ho messo molto ma la discesa mi ha anchilosato le mani e le braccia; rimonto in sella sull’asfalto e con alcuni saliscendi (qualcuno inaspettato e piuttosto faticoso) proseguo verso la mia meta finale; arrivo ad Ancona sfrecciando in discesa; faccio un giro in centro (involontario) perchè per trovare la stazione ferroviaria devo attraversare la città per recarmi nella zona portuale; fa caldo ormai sono le 11 di mattino circa; faccio il biglietto del treno e rimonto in sella per tornare un salto in città (ho circa un’oretta prima dell’arrivo del mio treno e intendo sfruttarlo in giro per la città); cambio idea quasi subito quando mi ritrovo a pedalare sulla trafficata strada portuale, sporca e intasata da camion e auto; opto per tornare vicino alla stazione dove avevo visto un baretto con un paio di ragazze viaggiatrici con enorme zaino; qui mi faccio una meritata birra gelata non prima di essermi sciacquato bene e cambiato nel bagno del bar.
In assetto ciclistico un po’ più pulito e profumato, dopo la birra e la lettura di qualche pagina del libro, non mi resta che aspettare il treno delle 11:40 al binario.
Trovo posto nell’ultima carrozza nel vano biciclette; mi sdraio accanto alla bici e leggo il libro; ogni tanto guardo fuori e vedo scorrere tutta la riviera romagnola con ombrelloni, bagnati e comunissime famiglie in vacanza; mi chiedo davvero cosa ci sia di bello …. ma sono io ad essere fuori posto …
Ovviamente non poteva finire tutto normalmente; qualcosa doveva andare storto … ero troppo “svaccato” su quel treno e infatti cosa capita ..??
un incendio sulla linea ferroviaria nel tratto fra Parma e Fidenza!!!
il treno si ferma e l’attesa dura un’oretta; io non mi preoccupo più del dovuto e continuo a leggere il libro; viene annunciato che il treno non proseguirà e verrà sostituito dal treno che dovrebbe entrare in stazione dietro al nostro (traffico ferroviario e incendio permettendo); quindi … tutti giù dal treno!
aspettiamo con pazienza sul marciapiede della stazione di campagna; poi, stufi cerchiamo riparo dal sole sotto la pensilina della stazione; finalmente con circa un’oretta persa, arriva il nuovo treno; possiamo proseguire direttamente fino a Piacenza; qui riesco in un lampo a saltare sulla coincidenza per Milano; contro ogni previsione, il ritardo viene assorbito quasi tutto dall’ultimo treno che pare impegnarsi a frecciare più veloce sferragliando sui binari e anche in stazione Centrale a Milano riesco a attraversare tutta la stazione (bici a mano) e a salire sul treno che mi porta a Sesto (come avevo “programmato” di arrivare ignaro dell’incedio che sarebbe accaduto)
alle 20:14 sono di nuovo a Sesto Calende; risalgo piacevolmente la statale del Sempione al tramonto; la serata è calda ma non afosa, la luce molto rilassante; arrivo a casa poco prima del buio risalendo l’ultimo strappo che mi porta in cima a via della pineta costeggiando il Bosco di Capra in festa con le sue serate estive danzanti; poco dopo sono di nuovi nella tranquillità di casa mia; è passata solo una settimana dalla mia partenza per il veloce tour italiano …. tanti paesaggi, persone, monumenti, natura, esperienze, sensazioni sono “rotolate” sotto le ruote della mia Kona … 871 km di salite, discese, pianure, campagna, città d’arte, paesi, paesini curiosi, spesso inaspettati, …. il viaggio sportivo aModoMio è e rimane avventura … ma anche (e in alcuni casi soprattutto) fatica.
Gianluca
GeoAdventures
GIRO EFFETTIVO:
Vergiate – Pisa in treno
Pisa – San Vincenzo 122 km
San Vincenzo – Orbetello/Argentario 142 km
Orbetello/Argentario – Capodimonte (lago di Bolsena) 144 km
Capodimonte – Bastardo 125 km
Bastardo – Spoleto – Norcia – castelluccio di Norcia 113 km
Castelluccio di Norcia – Visso – Fiastra 58 km
Fiastra – Tolentino – Macerata – Recanati – Loreto – Porto Recanati 117 km
Porto Recanati – Conero – Ancona —– Sesto Calende – Vergiate 50 km
TOT. 871 km